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CR: elettorale, relatore minoranza Battellino (7)

27.02.2007
13:13
(ACON) Trieste, 27 feb - MPB - Una proposta non accettabile anche per Alessandra Battellino (IPR) che avrebbe voluto fosse un'opportunità per meglio definire i rapporti fra il Consiglio e l'Esecutivo, fino a raggiungere un soddisfacente equilibrio nel mutato assetto istituzionale: così concepita invece non riesce a riaffermare la piena dignità del Consiglio.

Positiva la compatibilità tra consiglieri e assessori, ma eccessiva la libertà del presidente della Regione di scegliere gli assessori senza alcuna limitazione se non quella legata all'appartenenza di genere, peraltro intesa in senso non paritario: l'imposizione di un numero fisso di assessori donne non può essere intesa come una conquista femminile. Quanto alle pari opportunità, si sarebbe dovuto promuovere un'effettiva partecipazione femminile alla vita politica, visto che il Friuli Venezia Giulia è tra le regioni italiane quella che ha il più basso numero di donne inserite. La scelta di imporre liste dove sia garantita la sola presenza dei due generi, nel rapporto minimo del 40 e 60 per cento, accanto alla condizione di irricevibilità delle liste in caso di inadempienza, si rivelerà - secondo la consigliera - fortemente penalizzante per quelle donne che non chiedono quote, ma libertà di concorrere.

Battellino, vista l'assenza di un innovativo orientamento verso scelte che garantiscano la governabilità e rafforzino l'autonomia del Consiglio (per esempio un presidente di Regione esterno al Consiglio), oppure l'elezione contestuale di presidente e vicepresidente, argomenta gli altri nodi della proposta: il premio di maggioranza, lo sbarramento di lista, lo sbarramento di coalizione e il voto disgiunto. Critica sull'idea di elevare lo sbarramento di coalizione per spingere verso il bipolarismo, sottolinea che ciò che importa è la governabilità assieme alla libertà di scegliere tra progetti realmente alternativi. Il voto disgiunto, poi, sarebbe corretto solo se affiancato a un sistema di votazione che preveda schede elettorali separate, una per scegliere i consiglieri e una per il candidato presidente. Così il presidente potrebbe dirsi realmente eletto dai cittadini e il Consiglio sarebbe realmente rappresentativo dell'elettorato. Usufruire, invece, di un voto congiunto, equivale ad attribuire al presidente più voti di quelli che realmente egli sarebbe in grado di ottenere e più forza rappresentativa di quella che in realtà avrebbe.

(segue)