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II Comm: esame progetti di modifica legge sul commercio (1)

21.02.2007
11:04
(ACON) Trieste, 21 feb - RC - Si parla di commercio e somministrazione di alimenti e bevande, in II Commissione consiliare presieduta dal diessino Mirio Bolzan. Due i provvedimenti all'esame: il primo, presentato dall'assessore Enrico Bertossi, va a modificare la legge regionale 29/2005 che a sua volta già metteva mano alla disciplina organica del turismo datata gennaio 2002; il secondo è il progetto di legge della Lega Nord, primo firmatario Maurizio Franz, che mira ad aggiustare sempre la LR 29 del 2005, ma quanto a giornate di chiusura dei negozi.

I cambiamenti necessari alla 29 - ha spiegato Bertossi - derivano soprattutto dal doverci adeguare ai nuovi principi comunitari nel campo delle attività produttive contenuti nella legge 248/2006 (rilancio economico e sociale, razionalizzazione della spesa pubblica, contrasto all'evasione fiscale), principi che trovano applicazione pur in assenza di esplicito recepimento da parte della Regione. Vi è, poi, la sentenza del TAR che ha sancito che, nonostante la distinzione tra generi alimentari e non alimentari, ai fini degli orari di apertura degli esercizi di vendita al dettaglio si deve continuare a fare riferimento al criterio della prevalenza.

Entrando nel dettaglio, tra i generi non alimentari a basso impatto dell'articolo 1 si inseriscono i materiali elettrici tra quelli dell'edilizia nonché gli elettrodomestici, mentre con l'art. 2 si adegua la vendita dei farmaci da banco. Gli artt. 3 e 4 eliminano le iscrizioni al registro del commercio e il possesso di requisiti professionali, eccezion fatta per l'attività di vendita alimentare e per la somministrazione. Nel 5, si introduce il concetto di prevalenza (come stabilito dalla citata sentenza del TAR) e i prodotti per l'igiene della persona e della casa sono equiparati ai generi alimentari: la prevalenza viene rapportata ad almeno il 75% della superficie di vendita e viene accertata dal Comune; gli orari sono liberalizzati per gli esercizi commerciali con superficie di vendita non superiore a 400 metri quadrati; si consente al sindaco, in particolari occasioni, di disporre l'apertura obbligatoria ma anche facoltativa dei negozi nei giorni di festa e secondo orari prestabiliti; si dà facoltà alla Giunta regionale di modificare con semplice delibera gli ATO.

L'art. 6 modifica radicalmente le vendite promozionali (svolgimento senza autorizzazioni preventive né limitazioni quantitative o temporali, salvo che nei 40 giorni precedenti i saldi), nel rispetto comunque dell'obbligo di comunicazione al Comune e dell'esposizione dei prezzi (ordinario, scontato e percentuale di sconto). Il 7 dice che la Regione può trasferire a titolo gratuito le azioni di sua proprietà della Società Lignano Sabbiadoro Gestioni all'Agenzia Turismo FVG. Infine, l'8 introduce una disposizione transitoria per il 2007 con la quale si consente che la deliberazione della Conferenza dei Comuni sia revocata o modificata anche prima della decorrenza di un anno dall'adozione. Non sono state eliminate le distanze tra punti vendita della stampa quotidiana e periodica - ha chiosato l'assessore - in quanto la riforma è ancora in discussione.

Evidenti, invece, le lacune della 29/2005 per Franz. Non ci risulta - ha detto - che l'estensione delle aperture domenicali abbia portato ad effettivi incrementi di fatturato, anzi gli operatori si sono lamentati degli aumenti dei costi e del dover ricorre a personale non qualificato, oltre al disagio creato ai piccoli negozi non in grado di competere con i centri commerciali. Per non parlare poi - ha aggiunto - della notevole confusione che si è creata, sino a giungere a ricorsi presso il TAR, per gli esercizi che vendono generi misti, ovvero alimentari e non: leggi e regolamenti considerano i centri commerciali come un'unica realtà, e non come un insieme di negozi, dove per fatturato e superficie il comparto alimentare è considerato prevalente, consentendo così l'apertura generalizzata per tutte le domeniche a tutti i negozi della struttura.

A nostro parere - ha aggiunto - questa situazione non è più tollerabile. La proposta è di eliminare la distinzione fra esercizi commerciali alimentari e non, in modo tale da rimuovere alla radice tutti i problemi interpretativi connessi all'accertamento della prevalenza della vendita di prodotti alimentari nei negozi misti; riportare le aperture domenicali a 8, fatte salve quelle di dicembre, restando invariata la facoltà per la Conferenza dei Comuni di proporre ulteriori aperture fino ad un massimo di 3 (le aperture domenicali annuali saranno quindi non più di 15); per l'individuazione delle zone turistiche, per quanto riguarda i Comuni capoluogo si propone che esse coincidano con i soli centri storici, salvo Trieste (per il territorio non rientrante nell'ambito di località turistica, si potranno applicare le deliberazioni della Conferenza dei Comuni non turistici della Provincia di appartenenza).

(segue) (immagini alle tv)