Seminario Comunicare l'Europa: ruolo dell'informazione
(ACON) Trieste, 31 ott - MPB - Se si vuole comunicare l'Europa
- come si è proposto il seminario per giornalisti e comunicatori
promosso dall'Associazione Consiglieri del Friuli Venezia Giulia
assieme all'Associazione Dialoghi Europei in collaborazione con
l'Ordine dei giornalisti, l'Associazione regionale della Stampa e
il Circolo della Stampa di Trieste, con il patrocinio della
presidenza del Consiglio regionale e della rappresentanza in
Italia della Commissione Europea - il ruolo dell'informazione è
quello di essere mediatore del progetto Europa.
Sul tema si è imperniata la tavola rotonda conclusiva del
workshop che in due giorni - teatro l'Aula del Consiglio
regionale - ha toccato vari aspetti della nuova Europa. A
coordinarla il presidente del Consiglio regionale Alessandro
Tesini, con gli interventi del parlamentare europeo Vittorio
Prodi, del direttore della rappresentanza in Italia della
Commissione europea Roberto Santaniello e di diversi esponenti
del mondo dell'informazione.
Comunicare è anche una funzione pubblica, ha affermato Tesini
sottolineando l'importanza di una riflessione sul ruolo
dell'informazione rispetto all'Europa che - ha detto -è un
processo inarrestabile anche se incerto e precario e nonostante
la varietà di opinioni emerse anche a proposito delle prospettive
di nuove annessioni, a cui alcuni antepongono l'opportunità di
una migliore integrazione, per evitare che l'allargamento si
riveli causa di indebolimento e quindi ostacolo ad una
integrazione piena.
Tutto ciò - ammette Tesini - rende il progetto difficilmente
comunicabile e di conseguenza non c'è informazione che possa
assolvere a una difficoltà intrinseca nel contenuto. Né si può
pensare che l'informazione svolga un ruolo di supplenza a quello
che deve essere il lavoro e la responsabilità delle istituzioni e
della politica - ha affermato il presidente del Consiglio, pur
sottolineando che la comunicazione pubblica e quella
istituzionale sono anche un terreno di intesa, di dialogo e di
relazione rispetto a un mondo che comunque deve migliorare e
crescere.
E se nel periodo post bellico, l'Ue, nata come antidoto ai
disegni criminali di cui l'Europa è stata capace nel secolo
breve, è stata argomento di molto appeal, oggi farne oggetto di
comunicazione è una sfida poiché è un'idea complessa e complicata
e l'aspetto forse più immediato è che rappresenta una grande
opportunità per l'economia e per reggere assieme le sfide della
globalizzazione dei mercati.
Per non fare solo retorica europeistica - ha insistito Tesini -
occorre parlare di Europa in termini di condivisa e concordata
cessione di sovranità, di scelta di rinunciare a legiferare in
alcune materie su scala regionale o nazionale per condividere una
decisione europea, di costruzione di un ordinamento in grado di
risolvere i problemi: i cittadini devono poter capire di cosa si
occupano rispettivamente Europa, Stati, Regioni, Comunità, e che
non si occupano tutti delle stesse cose, che non alimentiamo
burocrazie e istituzioni ridondanti e inutili, perché è questo il
motivo della partecipazione sempre meno convinta e motivata agli
appuntamenti europei.
Il tema dell'informazione ha attraversato anche
l'approfondimento, con cui si è aperta la giornata di lavori, sul
ruolo internazionale dell'Ue, coordinato dal consigliere
regionale Antonio Pedicini, con i contributi dei parlamentari
europei Donata Gottardi e Roberto Musacchio, del direttore del
Centro italiano di documentazione europea Gerardo Mombelli, del
presidente dell'Ordine dei giornalisti Piero Villotta e
dell'assessore regionale per le relazioni internazionali e
comunitarie Franco Iacop.
Il rischio di un'Unione allargata - ha sostenuto Jacop - è quello
di una politica europea debole al proprio interno. Se la
mediazione tra i 25 Paesi si basa su un compromesso poco incisivo
ecco che allora la dimensione stessa della politica europea ne
risente e, di riflesso, anche l'azione internazionale. Invece,
una strategia unitaria sullo scenario internazionale, possibile
con il superamento degli interessi nazionali e il maturare di una
identità europea, è fondamentale per sviluppare le politiche
della sicurezza, della stabilità internazionale, dell'economia. E
in questo contesto diventa importante il ruolo delle Regioni
quali elementi in grado di stabilire rapporti di partenariato, di
sviluppare relazioni ma anche esperienze sociali e istituzionali
territoriali, determinando così una maggior qualificazione della
politica estera europea, per proiettarsi verso una vera coesione
europea e non semplicemente un'uniformità interna.
(immagini alle tv)