II Comm: crisi Bisazza di Spilimbergo, audizione sindacati
(ACON) Trieste, 07 nov - RC - Analisi e proposte,
all'attenzione dell'Ufficio di presidenza della II Commissione
consiliare allargato ai consiglieri regionali del Pordenonese,
suggerite dai rappresentanti sindacali dello stabilimento di
Spilimbergo della Bisazza, industria all'avanguardia di
piastrelle a mosaico la cui sede è ad Alte, nel Vicentino. E
proprio la proprietà, il 4 ottobre scorso, ha fatto sapere in
modo univoco il proprio piano di riorganizzazione, che prevede la
chiusura del sito di Spilimbergo con il licenziamento dei circa
120 lavoratori, che con l'indotto diventano quasi 200.
Nessuna alternativa è stata concessa - hanno reso noto le
organizzazioni sindacali, accompagnate dal sindaco di
Spilimbergo, Arturo Soresi, preoccupato per la situazione
occupazionale dei suoi concittadini - né di possibili acquirenti
né di una scansione temporale per permettere l'assorbimento del
personale via via espulso. L'azienda in realtà fa utili e aumenta
il suo fatturato, quindi non avrebbe bisogno di sfruttare le
regole per le aziende in crisi. Invece, con il 27 ottobre la
Bisazza ha formalmente avviato la procedura di messa in mobilità
dei suoi dipendenti e di cessazione di ogni attività. Sono, di
conseguenza, cominciati i 75 giorni che dovrebbero essere
utilizzati dalle parti per trovare una soluzione comune, invece
il 9 gennaio 2007 sta per arrivare e la proprietà non concede
alcun tavolo di discussione.
Ciò che i sindacati chiedono, in via prioritaria, è la cassa
integrazione straordinaria al posto della mobilità. C'è bisogno -
hanno detto - da una parte di individuare ogni ammortizzatore
possibile per tutelare i dipendenti della Bisazza, diretti e
indiretti, e dall'altra di cercare le soluzioni imprenditoriali
utili a salvaguardare la loro professionalità e al rilancio
industriale, possibilmente del settore del mosaico. In secondo
luogo, chiedono una procedura di concertazione e la dichiarazione
dello stato di grave difficoltà occupazionale previsto
dall'articolo 46 della legge regionale 18/2005. Terzo,
l'integrazione al reddito dei lavoratori, di cui alla LR 6/2006
ove si prevede il reddito di cittadinanza per chi risulta in
stato di bisogno e quindi quando non avesse cassa integrazione o
mobilità.
A portare la propria opinione su come la Regione debba e possa
intervenire a sostegno dei lavoratori dello spilimberghese e del
pordenonese in generale, e non solo di quelli della Bisazza
perché il problema si registra in tutta la zona, sono stati
Isidoro Gottardo (FI), Pio De Angelis (PRC), Bruna Zorzini
(PDCI), il presidente della II Commissione Mirio Bolzan e Paolo
Pupulin (DS), Maurizio Salvador (UDC), Fulvio Follegot (LN),
Paolo Santin (Margh). Ad ascoltare tutte le relazioni, il
direttore dell'Agenzia regionale del Lavoro della Formazione
professionale, Domenico Tranquilli, che ha cercato di analizzare
la situazione dal punto di vista tecnico e ha parlato di
possibili soluzioni, che comunque non sarebbero immediate e
coinvolgerebbero più soggetti.