CR: divieto cumulo indennità di carica, Kocijancic (3)
(ACON) Trieste, 21 nov - AB - La proposta di legge sul divieto
di cumulo delle indennità di carica, a firma Alessandra
Battellino e Luigi Ferone entrambi del gruppo IpR, giunge in Aula
con il voto contrario della V Commissione e anche, a larghissima
maggioranza, del Consiglio delle autonomie locali, oltre ai i
pareri non favorevoli resi dalla presidente della Commissione
regionale per le Pari opportunità e dalla consigliera regionale
di parità. I relatori sono di maggioranza Igor Kocijancic (PRC) e
di minoranza Roberto Molinaro (UDC) e Alessandra Battellino
(IpR).
La proposta, ha affermato Kocijancic, è sicuramente ispirata da
motivazioni condivisibili, ma rischierebbe, nell'attuazione
pratica, di penalizzare eccessivamente migliaia di amministratori
locali, nella fattispecie la stragrande maggioranza di coloro i
quali si dedicano all'attività istituzionale percependo indennità
modestissime, il più delle volte esigui rimborsi spese
corrisposti in forma di gettoni di presenza che sicuramente non
compensano il tempo impiegato e messo a disposizione delle
collettività che rappresentano a livello istituzionale.
Moltissimi di questi amministratori, inoltre, proprio in ragione
delle realtà locali di dimensione ridotte, molto spesso non
possono sottrarsi all'obbligo di ricoprire svariate cariche di
rappresentanza retribuite, quando sono retribuite.
Ritengo - ha concluso Kocijancic, di interpretare la maggioranza
delle sensibilità presenti all'interno della Commissione,
indipendentemente dallo schieramento di appartenenza, nel dire
che questa proposta di legge, se applicata, rischierebbe più di
mortificare che di rivalutare il ruolo degli amministratori
eletti, sostanzialmente perché interviene, in maniera
eccessivamente restrittiva su un terreno che è già stato
disciplinato a monte dal decreto legislativo 267/2000 e che anche
nella nostra regione è stato regolamentato a sufficienza,
sicuramente per quanto attiene consiglieri e assessori regionali,
provinciali e comunali delle città capoluogo e dei comuni con
popolazione superiore ai 15.000 abitanti, perché sembra quasi la
norma sia rivolta alle tipologie di amministratore citate, senza
pensare agli altri, che rappresentano la maggioranza assoluta del
corpo di elette ed eletti di questa regione e per i quali non si
comprende davvero perché dovrebbero essere ulteriormente
penalizzati anche rispetto ai loro omologhi di altre regioni.
(segue)