News


CR: legge personale, concluso dibattito (12)

21.11.2006
17:08
(ACON) Trieste, 21 nov - MPB - Per Annamaria Menosso (DS), quanto alle perplessità sull'art. 2 non esistono desideri di creare posti su commissione, i paletti esistenti lo consentono solo dove veramente necessario. Quanto ai contenuti dell'art. 3, gli interventi che si sono susseguiti dal 1998 hanno tutti confermato di voler continuare il percorso del comparto unico e questa norma è saldamente legata a quella sulla devoluzione delle funzioni. Non intendiamo aggirare né la contrattazione né il parere della Corte dei Conti: si vuole invece, attraverso un percorso chiaro, risolvere il problema con l'autorevolezza del Consiglio. Il percorso legislativo non è il migliore ma se può portare a soluzione noi ci assumiamo la responsabilità di portarlo avanti.

Secondo Bruno Malattia (Citt) il problema dei concorsi pubblici rimane irrisolto perché il dramma dell'amministrazione pubblica non è tanto l'accesso, quanto quello di misurare l'efficienza. Ci troviamo in uno stato di necessità e questo non può che costituire una prima fase di un percorso virtuoso da sviluppare in maniera innovativa: diamo un giudizio positivo, anche se riteniamo che questa legge era meglio non farla.

L'assessore regionale Gianni Pecol Cominotto, pur dichiarando di condividere la delicatezza dello strumento, non condivide che a esso vengano attribuiti contenuti e significati che non ha. E ripercorrendo le tappe del percorso, ha ricordato che l'obiettivo era di realizzare una riforma consistente nella creazione di un unico comparto e che per farlo occorreva procedere a una equiparazione dei trattamenti tabellari e a una omogeneizzazione degli istituti normativi ed economici, in un percorso da concludere entro la contrattualità del 31 dicembre 2005.

La questione di fronte alla quale ci troviamo - ha affermato Pecol Cominotto - parte dal fatto che la norma del '98 e quelle che si sono succedute hanno ribadito che il percorso di costruzione del comparto unico nei suoi elementi di perequazione doveva avvenire con oneri a carico del bilancio regionale, così due tornate (2000-1 e 2002-3) hanno incontrato gravi difficoltà sul versante della certificazione della Corte dei Conti perché contenevano allo stesso tempo un normale rinnovo contrattuale e un passaggio perequativo.

Oggi la preintesa sottoscritta con le organizzazioni sindacali contiene esattamente l'applicazione dell'incremento ordinario del costo del lavoro previsto dai documenti di programmazione economico finanziaria nazionali (5,01%) più l'ultimo passaggio di perequazione rispetto a un accordo che nel 2001 definì quali erano le distanze da colmare tra i trattamenti delle Autonomie locali e dei dipendenti della Regione.

Quanto è stato pattuito verrà sottoposto correttamente alla certificazione della Corte dei Conti. Questa preintesa contiene i meccanismi del comparto unico: non è una elusione della certificazione della Corte, né una sostituzione delle fonti contrattuali.

(segue)