PDCI: Zorzini, le priorità del comparto sanitario
(ACON) Trieste, 09 feb - COM/RC - "Ho già avuto modo di dire
come trovi sbagliato trattare i problemi concernenti le politiche
sanitarie in chiave meramente tecnico-economicistica. Le priorità
e i problemi reali del comparto sono altri: penso ai pronto
soccorso intasati, ai reparti con personale sottodimensionato, ai
precari della sanità, alle liste d'attesa alla cui riduzione non
sono ancora state date risposte adeguate. E' su questi nodi che
bisognerebbe intervenire, poiché i cittadini aspettano risposte
concrete ai loro bisogni". Inizia così il comunicato che la
consigliera regionale del PDCI, Bruna Zorzini, rende noto al
termine di una conferenza stampa organizzata con i colleghi di
PRC e Verdi sul Sistema sanitario regionale (SSR).
Così i contenuti della nota della consigliera:
"Non credo che un riassetto burocratico-amministrativo possa
automaticamente soddisfare queste esigenze: è tutto da dimostrare
se potrebbe garantire efficacia, efficienza e quindi diminuire
nel concreto le spese per la sanità. Non credo poi che
nell'ambito del SSR - che deve rimanere pubblico per non venire a
meno al diritto universale alla salute - si possano tout court
applicare strumenti di analisi normalmente usati per risollevare
le sorti di un'azienda privata.
"In questo senso è indicativo il fatto che lo studio
commissionato dalla Regione, al fine di individuare la formula
vincente su cui impostare la riforma della sanità, individui in
una delle criticità del territorio la cresciuta aspettativa di
vita dovuta all'innovazione ed al progresso tecnologico ... (la
cosa si commenta da sé).
"Non credo giusta questa maniera di approcciarsi alla materia, e
credo che, piuttosto che pagare manager dell'economia,
bisognerebbe affidarsi all'opinione degli operatori del settore,
degli amministratori locali, dei comitati delle utenze, come
anche importanti leggi nazionali stabiliscono (decreto Bindi 229/
2000 recepito dalla legislazione regionale). In questo senso non
approvo razionalizzazioni forzate ed accelerate che puntano
esclusivamente a ridurre i numeri delle ASS (da 9 a 3 e poi a 1)
fatte a tavolino senza tener conto dell'esigenza dei territori,
alcuni dei quali presentano strutture depauperate; dalla diversa
domanda di sanità degli stessi, stando attenti a non comprimere
e penalizzare fortemente alcune province - penso a Gorizia.
"E' da qui che bisognerebbe impostare qualsiasi ragionamento che
si proponga di ridurre le ASS, cosa di cui peraltro non si parla
nel programma elettorale di ID. Queste cose le dico con
cognizione di causa: non sono stati infatti i comunisti a
stabilire l'assetto attuale delle ASS del FVG, ma piuttosto le
riforme degli anni '90, da noi fortemente avversate. Queste
riforme nel creare separatezze tra aziende ospedaliere e
territoriali, hanno anche generato storture ( da qui la proposta
di modifica alla LR 13/95 già a presentata da PdCI e RC).
"Ora ci viene detto che ci sono troppo attori sulla scena della
Sanità regionale, ma io credo che qualsiasi ragionamento che si
basi su logiche di riduzione non potrà che partire dalla realtà,
provincia per provincia, tenendo come obiettivo irrinunciabile
l'uniformità dell'offerta di salute e assumendo i criteri e le
variabili di cui sopra e tenendo conto dei processi virtuosi
consolidati nel tempo, anche attraverso i distretti, bracci
operativi delle ASS; ora mi si dice che questa riduzione li
rafforzerebbe! Mi si deve proprio spiegare come! Sinceramente non
lo capisco...
"Per quanto riguarda la gestione del patrimonio immobiliare del
SSR, la ricerca in questione - anch'essa mutuata da correnti di
pensiero proprie dell'economia finanziaria applicata all'impresa
privata - concernente modelli alternativi per la gestione del
patrimonio immobiliare, inevitabilmente porterà a togliere ruolo
ed autonomia programmatoria alla P.A. nell'ambito di un servizio
pubblico ad alta rilevanza sociale.
"Ecco perché, con l'ultima finanziaria regionale, quando ci è
stato proposto che: "al fine di razionalizzare e coordinare
l'attuazione dei programmi di investimento ... la Giunta
regionale è autorizzata a definire l'uso di strumenti consortili
o l'istituzione di società mista o la costituzione di un fondo
immobiliare" insieme con il collega De Angelis ho richiesto e
ottenuto che fosse stabilito che le quote dovessero comunque
rimanere di totale proprietà pubblica e che per tali operazioni
ci fosse il parere delle commissioni consiliari competenti,
almeno come riduzione del danno.
"Comunque, questo modo di calare le decisioni dall'alto, mettendo
i consiglieri, all'ultimo minuto, di fronte a bozze di articolati
di legge preconfezionati, senza fare passaggi adeguati in
maggioranza, non è a mio avviso la maniera più trasparente e
democratica di procedere. Ecco perché non siamo d'accordo che si
dia un'accelerazione a questi processi, che comunque vedrebbero
come principali attori la Giunta regionale ed il direttore
centrale del Patrimonio e servizi generali. Soluzione peggiore è
la gestione di un Fondo con conferimento del patrimonio dagli
Enti del SSR allo stesso, che comporterebbe da un lato le aziende
in affitto e dall'altro la gestione in mano ad un soggetto terzo.
A chi spetterebbero le decisioni programmatorie importanti?
Rimane comunque grande assente il Consiglio che pur dovrebbe
essere l'interprete dei bisogni e delle priorità dei territori,
al fine di arrivare a scelte condivise".