CR: legge personale, concluso dibattito (12)
(ACON) Trieste, 21 nov - MPB - Per Annamaria Menosso (DS),
quanto alle perplessità sull'art. 2 non esistono desideri di
creare posti su commissione, i paletti esistenti lo consentono
solo dove veramente necessario. Quanto ai contenuti dell'art. 3,
gli interventi che si sono susseguiti dal 1998 hanno tutti
confermato di voler continuare il percorso del comparto unico e
questa norma è saldamente legata a quella sulla devoluzione delle
funzioni. Non intendiamo aggirare né la contrattazione né il
parere della Corte dei Conti: si vuole invece, attraverso un
percorso chiaro, risolvere il problema con l'autorevolezza del
Consiglio. Il percorso legislativo non è il migliore ma se può
portare a soluzione noi ci assumiamo la responsabilità di
portarlo avanti.
Secondo Bruno Malattia (Citt) il problema dei concorsi pubblici
rimane irrisolto perché il dramma dell'amministrazione pubblica
non è tanto l'accesso, quanto quello di misurare l'efficienza. Ci
troviamo in uno stato di necessità e questo non può che
costituire una prima fase di un percorso virtuoso da sviluppare
in maniera innovativa: diamo un giudizio positivo, anche se
riteniamo che questa legge era meglio non farla.
L'assessore regionale Gianni Pecol Cominotto, pur dichiarando di
condividere la delicatezza dello strumento, non condivide che a
esso vengano attribuiti contenuti e significati che non ha. E
ripercorrendo le tappe del percorso, ha ricordato che l'obiettivo
era di realizzare una riforma consistente nella creazione di un
unico comparto e che per farlo occorreva procedere a una
equiparazione dei trattamenti tabellari e a una omogeneizzazione
degli istituti normativi ed economici, in un percorso da
concludere entro la contrattualità del 31 dicembre 2005.
La questione di fronte alla quale ci troviamo - ha affermato
Pecol Cominotto - parte dal fatto che la norma del '98 e quelle
che si sono succedute hanno ribadito che il percorso di
costruzione del comparto unico nei suoi elementi di perequazione
doveva avvenire con oneri a carico del bilancio regionale, così
due tornate (2000-1 e 2002-3) hanno incontrato gravi difficoltà
sul versante della certificazione della Corte dei Conti perché
contenevano allo stesso tempo un normale rinnovo contrattuale e
un passaggio perequativo.
Oggi la preintesa sottoscritta con le organizzazioni sindacali
contiene esattamente l'applicazione dell'incremento ordinario del
costo del lavoro previsto dai documenti di programmazione
economico finanziaria nazionali (5,01%) più l'ultimo passaggio di
perequazione rispetto a un accordo che nel 2001 definì quali
erano le distanze da colmare tra i trattamenti delle Autonomie
locali e dei dipendenti della Regione.
Quanto è stato pattuito verrà sottoposto correttamente alla
certificazione della Corte dei Conti. Questa preintesa contiene i
meccanismi del comparto unico: non è una elusione della
certificazione della Corte, né una sostituzione delle fonti
contrattuali.
(segue)