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Seminario Comunicare l'Europa: ruolo dell'informazione

31.10.2006
15:38
(ACON) Trieste, 31 ott - MPB - Se si vuole comunicare l'Europa - come si è proposto il seminario per giornalisti e comunicatori promosso dall'Associazione Consiglieri del Friuli Venezia Giulia assieme all'Associazione Dialoghi Europei in collaborazione con l'Ordine dei giornalisti, l'Associazione regionale della Stampa e il Circolo della Stampa di Trieste, con il patrocinio della presidenza del Consiglio regionale e della rappresentanza in Italia della Commissione Europea - il ruolo dell'informazione è quello di essere mediatore del progetto Europa.

Sul tema si è imperniata la tavola rotonda conclusiva del workshop che in due giorni - teatro l'Aula del Consiglio regionale - ha toccato vari aspetti della nuova Europa. A coordinarla il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini, con gli interventi del parlamentare europeo Vittorio Prodi, del direttore della rappresentanza in Italia della Commissione europea Roberto Santaniello e di diversi esponenti del mondo dell'informazione.

Comunicare è anche una funzione pubblica, ha affermato Tesini sottolineando l'importanza di una riflessione sul ruolo dell'informazione rispetto all'Europa che - ha detto -è un processo inarrestabile anche se incerto e precario e nonostante la varietà di opinioni emerse anche a proposito delle prospettive di nuove annessioni, a cui alcuni antepongono l'opportunità di una migliore integrazione, per evitare che l'allargamento si riveli causa di indebolimento e quindi ostacolo ad una integrazione piena.

Tutto ciò - ammette Tesini - rende il progetto difficilmente comunicabile e di conseguenza non c'è informazione che possa assolvere a una difficoltà intrinseca nel contenuto. Né si può pensare che l'informazione svolga un ruolo di supplenza a quello che deve essere il lavoro e la responsabilità delle istituzioni e della politica - ha affermato il presidente del Consiglio, pur sottolineando che la comunicazione pubblica e quella istituzionale sono anche un terreno di intesa, di dialogo e di relazione rispetto a un mondo che comunque deve migliorare e crescere.

E se nel periodo post bellico, l'Ue, nata come antidoto ai disegni criminali di cui l'Europa è stata capace nel secolo breve, è stata argomento di molto appeal, oggi farne oggetto di comunicazione è una sfida poiché è un'idea complessa e complicata e l'aspetto forse più immediato è che rappresenta una grande opportunità per l'economia e per reggere assieme le sfide della globalizzazione dei mercati.

Per non fare solo retorica europeistica - ha insistito Tesini - occorre parlare di Europa in termini di condivisa e concordata cessione di sovranità, di scelta di rinunciare a legiferare in alcune materie su scala regionale o nazionale per condividere una decisione europea, di costruzione di un ordinamento in grado di risolvere i problemi: i cittadini devono poter capire di cosa si occupano rispettivamente Europa, Stati, Regioni, Comunità, e che non si occupano tutti delle stesse cose, che non alimentiamo burocrazie e istituzioni ridondanti e inutili, perché è questo il motivo della partecipazione sempre meno convinta e motivata agli appuntamenti europei. Il tema dell'informazione ha attraversato anche l'approfondimento, con cui si è aperta la giornata di lavori, sul ruolo internazionale dell'Ue, coordinato dal consigliere regionale Antonio Pedicini, con i contributi dei parlamentari europei Donata Gottardi e Roberto Musacchio, del direttore del Centro italiano di documentazione europea Gerardo Mombelli, del presidente dell'Ordine dei giornalisti Piero Villotta e dell'assessore regionale per le relazioni internazionali e comunitarie Franco Iacop.

Il rischio di un'Unione allargata - ha sostenuto Jacop - è quello di una politica europea debole al proprio interno. Se la mediazione tra i 25 Paesi si basa su un compromesso poco incisivo ecco che allora la dimensione stessa della politica europea ne risente e, di riflesso, anche l'azione internazionale. Invece, una strategia unitaria sullo scenario internazionale, possibile con il superamento degli interessi nazionali e il maturare di una identità europea, è fondamentale per sviluppare le politiche della sicurezza, della stabilità internazionale, dell'economia. E in questo contesto diventa importante il ruolo delle Regioni quali elementi in grado di stabilire rapporti di partenariato, di sviluppare relazioni ma anche esperienze sociali e istituzionali territoriali, determinando così una maggior qualificazione della politica estera europea, per proiettarsi verso una vera coesione europea e non semplicemente un'uniformità interna.

(immagini alle tv)