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Corecom: convegno "Presunto colpevole, intervento Tesini (1)

26.03.2007
15:02
(ACON) Scodovacca di Cervignano, 26 mar - MPB - E' possibile definire con appropriatezza ciò che è notizia e ciò che fa notizia?

L'interrogativo è stato rilanciato dal presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini al convegno "Presunto colpevole", organizzato da Corecom e Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia su ruolo e responsabilità dei media nell'acquisizione e nella verifica delle notizie e dei rapporti con la pubblica amministrazione, che si è svolto a Villa Chiozza di Scodovacca di Cervignano.

Perché - ha affermato Tesini - è evidente che i mezzi di informazione hanno bisogno di erogare-vendere notizie e cose che fanno notizia. Il modo e la rapidità con cui oggi si accede alle fonti, il poco tempo a disposizione per verificarle, per accertarne la fondatezza e per effettuare degli approfondimenti pesano molto quando, magari, c'è la certezza che una notizia data così come arriva possa fare centro.

Una riflessione importante per Tesini, dunque, quella promossa dal Corecom su una situazione che cambia per il cambiare dei costumi, della percezione dei diritti, del rapporto tra pubblico e privato e, quindi, anche del modo di regolare i flussi dell'informazione offerti a una opinione pubblica che di volta in volta è causa ed effetto delle dinamiche che si creano, più spesso vittima ma talvolta anche fattore scatenante di una informazione che deve affidarsi al sensazionalismo. E che, come informazione, per i traguardi acquisiti dal villaggio globale, arriva sempre e comunque, rendendo velleitari filtri, valutazioni, selezioni.

Certo, per Tesini, è difficile la ricerca del punto di equilibrio tra libertà di informazione, rispetto delle condizioni essenziali, della deontologia professionale e della correttezza del dato.

Ma se "Presunto colpevole" tocca una realtà di stringente attualità, Tesini da esponente della politica e delle istituzioni dichiara di non credere che la soluzione sia quella di mettere in sicurezza una casta di privilegiati, anche se la normativa sulla privacy probabilmente va ripensata, ma sostiene che "il problema è quello di favorire criteri che non circoscrivano i contenuti delle buone notizie nel sensazionalismo. Una sanità che fa notizia solo quando è malasanità, ed è solo un esempio, costituisce una patologia che va corretta, tanto che appartenga alla televisione quanto alla carta stampata".

Da qui l'auspicio che dal convegno scaturiscano indicazioni che non rinviino sempre e comunque alla coercizione delle norme, "perché ciò di cui c'è bisogno sono poche regole essenziali, che però vengano correttamente attuate ed applicate: senza imbavagliare nessuno, occorre una gestione corretta dell'informazione che si fa anche con la professionalità".

(foto in e-mail; immagini alle tv)

(segue)