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III Comm: ipotesi riorganizzazione assetto ASS (1)

17.04.2007
19:31
(ACON) Trieste, 17 apr - ET - L'ipotesi di riorganizzazione dell'assetto istituzionale del Servizio sanitario regionale è stata oggetto di una lunga audizione dell'assessore competente davanti alla III Commissione consiliare.

Si ritiene di dover dotare il sistema sanitario di uno strumento che consenta di migliorare la gestione basata su una manutenzione continua, sulla circolazione dei professionisti e sull'ottimizzazione amministrativa e gestionale. Il volano potrebbe essere rappresentato dall'allargamento dei confini distrettuali che porterebbe a un miglioramento complessivo, aumentando la possibilità di collaborazione tra gli ospedali. La revisione delle modalità di partecipazione degli Enti locali alla creazione delle strategie di governo sanitario sarebbe un altro passo sulla via di un generale progresso.

L'illustrazione in dettaglio dell'ipotesi di revisione è partita dalla rilevazione dell'assetto attuale, con particolare riferimento sulla situazione delle sei aziende sanitarie. Il sistema ha complessivamente mantenuto efficacia e efficienza negli ultimi dodici anni, pur esprimendo delle criticità: eccessivo numero di attori che complicano l'azione di governo del sistema, dimensioni piccole di ospedali e distretti che rendono difficili i processi organizzativi oltre a non consentire economie di scala e di specializzazione, necessità di aumentare l'efficienza complessiva per liberare risorse da destinare al territorio.

L'ipotesi presentata dall'assessore prevede alla fine di un percorso la riduzione del numero delle aziende sanitarie, presumibilmente a tre: una composta da tutti i comuni delle province di Trieste e Gorizia, la seconda da tutti quelli della provincia di Udine, la terza da tutti i comuni della provincia di Pordenone. Allineando l'assetto istituzionale e organizzativo del sistema sanitario alla pianificazione prodotta negli ultimi quattro anni si garantirebbe così la diffusa tutela della salute, l'equità, la sicurezza e la qualità delle cure e, non da ultima, l'ottimizzazione nell'utilizzo delle risorse. Questo processo, di fatto, è già stato avviato con l'introduzione delle Aree vaste, ma con la riduzione del numero delle aziende ospedaliere a tre questa logica si estenderebbe anche alle attività extra ospedaliere, migliorando così la capacità di governo del sistema, riducendo la spesa e mantenendo un buon grado di vicinanza con il territorio, senza intaccare gli obbiettivi di efficienza.

La soluzione porterebbe a un'assistenza di qualità perché si raggiungerebbero numeri tali da consentire effettive economie, favorendo una redistribuzione delle risorse sul territorio, una migliore gestione della mobilità interna o dell'impiego dei professionisti, garantendo maggiore libertà di scelta agli utenti. Un effetto finanziario positivo si avrebbe immediatamente grazie alla riduzione delle direzioni, mentre nel medio periodo l'unificazione delle sedi e delle strutture organizzative potrebbe portare a un ulteriore risparmio.

In questo processo di razionalizzazione la Giunta intenderebbe monitorare costantemente la situazione, rafforzare i distretti, intensificare il dialogo con gli Enti locali, gestire al meglio le fasi di fusione e la mobilità del personale, adeguare i livelli di deleghe gestionali, garantire la specializzazione funzionale dei ruoli amministrativi, favorire la diffusione di sistemi manageriali più evoluti e salvaguardare la rappresentanza dei dipendenti.

Il percorso si attuerebbe in due fasi. La prima consisterebbe nel recepimento normativo degli organismi previsti per le Aree vaste, con la realizzazione di una gestione unica di alcune funzioni direzionali, la definizione del percorso per arrivare alla seconda fase, il coordinamento della programmazione delle Aree vaste e la nascita di un coordinamento degli ospedali di rete. Nella seconda parte la aziende sanitarie sarebbero tre e la rete ospedaliera completamente revisionata.

Contestualmente andrebbero riviste anche alcune disposizioni normative, tra esse le leggi regionali 13/95 e 23/04.

(segue)

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