V Comm: approvata legge denominazione Tocai friulano (1)
(ACON) Trieste, 15 mar - AB - Approvata dalla V Commissione del
Consiglio regionale la proposta di legge sulla tutela della
denominazione del Tocai friulano: DS, Margherita, Cittadini e
PRC-SE favorevoli; Forza Italia contraria; Lega Nord, UDC e IpR
astenuti.
La proposta di legge seguirà il percorso indicato dal presidente
della Commissione Antonio Martini (Margh) che ha richiamato il
dettato costituzionale: sarà inviata a Roma, al ministero degli
Esteri e alla presidenza del Consiglio dei ministri, e se entro
un mese non sarà bloccata potrà essere esaminata in Aula per la
sua approvazione.
E' di un solo articolo la proposta, che porta la firma di Bruno
Malattia e Maurizio Paselli (Citt), Mauro Travanut (DS), Igor
Kocijancic (PRC-SE), Cristiano Degano (Margh): "In applicazione
di quanto disposto dall'articolo 24, paragrafo 6, dell'Accordo
TRIP's (Accordo internazionale sulla tutela della proprietà
intellettuale) la denominazione "Tocai Friulano", che è
patrimonio della vitivinicoltura regionale ormai da mille anni,
può continuare ad essere utilizzata dai produttori vitivinicoli
della Regione Friuli Venezia Giulia anche dopo il 31 marzo 2007".
Il problema presenta aspetti giuridici di una certa complessità,
ha riconosciuto Malattia, ma l'opinione che si è venuta formando
è che esistano gli strumenti giuridici nel nostro ordinamento che
consentono di salvaguardare la denominazione Tocai friulano
sicuramente in Italia - che assorbe il 90% della produzione -
mentre fuori dai confini nazionali la competenza spetta alla
Corte di Giustizia europea.
A ribattere questa tesi è stato Isidoro Gottardo (FI). La
proposta si basa su un presupposto sul quale già si è espressa
contro la Corte di Giustizia europea; sui vini la potestà
esclusiva è affidata ai Regolamenti; se la legge entrasse in
vigore verrebbe impugnata dall'Ungheria per violazione del
diritto comunitario e ne chiederebbe anche i danni.
La battaglia sul Tocai è stata persa 14 anni fa e la Francia, in
un analogo caso sul pinot grigio, ha scelto un'altra strada poi
rivelatasi vincente: ha lanciato una denominazione alternativa,
l'ha sostenuta con una massiccia campagna promozionale e oggi, a
distanza di pochi anni, i consumatori hanno dimostrato di aver
recepito senza contraccolpi questo cambio.
E' inoltre impensabile che l'Ungheria, dopo aver investito
moltissimo sul Tokaj, creando un'immagine internazionale del
"vino del Re", butti all'aria tutto il suo lavoro.
Il fatto è che non abbiamo un nome alternativo, non abbiamo
avviato alcuna campagna promozionale e non sappiamo se i 12
milioni di euro a essa destinati saranno bloccati dall'Ue perché
considerati aiuti di Stato. Invece di addentrarci in cause perse
in partenza, ha concluso Gottardo sostenuto anche dal collega di
gruppo Antonio Pedicini (che ha definito l'iniziativa una
battaglia di retroguardia), sarebbe meglio negoziate con l'Ue la
campagna promozionale sul nuovo marchio.
(segue)
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