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UDC: Molinaro, voto contrario a riforma urbanistica

18.01.2007
18:54
(ACON) Trieste, 18 gen - COM/MPB - "E', di fatto, il più importante progetto di legge per lo sviluppo predisposto in questa IX legislatura regionale, ma vede la luce con una evidente violazione delle potestà dei Comuni, con una moltiplicazione di enti e procedure e con la pericolosa rinuncia a un pezzo della specialità del Friuli Venezia Giulia. Un progetto neoconservatore, che è attento al centralismo regionale e non allo sviluppo del Friuli Venezia Giulia. Da ciò un voto convintamente contrario e un forte impegno in ogni sede a contrastare questo ennesimo tentativo del presidente Illy, dell'assessore Sonego e di tutta la maggioranza di far fare un salto nel buio all'intero territorio regionale".

Commenta così il capogruppo UDC in Consiglio regionale Roberto Molinaro l'avvenuta approvazione in Commissione del progetto di legge della Giunta regionale in materia di pianificazione urbanistica.

"Una nuova strumentazione legislativa era necessaria, perché è cambiato l'ordinamento italiano, con la Regione e i Comuni collocati sullo stesso piano - precisa l'esponente UDC - e perché il Piano e la legge urbanistica erano vecchi più di quindici anni anche se avevano rappresentato un buon esempio di governo del territorio in Italia".

"Ma si è voluto voltare pagina, con una copianificazione tra Regione e Comuni che, di fatto, toglie ogni potestà al Comune singolo, eccetto che ai capoluoghi di Provincia - spiega il capogruppo centrista - dal momento che tutte le decisioni vere saranno assunte a livello sovracomunale da nuovi soggetti giuridici pubblici quali le Associazioni intercomunali di pianificazione (AIP) che redigeranno e approveranno il Piano strutturale comunale (PSC), l'unico piano che potrà contenere le previsioni di sviluppo delle attività produttive e delle nuove aree residenziali".

"I Comuni dovranno operare insieme secondo ambiti che saranno, di fatto, successivamente definiti dalla Regione - spiega ancora l'esponente UDC - concordando tra loro, tra l'altro, l'ubicazione delle aree sia per le attività produttive, sia per le nuove zone residenziali".

"Una follia prevedere, per questo, la creazione di decine e decine di nuove istituzioni pubbliche, come le associazioni intercomunali di pianificazione (AIP), con notevole esborso di denaro pubblico - prosegue ancora l'esponente UDC - dopo che per anni si è predicata la semplificazione, e non utilizzare ciò che c'è, ovvero Province, Comunità montane, Unioni di comuni o le ASTER in via costituzione".

"Siamo in presenza di un disegno lucido: si vogliono annientare i piccoli Comuni e costringerli nell'ennesimo organismo intercomunale, autoreferenziato e privo di controllo democratico anche per la fondamentale scelta del governo del territorio".

"Se a questo aggiungiamo che la nuova disciplina edilizia in Friuli Venezia Giulia sarà quella dello Stato - aggiunge ancora Molinaro - dal momento che buttiamo via con inusitata leggerezza i quindici anni di applicazione della legge regionale 52/1991, che è fatta anche dell'esperienza di centinaia di uffici tecnici locali e professionali, evidentemente si vuole rinunciare a un pezzo di specialità, anche perché, nel contempo, si accetta di scrivere, sotto dettatura dello Stato medesimo, la nuova disciplina del paesaggio e forse anche un pezzo consistente del nuovo Piano territoriale regionale".

"Tutto questo comporterà, per i prossimi quattro anni, caos normativo e un probabile blocco degli investimenti - conclude Molinaro - con buona pace dei Comuni che, attraverso il Consiglio delle autonomie, hanno espresso, forse con troppa superficialità, un'intesa unanime su questa nuova prospettiva".