CR: elettorale, relatore minoranza Battellino (7)
(ACON) Trieste, 27 feb - MPB - Una proposta non accettabile
anche per Alessandra Battellino (IPR) che avrebbe voluto fosse
un'opportunità per meglio definire i rapporti fra il Consiglio e
l'Esecutivo, fino a raggiungere un soddisfacente equilibrio nel
mutato assetto istituzionale: così concepita invece non riesce a
riaffermare la piena dignità del Consiglio.
Positiva la compatibilità tra consiglieri e assessori, ma
eccessiva la libertà del presidente della Regione di scegliere
gli assessori senza alcuna limitazione se non quella legata
all'appartenenza di genere, peraltro intesa in senso non
paritario: l'imposizione di un numero fisso di assessori donne
non può essere intesa come una conquista femminile. Quanto alle
pari opportunità, si sarebbe dovuto promuovere un'effettiva
partecipazione femminile alla vita politica, visto che il Friuli
Venezia Giulia è tra le regioni italiane quella che ha il più
basso numero di donne inserite. La scelta di imporre liste dove
sia garantita la sola presenza dei due generi, nel rapporto
minimo del 40 e 60 per cento, accanto alla condizione di
irricevibilità delle liste in caso di inadempienza, si rivelerà -
secondo la consigliera - fortemente penalizzante per quelle donne
che non chiedono quote, ma libertà di concorrere.
Battellino, vista l'assenza di un innovativo orientamento verso
scelte che garantiscano la governabilità e rafforzino l'autonomia
del Consiglio (per esempio un presidente di Regione esterno al
Consiglio), oppure l'elezione contestuale di presidente e
vicepresidente, argomenta gli altri nodi della proposta: il
premio di maggioranza, lo sbarramento di lista, lo sbarramento di
coalizione e il voto disgiunto. Critica sull'idea di elevare lo
sbarramento di coalizione per spingere verso il bipolarismo,
sottolinea che ciò che importa è la governabilità assieme alla
libertà di scegliere tra progetti realmente alternativi. Il voto
disgiunto, poi, sarebbe corretto solo se affiancato a un sistema
di votazione che preveda schede elettorali separate, una per
scegliere i consiglieri e una per il candidato presidente. Così
il presidente potrebbe dirsi realmente eletto dai cittadini e il
Consiglio sarebbe realmente rappresentativo dell'elettorato.
Usufruire, invece, di un voto congiunto, equivale ad attribuire
al presidente più voti di quelli che realmente egli sarebbe in
grado di ottenere e più forza rappresentativa di quella che in
realtà avrebbe.
(segue)