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II Comm: crisi Bisazza di Spilimbergo, audizione sindacati

07.11.2006
14:24
(ACON) Trieste, 07 nov - RC - Analisi e proposte, all'attenzione dell'Ufficio di presidenza della II Commissione consiliare allargato ai consiglieri regionali del Pordenonese, suggerite dai rappresentanti sindacali dello stabilimento di Spilimbergo della Bisazza, industria all'avanguardia di piastrelle a mosaico la cui sede è ad Alte, nel Vicentino. E proprio la proprietà, il 4 ottobre scorso, ha fatto sapere in modo univoco il proprio piano di riorganizzazione, che prevede la chiusura del sito di Spilimbergo con il licenziamento dei circa 120 lavoratori, che con l'indotto diventano quasi 200.

Nessuna alternativa è stata concessa - hanno reso noto le organizzazioni sindacali, accompagnate dal sindaco di Spilimbergo, Arturo Soresi, preoccupato per la situazione occupazionale dei suoi concittadini - né di possibili acquirenti né di una scansione temporale per permettere l'assorbimento del personale via via espulso. L'azienda in realtà fa utili e aumenta il suo fatturato, quindi non avrebbe bisogno di sfruttare le regole per le aziende in crisi. Invece, con il 27 ottobre la Bisazza ha formalmente avviato la procedura di messa in mobilità dei suoi dipendenti e di cessazione di ogni attività. Sono, di conseguenza, cominciati i 75 giorni che dovrebbero essere utilizzati dalle parti per trovare una soluzione comune, invece il 9 gennaio 2007 sta per arrivare e la proprietà non concede alcun tavolo di discussione.

Ciò che i sindacati chiedono, in via prioritaria, è la cassa integrazione straordinaria al posto della mobilità. C'è bisogno - hanno detto - da una parte di individuare ogni ammortizzatore possibile per tutelare i dipendenti della Bisazza, diretti e indiretti, e dall'altra di cercare le soluzioni imprenditoriali utili a salvaguardare la loro professionalità e al rilancio industriale, possibilmente del settore del mosaico. In secondo luogo, chiedono una procedura di concertazione e la dichiarazione dello stato di grave difficoltà occupazionale previsto dall'articolo 46 della legge regionale 18/2005. Terzo, l'integrazione al reddito dei lavoratori, di cui alla LR 6/2006 ove si prevede il reddito di cittadinanza per chi risulta in stato di bisogno e quindi quando non avesse cassa integrazione o mobilità.

A portare la propria opinione su come la Regione debba e possa intervenire a sostegno dei lavoratori dello spilimberghese e del pordenonese in generale, e non solo di quelli della Bisazza perché il problema si registra in tutta la zona, sono stati Isidoro Gottardo (FI), Pio De Angelis (PRC), Bruna Zorzini (PDCI), il presidente della II Commissione Mirio Bolzan e Paolo Pupulin (DS), Maurizio Salvador (UDC), Fulvio Follegot (LN), Paolo Santin (Margh). Ad ascoltare tutte le relazioni, il direttore dell'Agenzia regionale del Lavoro della Formazione professionale, Domenico Tranquilli, che ha cercato di analizzare la situazione dal punto di vista tecnico e ha parlato di possibili soluzioni, che comunque non sarebbero immediate e coinvolgerebbero più soggetti.