UDC: no aperture domenicali generalizzate esercizi pubblici
(ACON) Trieste, 12 nov - COM/RC - L'UDC del Friuli Venezia
Giulia era e rimane critica nei confronti delle aperture
domenicali generalizzate degli esercizi pubblici. Al momento del
voto in Aula e già in Commissione, l'UDC ha espresso il proprio
voto contrario.
Ad affermarlo in una nota sono i consiglieri regionali Roberto
Molinaro, Maurizio Salvador, Gina Fasan e Giorgio Venier Romano
che commentano positivamente le prese di posizione espresse in
merito dal vescovo di Concordia-Pordenone, monsignor Ovidio
Poletto, e dal presidente pordenonese di Confesercenti, Mario
Marini.
"Nei tempi e nei modi appropriati, abbiamo fatto presente la
nostra disapprovazione al riguardo, che è poi la stessa
manifestata dalle associazioni datoriali, di categoria e
sindacali - scrivono i consiglieri regionale dell'UDC -,
chiedendo di limitare le aperture festive solo alle località
realmente turistiche, attenendosi invece nelle altre località
alle indicazioni della Bersani, che prevede solo un determinato
numero di aperture festive in circoscritti periodi dell'anno.
Avevamo chiesto poi la concertazione tra le parti sociali per
stabilire di comune accordo il numero delle deroghe alla chiusura
festiva, tutelando così gli interessi dei lavoratori del settore,
che non possono essere penalizzati da scelte eccessivamente
liberiste, cosa che effettivamente ora sta capitando".
"Come partito d'ispirazione cristiana - sottolineano Molinaro,
Salvador, Fasan e Venier Romano - volevamo tener conto anche
della nostra realtà sociale, dei nostri usi, costumi e
tradizioni, oltre che degli interessi delle famiglie dei
lavoratori, dei commercianti e degli stessi utenti, che
necessitano di almeno un giorno alla settimana per stare insieme
in famiglia. Purtroppo sono prevalsi il neocentralismo regionale
e una visione eccessivamente liberista, e il risultato, oltre al
danno riportato dai lavoratori e dalle loro famiglie, è quello
del malcontento delle categorie economiche, per niente
soddisfatte dai nuovi oneri derivanti dalle aperture festive a
fronte di modesti risultati che non compensano le scelte imposte
dalla nuova legge sul commercio".