CR: divieto cumulo indennità di carica, dibattito (6)
(ACON) Trieste, 21 nov - MPB - Per Bruno Malattia (Citt), che ha
dichiarato di condividere la norma, spetta al Consiglio regionale
stabilire l'incompatibilità e come si regolano i sistemi delle
indennità nel caso di pluralità di incarico. Quello della non
cumulabilità è un principio al quale ispirarsi perché l'opinione
pubblica chiede di moderare i costi della politica, e va data
risposta non emotiva, ma sistematica, stabilendo regole certe,
trasparenti e chiare capaci di ridurre la disaffezione e il
distacco dalla politica. Contenere i costi della politica,
rendere più trasparenti le situazioni, evitare ramificazioni sono
obiettivi che si possono ottenere anche con un provvedimento di
questo tipo, meglio sarebbe una disciplina organica del settore
su compatibilità e indennità. Questo Consiglio regionale ha fatto
un passo avanti quando ha stabilito l'incompatibilità tra sindaco
e consigliere regionale, potrebbe continuare un percorso
virtuoso.
Luigi Ferone (Part.Pens) ha sostenuto la norma perché si assiste
spesso a una invereconda lotta per le designazioni ai vari
incarichi: un po' di moralizzazione è necessaria, non è possibile
che uno stesso individuo abbia diversi incarichi, ha insistito
Ferone invitando a una riflessione anche sull'efficienza e sul
rendimento nell'assolvimento dei vari incarichi.
Secondo Mauro Travanut (DS) i motivi di fondo sono nobili ma
velleitari. Questa è una norma astratta, calata in una visione
ideologica e non nella realtà, e per questo la respingiamo in
accordo con il relatore di maggioranza.
Per Paolo Panontin (Gruppo Misto) il principio non è
contestabile, ma è difficile scardinare il sistema che consente
di rimpinguare incarichi scarsamente pagati, come quelli dei
sindaci. Noi stiamo nel fortino, le forze politiche hanno tutte
qualcosa da difendere e andare a fare i conti ai Comuni dalla
nostra condizione è difficile. Fissare un principio e
riequilibrare fra chi sta qui e chi fuori sarebbe più coretto.
Nevio Alzetta (DS), evidenziando ipocrisia e opportunismo,
sostiene che la proposta ha un difetto di fondo perché si parla
di divieto della cumulabilità delle indennità e non delle
cariche: o si vuole effettivamente moralizzare, esercizio al
quale mi rendo disponibile, o si vuol fare demagogia. Quando si
propone qualcosa, ci vuole un forte coordinamento, definendo la
norma un pretesto verso il quale esprime contrarietà.
Roberto Asquini (FI) ricordando quanto poco guadagnino assessori
e sindaci di piccoli e medi Comuni a fronte dell'impegno
richiesto, un appannaggio non sufficiente a coprire neppure le
spese di benzina e telefonino, ha invitato a valutare la
situazione, pur considerando che come sempre ci possono essere
abusi.
Per l'assessore Gianni Pecol Cominotto il cumulo di cariche e di
incarichi essendo questione attinente ai diritti e alle libertà
del singolo è questione che obbligatoriamente attiene allo
strumento legislativo, mentre la questione delle indennità
conseguenti è di pertinenza agli atti amministrativi, perché
regola rapporti. La posizione della Giunta è di assoluto ossequio
a ciò che la legislazione ha inteso o intenderà fare rispetto al
cumulo di cariche e incarichi, ed è di affermazione del proprio
ruolo sul versante degli atti amministrativi che sono lo
strumento con il quale devono essere regolate le conseguenze
della legge: quindi la Giunta, nel rispetto di quanto il
Consiglio regionale delibererà, ritiene che un assetto corretto
dei poteri sia quello per il quale il cumulo di cariche e
incarichi spetti alla legge, le questioni riguardanti le
indennità agli atti amministrativi.
I lavori riprenderanno alle 14.30.
(segue)