CR: legge personale, relatore maggioranza Petris (8)
(ACON) Trieste, 21 nov - MPB - La proposta di legge 210 in
materia di personale ha rappresentato un condiviso punto di
incontro rispetto a due problematiche inerenti il personale nel
pubblico impiego degli enti locali - sottolinea il relatore di
maggioranza Renzo Petris (DS) del provvedimento, di cui è anche
primo firmatario.
Per Petris l'obiettivo, nella nostra Regione, è costituito dalla
armonizzazione, traducibile nella medesima contrattualistica e
nei medesimi istituti, ovvero il comparto unico, ma la sintesi
riscontrata nel corso della riunione della I Commissione non ha
potuto raggiungere compiutezza perché, nel frattempo, la Giunta
regionale ha presentato un emendamento di carattere contrattuale
che attiene l'annoso processo di parificazione.
Il relatore di maggioranza ha quindi richiamato il contenuto
degli articoli: il primo tratta dell'estensione delle opportunità
di assegnazione temporanea di personale a favore dei gruppi
consiliari nel momento in cui il personale risulti assente per
gravidanza e puerperio, oppure per le altre cause già ammesse per
il restante personale del pubblico impiego. Il secondo riscrive
in termini più possibilisti l'attuale normativa che attiene il
recupero da graduatorie concorsuali per la copertura di posti
vacanti o disponibili e comunque nei limiti della dotazione
organica dei singoli enti.
All'articolo 3, l'oggetto politico del contendere, è costituito
dall'ipotetico vulnus perpetrato dall'organo legislativo rispetto
alla libera contrattazione tra le parti su aspetti considerati
eminentemente contrattualistici e non riconducibili all'attività
dell'organo elettivo. E' questione spinosa, apparentemente
contraddittoria ma, nel contingente, necessaria - dice Petris e
sottolinea che, pur riconoscendo al sindacato e alla parte
datoriale una propria autonoma dialettica contrattuale, nella
fattispecie non appare leso nella sostanza il principio
dell'autonomia contrattuale delle parti.
E se le posizioni espresse non concordano sull'appropriato uso
dello strumento legislativo per risolvere il raggiungimento del
tabellare di convergenza a favore del personale degli Enti
locali, l'emendamento proposto dalla Giunta regionale altro non
rappresenta che l'esatta riproduzione dell'accordo già
intervenuto fra le parti.
Secondo la maggioranza non si tratta di indebita appropriazione
da parte del Consiglio di funzioni riservate ad altri, nel caso
le parti sociali interessate. D'altro canto, dopo otto anni e
mezzo dall'inizio del percorso legislativo che attiene il
comparto unico, riuscire, nel rispetto sostanziale dell'accordo
tra le parti, da un lato a portare a compimento il processo di
omogeneizzazione del comparto di tutti gli Enti locali del Friuli
Venezia Giulia, è un dato politico vero, giustamente reclamato
dai 12.000 dipendenti dei Comuni e delle Province, e dall'altro,
permetterà l'avvio robusto di quel processo riformatore che
Intesa Democratica ha messo in campo con la legge sulle Autonomie
locali e sulla devoluzione di funzioni al sistema delle
autonomie.
(segue)