CR: legge per Insiel, i relatori (3)
(ACON) Trieste, 29 mar - RC - La Regione non vende il 49% di
Insiel con l'intenzione di fare cassa, ma - ha detto il relatore
di maggioranza, Cristiano Degano (Margh), in merito alla legge
sull'apertura ad investitori privati nell'azienda di via San
Francesco a Trieste - di incrementarne a fine aprile il capitale
sociale facendo entrare, probabilmente in estate, un socio
privato attraverso una procedura trasparente e non
discriminatoria, ovvero attraverso una gara europea ad evidenza
pubblica, e il socio privato dovrà essere industriale e non
finanziario.
Due anni fa - ha ricordato Degano - l'Amministrazione regionale
decise l'acquisto del 100% di Insiel per consentire il rinnovo
della concessione; poi il percorso prevedeva di dare mandato al
management di dare il via alla parte non in house, per arrivare,
alla fine, a mettere sul mercato una parte di azionario e cedere
al socio privato anche la gestione della società. Non si è
trattato solo di salvare l'azienda e i suoi dipendenti, ma si è
consentito alla Regione, e dunque alla società, di pagare meno i
servizi: ad oggi paghiamo quasi 12 milioni di euro all'anno in
meno di quando Insiel era a prevalenza privata, ed entro l'anno
si supereranno i 14 milioni. Guardando anche agli utili, si avrà
circa il 21% di risparmio rispetto a Insiel privata.
Mettere subito sul mercato il 49% della società consentirà, oggi,
di vendere una parte della società a condizioni più favorevoli
rispetto a gennaio 2008, quando ci sarà la sentenza della Corte
costituzionale in merito all'articolo 13 del decreto Bersani che
la Regione ha impugnato, appunto, davanti alla Consulta.
L'articolo, infatti, impone alle società a capitale pubblico come
Insiel di non svolgere prestazioni a favore di soggetti esterni
all'ente a cui appartengono.
Saranno, quindi, rispettate le regole di mercato, incluse quelle
molto specifiche di "put" e "call" (il socio acquista oggi il 49%
delle azioni allo stesso prezzo a cui, domani, dovrà acquistare
il restante 51%) che ci permetteranno - ha spiegato ancora Degano
- se la Consulta ci darà torto sull'impugnazione del decreto
Bersani, di vendere il restante 51% della società all'attuale
valore, alto, del 49% invece che a un futuro valore sicuramente
inferiore.
L'urgenza, se pensavamo un anno fa alla privatizzazione, non
serviva. Bastava ascoltare quanto aveva suggerito la passata
presidenza Cozzi - ha affermato il relatore di minoranza Roberto
Asquini (FI). Ora possiamo solo fare una vendita urgente
scommettendo sull'esito di certe sentenze. La verità è che
maggioranza e Giunta non hanno avuto la capacità di agire subito;
il dato è solo politico, ovvero di una mancanza di coesione
interna su certi temi.
Per Luca Ciriani (AN), secondo relatore di minoranza, la norma
non annulla i principi contenuti nel decreto Bersani, decreto che
dà una lezione di modernismo alla nostra Giunta, al di là se ci
siano state azioni fatte dal ministro per eventuali scopi
personali. Di fronte ad un'occasione di vero coraggio, la Regione
butta tutto alle ortiche. Si chiede alla Consulta di dare
garanzia ad azioni di protezionismo. Perché ritrovarsi tra un
anno allo stesso punto di oggi, se la Corte costituzionale ci
darà torto? Non si ha il coraggio di vendere tutto subito; il
2207 potrebbe essere utilizzato per rilanciare l'azienda.
Roberto Molinaro (UDC), altro relatore di minoranza, ha ricordato
che nel programma di ID c'é il percorso di una privatizzazione
parziale di Insiel. L'azienda tutta pubblica o tutta privata,
questo significa il decreto, perciò questa proposta di legge è
inadeguata. Si trovi il modo di cedere la totalità del pacchetto
azionario subito, perché l'esercizio 2006 è stato molto buono ma
destinato a decrescere in modo precipitoso. Sarebbe bene capire
quanto vale Insiel oggi (decine di milioni di euro) e quanto al
possibile coinvolgimento dei dipendenti nel capitale di Insiel,
la cosa non sarebbe del tutto sbagliata.
(segue)