Pens: Ferone, ricollocazione lavoratori socialmente utili
(ACON) Trieste, 04 dic - COM/AB - Il consigliere regionale del
Partito Pensionati Luigi Ferone ha presentato un'interrogazione
alla Giunta per sapere quanti lavoratori socialmente utili
operano in regione e con che percentuale si è riusciti a portare
avanti il progetto di una loro ricollocazione nell'ottica che
questa forma di lavoro, più che assistenziale-passiva, debba
essere formativa-attiva, fissando come obiettivo l'aiuto
immediato in termini economici, ma anche la formazione di
personale in grado di rientrare nel mondo lavorativo con qualche
certezza in più.
I lavori socialmente utili - rileva Ferone nel suo intervento -
sono nati come forma di politica attiva del lavoro nell'ottica
del work fare, ossia del lavoro in cambio dell'assistenza, in
riferimento a quei soggetti maggiormente svantaggiati e bisognosi
di un aiuto economico quali i lavoratori in cassa integrazione o
in mobilità al termine del periodo di sussidio, a cui poi si sono
aggiunti i disoccupati e i giovani in cerca di prima occupazione
e altre categorie.
Avendo questa forma di lavoro una durata massima - prosegue
Ferone - il problema vissuto dai lavoratori socialmente utili
(LSU) è legato alla loro prospettiva futura di lavoro, alla reale
possibilità di un inserimento in altri campi, alla ricollocazione
e alla possibilità di crescere professionalmente tanto da
diventare lavoratori autonomi.
I lavoratori socialmente utili - conclude Ferone - vivono nel
limbo dell'incertezza e fanno parte di quel grande bacino di
precari che vedono con preoccupazione un futuro difficile e un
grande punto interrogativo legato all'incertezza di godere, nei
prossimi decenni, di una pensione che consenta loro una vita
dignitosa.