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CR: legge personale, relatore maggioranza Petris (8)

21.11.2006
15:18
(ACON) Trieste, 21 nov - MPB - La proposta di legge 210 in materia di personale ha rappresentato un condiviso punto di incontro rispetto a due problematiche inerenti il personale nel pubblico impiego degli enti locali - sottolinea il relatore di maggioranza Renzo Petris (DS) del provvedimento, di cui è anche primo firmatario.

Per Petris l'obiettivo, nella nostra Regione, è costituito dalla armonizzazione, traducibile nella medesima contrattualistica e nei medesimi istituti, ovvero il comparto unico, ma la sintesi riscontrata nel corso della riunione della I Commissione non ha potuto raggiungere compiutezza perché, nel frattempo, la Giunta regionale ha presentato un emendamento di carattere contrattuale che attiene l'annoso processo di parificazione.

Il relatore di maggioranza ha quindi richiamato il contenuto degli articoli: il primo tratta dell'estensione delle opportunità di assegnazione temporanea di personale a favore dei gruppi consiliari nel momento in cui il personale risulti assente per gravidanza e puerperio, oppure per le altre cause già ammesse per il restante personale del pubblico impiego. Il secondo riscrive in termini più possibilisti l'attuale normativa che attiene il recupero da graduatorie concorsuali per la copertura di posti vacanti o disponibili e comunque nei limiti della dotazione organica dei singoli enti.

All'articolo 3, l'oggetto politico del contendere, è costituito dall'ipotetico vulnus perpetrato dall'organo legislativo rispetto alla libera contrattazione tra le parti su aspetti considerati eminentemente contrattualistici e non riconducibili all'attività dell'organo elettivo. E' questione spinosa, apparentemente contraddittoria ma, nel contingente, necessaria - dice Petris e sottolinea che, pur riconoscendo al sindacato e alla parte datoriale una propria autonoma dialettica contrattuale, nella fattispecie non appare leso nella sostanza il principio dell'autonomia contrattuale delle parti.

E se le posizioni espresse non concordano sull'appropriato uso dello strumento legislativo per risolvere il raggiungimento del tabellare di convergenza a favore del personale degli Enti locali, l'emendamento proposto dalla Giunta regionale altro non rappresenta che l'esatta riproduzione dell'accordo già intervenuto fra le parti.

Secondo la maggioranza non si tratta di indebita appropriazione da parte del Consiglio di funzioni riservate ad altri, nel caso le parti sociali interessate. D'altro canto, dopo otto anni e mezzo dall'inizio del percorso legislativo che attiene il comparto unico, riuscire, nel rispetto sostanziale dell'accordo tra le parti, da un lato a portare a compimento il processo di omogeneizzazione del comparto di tutti gli Enti locali del Friuli Venezia Giulia, è un dato politico vero, giustamente reclamato dai 12.000 dipendenti dei Comuni e delle Province, e dall'altro, permetterà l'avvio robusto di quel processo riformatore che Intesa Democratica ha messo in campo con la legge sulle Autonomie locali e sulla devoluzione di funzioni al sistema delle autonomie.

(segue)