UDC: Molinaro, voto contrario a riforma urbanistica
(ACON) Trieste, 18 gen - COM/MPB - "E', di fatto, il più
importante progetto di legge per lo sviluppo predisposto in
questa IX legislatura regionale, ma vede la luce con una evidente
violazione delle potestà dei Comuni, con una moltiplicazione di
enti e procedure e con la pericolosa rinuncia a un pezzo della
specialità del Friuli Venezia Giulia. Un progetto
neoconservatore, che è attento al centralismo regionale e non
allo sviluppo del Friuli Venezia Giulia. Da ciò un voto
convintamente contrario e un forte impegno in ogni sede a
contrastare questo ennesimo tentativo del presidente Illy,
dell'assessore Sonego e di tutta la maggioranza di far fare un
salto nel buio all'intero territorio regionale".
Commenta così il capogruppo UDC in Consiglio regionale Roberto
Molinaro l'avvenuta approvazione in Commissione del progetto di
legge della Giunta regionale in materia di pianificazione
urbanistica.
"Una nuova strumentazione legislativa era necessaria, perché è
cambiato l'ordinamento italiano, con la Regione e i Comuni
collocati sullo stesso piano - precisa l'esponente UDC - e perché
il Piano e la legge urbanistica erano vecchi più di quindici anni
anche se avevano rappresentato un buon esempio di governo del
territorio in Italia".
"Ma si è voluto voltare pagina, con una copianificazione tra
Regione e Comuni che, di fatto, toglie ogni potestà al Comune
singolo, eccetto che ai capoluoghi di Provincia - spiega il
capogruppo centrista - dal momento che tutte le decisioni vere
saranno assunte a livello sovracomunale da nuovi soggetti
giuridici pubblici quali le Associazioni intercomunali di
pianificazione (AIP) che redigeranno e approveranno il Piano
strutturale comunale (PSC), l'unico piano che potrà contenere le
previsioni di sviluppo delle attività produttive e delle nuove
aree residenziali".
"I Comuni dovranno operare insieme secondo ambiti che saranno, di
fatto, successivamente definiti dalla Regione - spiega ancora
l'esponente UDC - concordando tra loro, tra l'altro, l'ubicazione
delle aree sia per le attività produttive, sia per le nuove zone
residenziali".
"Una follia prevedere, per questo, la creazione di decine e
decine di nuove istituzioni pubbliche, come le associazioni
intercomunali di pianificazione (AIP), con notevole esborso di
denaro pubblico - prosegue ancora l'esponente UDC - dopo che per
anni si è predicata la semplificazione, e non utilizzare ciò che
c'è, ovvero Province, Comunità montane, Unioni di comuni o le
ASTER in via costituzione".
"Siamo in presenza di un disegno lucido: si vogliono annientare i
piccoli Comuni e costringerli nell'ennesimo organismo
intercomunale, autoreferenziato e privo di controllo democratico
anche per la fondamentale scelta del governo del territorio".
"Se a questo aggiungiamo che la nuova disciplina edilizia in
Friuli Venezia Giulia sarà quella dello Stato - aggiunge ancora
Molinaro - dal momento che buttiamo via con inusitata leggerezza
i quindici anni di applicazione della legge regionale 52/1991,
che è fatta anche dell'esperienza di centinaia di uffici tecnici
locali e professionali, evidentemente si vuole rinunciare a un
pezzo di specialità, anche perché, nel contempo, si accetta di
scrivere, sotto dettatura dello Stato medesimo, la nuova
disciplina del paesaggio e forse anche un pezzo consistente del
nuovo Piano territoriale regionale".
"Tutto questo comporterà, per i prossimi quattro anni, caos
normativo e un probabile blocco degli investimenti - conclude
Molinaro - con buona pace dei Comuni che, attraverso il Consiglio
delle autonomie, hanno espresso, forse con troppa superficialità,
un'intesa unanime su questa nuova prospettiva".