CR: legge elettorale, fine dibattito, lavori a domani (11)
(ACON) Trieste, 27 feb - RC - Questa norma non è una garanzia,
ma un'agevolazione, per i rappresentanti della minoranza slovena,
di veder eletti in Consiglio regionale i loro rappresentanti.
Così il consigliere Mirko Spacapan (Margh), che poi ha ricordato
le ragioni per cui il Friuli Venezia Giulia à divenuta una
Regione autonoma. E' quindi giusto, per lui, che il provvedimento
agevoli la rappresentanza della minoranza, ma - ha rimarcato più
volte - non è un favoritismo. Lo stesso meccanismo di
agevolazione, a suo dire, dovrebbe essere previsto per la
raccolta delle firme di presentazione delle liste.
Discorso in sostegno della minoranza slovena anche per Tamara
Blazina (DS), che ha, però, accusato l'Unione slovena e la
Margherita di aver fatto un accordo tale per cui si dà sostegno
solo a una parte politica dei rappresentanti della minoranza,
avendo impedito ogni dialogo allargato. Per il resto, la proposta
è interessante quanto a premio di maggioranza, all'eliminazione
del listino e al favorire la presenza femminile. Si tratta - ha
detto - di una legge che darà garanzia agli elettori di votare i
propri candidati e di avere un governo che guiderà la Regione per
5 anni. Personalmente sarebbe stata favorevole a un più marcato
bipolarismo e dunque a un diverso sbarramento, ma poiché è
componente di una coalizione ampia, va bene quanto deciso ai
tavoli di lavoro. Bisogna che i partiti si assumano la
responsabilità di attuare la norma, altrimenti per le donne non
ci saranno reali possibilità.
Bruno Zvech (DS) ha ricordato che la legge vigente ha consentito
ai cittadini l'elezione diretta del presidente, di eleggere con
premio di maggioranza la maggioranza che lo sostiene e un
programma di attività politica. Tutto ciò grazie al
centro-sinistra che ha portato al referendum, mentre per il
centro-destra oggi si sarebbe avuta un'altra legge. Anche la
nuova proposta ha un punto fermo: l'elezione diretta del
presidente. Zvech, invece, non è d'accordo se l'autonomia della
Regione si traduce in autoreferenzialità e non tiene conto di
quanto accade a livello nazionale. Il premio di maggioranza è
giusto perché il presidente e la sua coalizione devono poter
adempiere al programma con tranquillità. Il listino significa
semplificazione e serenità nella costruzione delle liste, e
poteva anche restare. Quanto alla questione di genere, non basta
mettere in lista più donne perché più donne siano elette. La
rappresentatività è una questione aperta: non esistono i partiti
e i partitini, sono tutti uguali, ma la loro rappresentatività
non può essere decisa per legge.
Da ultimo, Roberto De Gioia (Aut.Soc) si è detto contro il
presidenzialismo perché se i cittadini si trovano un solo nome
quale presidente, non possono decidere in autonomia. E' però il
listino, già nella scorsa legislatura, ad avere registrato la sua
maggiore contrarietà perché si tratta di candidati che non si
sottopongono all'esame degli elettori. Mi interessa che non ci
sia più il listino - ha detto - e mi darò da fare perché questa
legge passi. Voterò secondo coscienza.
Finito il dibattito generale, i lavori riprenderanno domani
mattina alle 10.00.
(fine)