CR: ddl foreste, i relatori di minoranza (2)
(ACON) Trieste, 28 mar - RC - Il Consiglio regionale ha ripreso
l'esame del disegno di legge sulle foreste con gli interventi dei
relatori di minoranza.
Giorgio Venier Romano (UDC) ha criticato le complessità della
pianificazione e della gestione previste, con eccessi
vincolistici e ripartizione di competenze, fra i vari enti
territoriali, stabilite da recenti leggi regionali non condivise.
Tutto ciò a fronte, però, di un apprezzamento generale del
provvedimento, che potrà essere migliorato con gli adeguati
emendamenti. Infine, il consigliere auspica una snella attuazione
degli articoli 94 e 95 attraverso i Regolamenti previsti
inerenti foresta, flora e fauna.
Anche Roberto Asquini (FI) ha anticipato la presentazione di
emendamenti migliorativi perché il testo - ha detto - non può
essere considerato soddisfacente nonostante una maggiore
semplificazione e le disposizioni per aumentare l'attrazione
turistica regionale. Crede che oltre ad un maggiore
consolidamento delle modifiche già approvate, debba essere
introdotta una maggiore devoluzione verso le Province e una
sburocratizzazione più accentuata soprattutto in materia
sanzionatoria.
Per Claudio Violino (LN), il testo è sì "unico", ma non aggiunge
novità sostanziali alla situazione normativa esistente e anche
per lui è lampante un centralismo eccessivo: per il settore
forestale manca del tutto la volontà di attuare un decentramento
delle funzioni a favore delle Comunità montane e delle Province.
Per quanto riguarda il sistema sanzionatorio delineato, è
particolarmente vessatorio dal momento che ricalca i meccanismi
della legge forestale del 1923, sconfessando di fatto
l'impostazione del regolamento forestale del 2003 evidentemente
ritenuto troppo permissivo. Gli eccessivi vincoli e l'attività di
polizia esasperata non possono che soffocare il proprietario
forestale, mortificare le imprese e condannare il bosco non più
curato all'abbandono.
(segue)