Margh: Lupieri su ticket sanitari
(ACON) Trieste, 16 gen - COM/MPB - Dal momento che la nostra
Regione è in grado di redigere una normativa che regolamenti i
ticket per gli accessi al pronto soccorso, si riveda la delibera
del 1992 a firma dell'assessore Mario Brancati.
E' quanto afferma in una nota il consigliere regionale della
Margherita Sergio Lupieri che spiega che si tratta di una
normativa, del resto poco applicata e comunque a macchia di
leopardo, che lascia scoperti due terzi delle prestazioni e che
crea più disagi per i cittadini pazienti e gli operatori sanitari
che un reale filtro agli accessi eventualmente non appropriati al
pronto soccorso.
Ritenere assoggettabili al pagamento del ticket tutte le
prestazioni effettuate in pronto soccorso che non rivestono
carattere di urgenza, comprese le indagini radiologiche, di
laboratorio e gli interventi specialistici, crea il problema
della definizione esatta e precisa di quali siano le situazioni
cliniche patologiche non urgenti. Certamente la normativa
Brancati non è in grado di affrontare questo problema in modo
risolutivo, in quanto la definizione dell'urgenza e quindi di
codici bianchi o rossi non è sempre agevole.
Inoltre, la tavola sinottica di questa norma risulta essere
discordante dal testo, il che contribuisce a complicare
ulteriormente la sua completa attuazione.
Riguardo ai 10 euro di ticket per i non esenti è importante fare
un ragionamento su cosa essi rappresentino e quali possano
risultare le ingiuste conseguenze all'applicazione di questa
normativa.
Nell'attesa che il governo centrale interpreti le problematiche e
le proposte delle Regioni per una eventuale modifica o
sospensione della normativa a livello nazionale, a livello
regionale facciamo un approfondimento ed un ragionamento su cosa
significhi per i cittadini del Friuli Venezia Giulia
l'applicazione di questo ticket di 10 euro. Le prestazioni hanno
costi diversi e non è certamente equo applicare su tutte
l'aggiunta indiscriminata di 10 euro.
Ma mi auguro - conclude Lupieri - venga affrontata soprattutto la
possibilità di eliminare questa tassazione che di fatto va a
rincarare i costi per la salute e va quindi contro una reale
giustizia sociale, contrastando quei principi di equità,
solidarietà e di universalismo ai quali si rifà il nostro
servizio sanitario nazionale e regionale.