PDCI: Zorzini a giornata parlamentare contro violenza donne
(ACON) Trieste, 23 nov - COM/AB - Sulla sua partecipazione alla
Giornata parlamentare contro la violenza alle donne, che si è
tenuta a Roma, a palazzo Montecitorio e che si inserisce nella
specifica Campagna del Consiglio d'Europa, si registra la
seguente nota della consigliera regionale del PDCI Bruna Zorzini:
"Ho aderito con convinzione all'invito a partecipare a una tavola
rotonda nell'ambito di questo evento, in qualità di consigliera
regionale prima firmataria di una proposta di legge, diventata
poi la legge regionale 17/2000 del Friuli Venezia Giulia sulla
realizzazione di progetti antiviolenza e l'istituzione di centri
per donna in difficoltà.
E' da sottolineare anche la valenza della manifestazione
organizzata dalle massime Istituzioni dello Stato che ci fa
vedere come nella realtà italiana, negli ultimi anni, soprattutto
grazie al lavoro delle donne nella società e nelle Assemblee
elettive si vada affermando l'idea di attuare politiche di
contrasto al fenomeno della violenza intra ed extra familiare.
A livello regionale indubbiamente la legge 17/2000 ha significato
un importantissimo passo su questo versante. Ancor di più oggi, a
più di cinque anni dalla sua approvazione, posso essere
soddisfatta quando mi sento dire dalle donne delle associazioni,
dalle operatrici sociali che lavorano negli Enti locali su
progetti comuni, come esse ritengano tale legge estremamente
innovativa e di livello europeo, una delle poche leggi esistenti
in Italia in merito alla violenza, a cui altre regioni guardano
con interesse.
Pur tuttavia, non tutti i centri antiviolenza fondati dalle
associazioni femminili sono arrivati ad attuare stabili forme di
collaborazione con Comuni, Aziende sanitarie, Forze dell'ordine,
Tribunali, soggetti principalmente coinvolti nel fronteggiare la
violenza contro donne e bambini. E il fenomeno è così drammatico
ed emergente per cui il numero annuale di donne che si rivolgono
a centri per una richiesta di aiuto è sempre alto e sono sempre
più presenti sui giornali episodi in cui la violenza arriva alle
sue estreme conseguenze, come in questi giorni in provincia di
Trieste.
I fondi che la Regione mette a disposizione, tuttavia, hanno
permesso alle Associazioni di gestire a Trieste due comunità per
mamme e figli (una casa segreta e un centro di accoglienza) con
un'affluenza media di 200 casi all'anno. Emerge però forte il
bisogno di disporre di una casa di transizione, nella quale le
donne potrebbero sostare (dopo i 4 mesi di accoglienza nella casa
segreta) fino a quando non siano in grado (6 mesi) di procurarsi
un'abitazione propria. Si evidenzia quindi il bisogno di poter
instaurare un dialogo istituzionale con l'Ater. Analogo discorso
va fatto per quanto riguarda l'assistenza legale, visto che il
gratuito patrocinio può essere usufruito in minima parte.
A Udine invece esistono 2 sportelli, uno gestito da
un'associazione e una dal Comune. A Gorizia non si è invece
ancora riusciti ad aprire la casa di accoglienza e a Pordenone
l'associazione ha una struttura, ma il Comune non collabora come
dovrebbe.
In provincia di Trieste, i Comuni minori hanno delegato il comune
di Trieste a occuparsi di tutti i casi del territorio e la
collaborazione con l'associazione GOAP è ben avviata e
consolidata, restano da risolvere le collaborazioni con gli altri
soggetti (forze dell'ordine, ma soprattutto l'azienda sanitaria).
Nei Piani di zona, ad esempio, non ci sono progetti per
contrastare la violenza sulle donne. Non esistono protocolli
operativi e l'efficacia dell'azione dipende solamente dalle
singole figure professionali presenti nei servizi.
E' quindi necessario coordinare gli interventi, monitorare gli
effetti della legge e assicurare alla stessa finanziamenti
adeguati. Sappiamo bene che la presenza di una buona legge non ci
deve esimere dal vigilare costantemente sulla sua puntuale
applicazione e finanziamento che purtroppo nel tempo non ha avuto
quel progressivo aumento che io stessa avevo auspicato".