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PDCI: Zorzini, le priorità del comparto sanitario

09.02.2007
14:52
(ACON) Trieste, 09 feb - COM/RC - "Ho già avuto modo di dire come trovi sbagliato trattare i problemi concernenti le politiche sanitarie in chiave meramente tecnico-economicistica. Le priorità e i problemi reali del comparto sono altri: penso ai pronto soccorso intasati, ai reparti con personale sottodimensionato, ai precari della sanità, alle liste d'attesa alla cui riduzione non sono ancora state date risposte adeguate. E' su questi nodi che bisognerebbe intervenire, poiché i cittadini aspettano risposte concrete ai loro bisogni". Inizia così il comunicato che la consigliera regionale del PDCI, Bruna Zorzini, rende noto al termine di una conferenza stampa organizzata con i colleghi di PRC e Verdi sul Sistema sanitario regionale (SSR).

Così i contenuti della nota della consigliera:

"Non credo che un riassetto burocratico-amministrativo possa automaticamente soddisfare queste esigenze: è tutto da dimostrare se potrebbe garantire efficacia, efficienza e quindi diminuire nel concreto le spese per la sanità. Non credo poi che nell'ambito del SSR - che deve rimanere pubblico per non venire a meno al diritto universale alla salute - si possano tout court applicare strumenti di analisi normalmente usati per risollevare le sorti di un'azienda privata.

"In questo senso è indicativo il fatto che lo studio commissionato dalla Regione, al fine di individuare la formula vincente su cui impostare la riforma della sanità, individui in una delle criticità del territorio la cresciuta aspettativa di vita dovuta all'innovazione ed al progresso tecnologico ... (la cosa si commenta da sé).

"Non credo giusta questa maniera di approcciarsi alla materia, e credo che, piuttosto che pagare manager dell'economia, bisognerebbe affidarsi all'opinione degli operatori del settore, degli amministratori locali, dei comitati delle utenze, come anche importanti leggi nazionali stabiliscono (decreto Bindi 229/ 2000 recepito dalla legislazione regionale). In questo senso non approvo razionalizzazioni forzate ed accelerate che puntano esclusivamente a ridurre i numeri delle ASS (da 9 a 3 e poi a 1) fatte a tavolino senza tener conto dell'esigenza dei territori, alcuni dei quali presentano strutture depauperate; dalla diversa domanda di sanità degli stessi, stando attenti a non comprimere e penalizzare fortemente alcune province - penso a Gorizia.

"E' da qui che bisognerebbe impostare qualsiasi ragionamento che si proponga di ridurre le ASS, cosa di cui peraltro non si parla nel programma elettorale di ID. Queste cose le dico con cognizione di causa: non sono stati infatti i comunisti a stabilire l'assetto attuale delle ASS del FVG, ma piuttosto le riforme degli anni '90, da noi fortemente avversate. Queste riforme nel creare separatezze tra aziende ospedaliere e territoriali, hanno anche generato storture ( da qui la proposta di modifica alla LR 13/95 già a presentata da PdCI e RC).

"Ora ci viene detto che ci sono troppo attori sulla scena della Sanità regionale, ma io credo che qualsiasi ragionamento che si basi su logiche di riduzione non potrà che partire dalla realtà, provincia per provincia, tenendo come obiettivo irrinunciabile l'uniformità dell'offerta di salute e assumendo i criteri e le variabili di cui sopra e tenendo conto dei processi virtuosi consolidati nel tempo, anche attraverso i distretti, bracci operativi delle ASS; ora mi si dice che questa riduzione li rafforzerebbe! Mi si deve proprio spiegare come! Sinceramente non lo capisco...

"Per quanto riguarda la gestione del patrimonio immobiliare del SSR, la ricerca in questione - anch'essa mutuata da correnti di pensiero proprie dell'economia finanziaria applicata all'impresa privata - concernente modelli alternativi per la gestione del patrimonio immobiliare, inevitabilmente porterà a togliere ruolo ed autonomia programmatoria alla P.A. nell'ambito di un servizio pubblico ad alta rilevanza sociale.

"Ecco perché, con l'ultima finanziaria regionale, quando ci è stato proposto che: "al fine di razionalizzare e coordinare l'attuazione dei programmi di investimento ... la Giunta regionale è autorizzata a definire l'uso di strumenti consortili o l'istituzione di società mista o la costituzione di un fondo immobiliare" insieme con il collega De Angelis ho richiesto e ottenuto che fosse stabilito che le quote dovessero comunque rimanere di totale proprietà pubblica e che per tali operazioni ci fosse il parere delle commissioni consiliari competenti, almeno come riduzione del danno.

"Comunque, questo modo di calare le decisioni dall'alto, mettendo i consiglieri, all'ultimo minuto, di fronte a bozze di articolati di legge preconfezionati, senza fare passaggi adeguati in maggioranza, non è a mio avviso la maniera più trasparente e democratica di procedere. Ecco perché non siamo d'accordo che si dia un'accelerazione a questi processi, che comunque vedrebbero come principali attori la Giunta regionale ed il direttore centrale del Patrimonio e servizi generali. Soluzione peggiore è la gestione di un Fondo con conferimento del patrimonio dagli Enti del SSR allo stesso, che comporterebbe da un lato le aziende in affitto e dall'altro la gestione in mano ad un soggetto terzo. A chi spetterebbero le decisioni programmatorie importanti? Rimane comunque grande assente il Consiglio che pur dovrebbe essere l'interprete dei bisogni e delle priorità dei territori, al fine di arrivare a scelte condivise".