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FI: Camber, politica regionale dei trasporti negativa

07.03.2007
15:36
(ACON) Trieste, 07 mar - COM/RC - Attacca la politica dei trasporti adottata dalla Giunta regionale, il consigliere di FI Piero Camber, che in un comunicato parla del dépliant che l'assessore Lodovico Sonego ha distribuito nelle stazioni ferroviarie e in cui non manca una sua foto, opuscolo che - scrive Camber - è stato senza dubbio pagato dalla Regione e in cui si esalta il servizio di trasposto pubblico con bus e si denigra il trasposto ferroviario. Su questa premessa - continua Camber - l'assessore annuncia che sta partendo una gara che dovrà unificare i due servizi. Il primo ed unico risparmio si dovrebbe ricavare dai costi sul personale. Peccato che ben tre sono i contratti di riferimento (autoferrotranvieri, ferrovieri e marittimi) e l'unico modo per farli conciliare sarà quello di portarli tutti ad un livello più elevato. Dov'è il risparmio? - è la domanda del consigliere, che incalza: un unico gestore, ma chi? Oggi a Pordenone e Gorizia le aziende sono interamente pubbliche, a Udine il 60% è in mano ai privati, a Trieste il 40%. Chi gestirà dunque? Il trasporto su gomma - rileva Camber - è a livelli di eccellenza proprio perché le aziende vivono sul territorio che presenta problematiche completamente differenti. A Trieste è tutto trasporto urbano locale, nelle altre tre aziende l'80% è extraurbano. Perché si vuole disfare ciò che funziona? E forse la replica della medesima filosofia che vuole eliminare tutte le aziende sanitarie per crearne una unica? La medesima che ha già tolto al controllo del Consiglio regionale - agli eletti dal popolo! - tutte le società partecipate dalla Regione, che nascondono così i loro business nel seno di "mamma" Friulia? Queste sono scelte - conclude il forzista - che non trovano la condivisione né dei cittadini, né dei dipendenti, né dei sindacati. Stanno creando un mostro di centralizzazione con il solo fine di concentrare il potere in una unica mano. Tanto si parla di devolution, ma alla fine tutto passa per le mani del faraone, pardon di Riccardo Illy.