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Pens: Ferone, ricollocazione lavoratori socialmente utili

04.12.2006
12:47
(ACON) Trieste, 04 dic - COM/AB - Il consigliere regionale del Partito Pensionati Luigi Ferone ha presentato un'interrogazione alla Giunta per sapere quanti lavoratori socialmente utili operano in regione e con che percentuale si è riusciti a portare avanti il progetto di una loro ricollocazione nell'ottica che questa forma di lavoro, più che assistenziale-passiva, debba essere formativa-attiva, fissando come obiettivo l'aiuto immediato in termini economici, ma anche la formazione di personale in grado di rientrare nel mondo lavorativo con qualche certezza in più.

I lavori socialmente utili - rileva Ferone nel suo intervento - sono nati come forma di politica attiva del lavoro nell'ottica del work fare, ossia del lavoro in cambio dell'assistenza, in riferimento a quei soggetti maggiormente svantaggiati e bisognosi di un aiuto economico quali i lavoratori in cassa integrazione o in mobilità al termine del periodo di sussidio, a cui poi si sono aggiunti i disoccupati e i giovani in cerca di prima occupazione e altre categorie.

Avendo questa forma di lavoro una durata massima - prosegue Ferone - il problema vissuto dai lavoratori socialmente utili (LSU) è legato alla loro prospettiva futura di lavoro, alla reale possibilità di un inserimento in altri campi, alla ricollocazione e alla possibilità di crescere professionalmente tanto da diventare lavoratori autonomi.

I lavoratori socialmente utili - conclude Ferone - vivono nel limbo dell'incertezza e fanno parte di quel grande bacino di precari che vedono con preoccupazione un futuro difficile e un grande punto interrogativo legato all'incertezza di godere, nei prossimi decenni, di una pensione che consenta loro una vita dignitosa.