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IV e V Comm: audizione Comitato regionale servitù militari

12.12.2006
12:38
(ACON) Trieste, 12 dic - RC - I consiglieri della IV e della V Commissione del Consiglio regionale, assieme al presidente del Consiglio stesso, Alessandro Tesini, hanno sentito l'assessore regionale all'Ambiente, Gianfranco Moretton, in veste di presidente della Commissione regionale servitù militari e relativo Comitato misto paritetico (Comipar). Argomento dell'audizione, la dismissione di beni immobili di proprietà del ministero della Difesa presenti in Friuli Venezia Giulia e i progetti inerenti la loro riconversione nonché valorizzazione turistico-ambientale.

La Commissione paritetica Stato/Regione ha ripreso i suoi lavori - ha tenuto a sottolineare Tesini ad inizio seduta - e ho concordato con il suo presidente che entro i primi giorni di febbraio terremo in Consiglio il tradizionale appuntamento di inizio anno utile per fare il punto sull'attuazione dello Statuto.

Incontro odierno essenziale per il presidente della V Commissione, Antonio Martini (Margh), che ha chiesto quale la via che possa facilitare il trasferimento degli ultimi 36 beni alla Regione e come far sì che questa ottenga gli adeguati contributi per il loro recupero. Argomento che affrontai già 10 anni fa seguendo 118 caserme - ha detto il presidente della IV, Uberto Fortuna Drossi (Citt) - e mi pare che la questione non sia stata risolta. Intanto molte aree dimesse sono divenute un patrimonio che la natura si è ripresa.

Dopo aver spiegato la presenza, in ogni Regione, di un Comipar (7 rappresentanti dello Stato e altrettanti della Regione) di reciproca consultazione per riuscire ad armonizzare i Piani di assetto ambientale e di sviluppo economico e sociale del territorio con i programmi delle installazioni militari, l'assessore Moretton ha parlato della nascita dell'organismo politico e di coordinamento del Comipar del Friuli Venezia Giulia, ovvero la Commissione regionale per le servitù militari.

Il vicepresidente della Regione ha quindi detto che il ridimensionamento della presenza militare iniziato nel 2001 ha già portato significativi cambiamenti: i contributi statali sono passati da 16,186 miliardi di lire del quinquennio 1990-1994 a 15,362 del quinquennio 1995-1999; i dati del quinquennio 2000-2005 evidenziano una riduzione consistente delle aree asservite e dei contributi dello Stato, e un ulteriore calo della presenza militare. Per lo specifico aspetto del regime delle dismissioni, la situazione è di blocco dell'istruttoria per il trasferimento dei beni immobili.

Da parte del ministro della Difesa, Parisi - si è quindi appreso - c'è l'intenzione di rivedere la questione servitù militari attraverso una conferenza nazionale dei Comipar. L'enorme disponibilità di strutture militari inutilizzate per effetto del trasferimento o soppressione dei reparti è certamente argomento pregnante per la nostra regione. Si tratta di un patrimonio che è in continuo degrado con risvolti di incolumità pubblica e ordine pubblico. A ciò si aggiunge che la gestione dei poligoni militari ancora in funzione - scesi da 26 a 8 - è problematica causa la complessità delle norme nazionali e comunitarie di tutela ambientale. L'erogazione degli indennizzi ai Comuni e ai cittadini soggetti a servitù non è più equa e vede tempi di liquidazione lunghissimi. Molte sono, poi, le richieste di enti locali che vorrebbero poter riqualificare aree militari, siano caserme o zone di addestramento, tratti stradali o poligoni.

Non da meno, esiste il problema - hanno evidenziato i componenti del Comipar - dell'inquinamento acustico causato dagli aeroporti militari presenti sul nostro territorio: a tal riguardo, primi in Italia, è stato realizzato il progetto Milnoise con le basi di Rivolto e Aviano per realizzare una zonizzazione acustica parametrica dei Comuni limitrofi. Questo parametro, oggi non considerato, potrà portare alla revisione dei criteri contributivi da parte dello Stato.

Gli intervenuti hanno, infine, evidenziato l'esigenza di poter operare in modo più incisivo e snello, senza sovrapposizioni con altri soggetti ma in modo coordinato; di ottenere momenti di confronto periodici sia con le Commissioni competenti del Consiglio regionale sia con gli Enti locali e le istituzioni interessate; di proporre al Governo il rinnovo dei criteri di riparto dei fondi statali e un progetto che favorisca gli Enti locali che vogliono mettere in sicurezza i beni militari dismessi garantendone la valorizzazione, ciò anche attraverso un'integrazione normativa dei fondi comunitari; di avviare incontri con le istituzioni europee, nazionali e regionali interessate dalle medesime problematiche e poter formulare al Governo una proposta unica di soluzione conclusiva.

(immagini alle tv)