IV e V Comm: audizione Comitato regionale servitù militari
(ACON) Trieste, 12 dic - RC - I consiglieri della IV e della V
Commissione del Consiglio regionale, assieme al presidente del
Consiglio stesso, Alessandro Tesini, hanno sentito l'assessore
regionale all'Ambiente, Gianfranco Moretton, in veste di
presidente della Commissione regionale servitù militari e
relativo Comitato misto paritetico (Comipar). Argomento
dell'audizione, la dismissione di beni immobili di proprietà del
ministero della Difesa presenti in Friuli Venezia Giulia e i
progetti inerenti la loro riconversione nonché valorizzazione
turistico-ambientale.
La Commissione paritetica Stato/Regione ha ripreso i suoi lavori
- ha tenuto a sottolineare Tesini ad inizio seduta - e ho
concordato con il suo presidente che entro i primi giorni di
febbraio terremo in Consiglio il tradizionale appuntamento di
inizio anno utile per fare il punto sull'attuazione dello
Statuto.
Incontro odierno essenziale per il presidente della V
Commissione, Antonio Martini (Margh), che ha chiesto quale la via
che possa facilitare il trasferimento degli ultimi 36 beni alla
Regione e come far sì che questa ottenga gli adeguati contributi
per il loro recupero. Argomento che affrontai già 10 anni fa
seguendo 118 caserme - ha detto il presidente della IV, Uberto
Fortuna Drossi (Citt) - e mi pare che la questione non sia stata
risolta. Intanto molte aree dimesse sono divenute un patrimonio
che la natura si è ripresa.
Dopo aver spiegato la presenza, in ogni Regione, di un Comipar (7
rappresentanti dello Stato e altrettanti della Regione) di
reciproca consultazione per riuscire ad armonizzare i Piani di
assetto ambientale e di sviluppo economico e sociale del
territorio con i programmi delle installazioni militari,
l'assessore Moretton ha parlato della nascita dell'organismo
politico e di coordinamento del Comipar del Friuli Venezia
Giulia, ovvero la Commissione regionale per le servitù militari.
Il vicepresidente della Regione ha quindi detto che il
ridimensionamento della presenza militare iniziato nel 2001 ha
già portato significativi cambiamenti: i contributi statali sono
passati da 16,186 miliardi di lire del quinquennio 1990-1994 a
15,362 del quinquennio 1995-1999; i dati del quinquennio
2000-2005 evidenziano una riduzione consistente delle aree
asservite e dei contributi dello Stato, e un ulteriore calo della
presenza militare. Per lo specifico aspetto del regime delle
dismissioni, la situazione è di blocco dell'istruttoria per il
trasferimento dei beni immobili.
Da parte del ministro della Difesa, Parisi - si è quindi appreso
- c'è l'intenzione di rivedere la questione servitù militari
attraverso una conferenza nazionale dei Comipar. L'enorme
disponibilità di strutture militari inutilizzate per effetto del
trasferimento o soppressione dei reparti è certamente argomento
pregnante per la nostra regione. Si tratta di un patrimonio che è
in continuo degrado con risvolti di incolumità pubblica e ordine
pubblico. A ciò si aggiunge che la gestione dei poligoni militari
ancora in funzione - scesi da 26 a 8 - è problematica causa la
complessità delle norme nazionali e comunitarie di tutela
ambientale. L'erogazione degli indennizzi ai Comuni e ai
cittadini soggetti a servitù non è più equa e vede tempi di
liquidazione lunghissimi. Molte sono, poi, le richieste di enti
locali che vorrebbero poter riqualificare aree militari, siano
caserme o zone di addestramento, tratti stradali o poligoni.
Non da meno, esiste il problema - hanno evidenziato i componenti
del Comipar - dell'inquinamento acustico causato dagli aeroporti
militari presenti sul nostro territorio: a tal riguardo, primi in
Italia, è stato realizzato il progetto Milnoise con le basi di
Rivolto e Aviano per realizzare una zonizzazione acustica
parametrica dei Comuni limitrofi. Questo parametro, oggi non
considerato, potrà portare alla revisione dei criteri
contributivi da parte dello Stato.
Gli intervenuti hanno, infine, evidenziato l'esigenza di poter
operare in modo più incisivo e snello, senza sovrapposizioni con
altri soggetti ma in modo coordinato; di ottenere momenti di
confronto periodici sia con le Commissioni competenti del
Consiglio regionale sia con gli Enti locali e le istituzioni
interessate; di proporre al Governo il rinnovo dei criteri di
riparto dei fondi statali e un progetto che favorisca gli Enti
locali che vogliono mettere in sicurezza i beni militari dismessi
garantendone la valorizzazione, ciò anche attraverso
un'integrazione normativa dei fondi comunitari; di avviare
incontri con le istituzioni europee, nazionali e regionali
interessate dalle medesime problematiche e poter formulare al
Governo una proposta unica di soluzione conclusiva.
(immagini alle tv)