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CR: legge per Insiel, i relatori (3)

29.03.2007
16:15
(ACON) Trieste, 29 mar - RC - La Regione non vende il 49% di Insiel con l'intenzione di fare cassa, ma - ha detto il relatore di maggioranza, Cristiano Degano (Margh), in merito alla legge sull'apertura ad investitori privati nell'azienda di via San Francesco a Trieste - di incrementarne a fine aprile il capitale sociale facendo entrare, probabilmente in estate, un socio privato attraverso una procedura trasparente e non discriminatoria, ovvero attraverso una gara europea ad evidenza pubblica, e il socio privato dovrà essere industriale e non finanziario.

Due anni fa - ha ricordato Degano - l'Amministrazione regionale decise l'acquisto del 100% di Insiel per consentire il rinnovo della concessione; poi il percorso prevedeva di dare mandato al management di dare il via alla parte non in house, per arrivare, alla fine, a mettere sul mercato una parte di azionario e cedere al socio privato anche la gestione della società. Non si è trattato solo di salvare l'azienda e i suoi dipendenti, ma si è consentito alla Regione, e dunque alla società, di pagare meno i servizi: ad oggi paghiamo quasi 12 milioni di euro all'anno in meno di quando Insiel era a prevalenza privata, ed entro l'anno si supereranno i 14 milioni. Guardando anche agli utili, si avrà circa il 21% di risparmio rispetto a Insiel privata.

Mettere subito sul mercato il 49% della società consentirà, oggi, di vendere una parte della società a condizioni più favorevoli rispetto a gennaio 2008, quando ci sarà la sentenza della Corte costituzionale in merito all'articolo 13 del decreto Bersani che la Regione ha impugnato, appunto, davanti alla Consulta. L'articolo, infatti, impone alle società a capitale pubblico come Insiel di non svolgere prestazioni a favore di soggetti esterni all'ente a cui appartengono.

Saranno, quindi, rispettate le regole di mercato, incluse quelle molto specifiche di "put" e "call" (il socio acquista oggi il 49% delle azioni allo stesso prezzo a cui, domani, dovrà acquistare il restante 51%) che ci permetteranno - ha spiegato ancora Degano - se la Consulta ci darà torto sull'impugnazione del decreto Bersani, di vendere il restante 51% della società all'attuale valore, alto, del 49% invece che a un futuro valore sicuramente inferiore.

L'urgenza, se pensavamo un anno fa alla privatizzazione, non serviva. Bastava ascoltare quanto aveva suggerito la passata presidenza Cozzi - ha affermato il relatore di minoranza Roberto Asquini (FI). Ora possiamo solo fare una vendita urgente scommettendo sull'esito di certe sentenze. La verità è che maggioranza e Giunta non hanno avuto la capacità di agire subito; il dato è solo politico, ovvero di una mancanza di coesione interna su certi temi.

Per Luca Ciriani (AN), secondo relatore di minoranza, la norma non annulla i principi contenuti nel decreto Bersani, decreto che dà una lezione di modernismo alla nostra Giunta, al di là se ci siano state azioni fatte dal ministro per eventuali scopi personali. Di fronte ad un'occasione di vero coraggio, la Regione butta tutto alle ortiche. Si chiede alla Consulta di dare garanzia ad azioni di protezionismo. Perché ritrovarsi tra un anno allo stesso punto di oggi, se la Corte costituzionale ci darà torto? Non si ha il coraggio di vendere tutto subito; il 2207 potrebbe essere utilizzato per rilanciare l'azienda.

Roberto Molinaro (UDC), altro relatore di minoranza, ha ricordato che nel programma di ID c'é il percorso di una privatizzazione parziale di Insiel. L'azienda tutta pubblica o tutta privata, questo significa il decreto, perciò questa proposta di legge è inadeguata. Si trovi il modo di cedere la totalità del pacchetto azionario subito, perché l'esercizio 2006 è stato molto buono ma destinato a decrescere in modo precipitoso. Sarebbe bene capire quanto vale Insiel oggi (decine di milioni di euro) e quanto al possibile coinvolgimento dei dipendenti nel capitale di Insiel, la cosa non sarebbe del tutto sbagliata.

(segue)