News


CR: pdl politiche giovanili, relatori minoranza (8)

23.04.2007
17:21
(ACON) Trieste, 23 apr - RC - Il progetto persegue finalità in linea generale condivisibili - così il relatore di minoranza dell'UDC - anche se richiede alcune implementazioni per renderlo coerente con le aspettative dei giovani. Due le esigenze generali: far prevalere l'attuazione di politiche con i giovani piuttosto che per i giovani, ovvero evidenziare ruolo, partecipazione e responsabilità di questi ultimi; verificare la compiutezza delle previsioni superando gli appesantimenti burocratici.

E' necessario approfondire le caratteristiche e le capacità dei gruppi non formalmente costituiti. C'è una eccessiva presenza della Regione in termini di funzioni da esercitare e, al contempo, è troppo generico ciò che dovrebbe essere il riferimento per tutte le politiche giovanili, ovvero il Piano triennale. Eccessiva anche la codificazione del Comitato tecnico interdirezionale. I momenti partecipativi previsti (i forum a livello regionale, provinciale e locale; le assemblee provinciali; la conferenza regionale) rischiano di promuovere un assemblearismo fine a sé stesso. E' necessario definire puntualmente il luogo di verifica delle azioni attuate. La conferenza regionale, evento periodico di grande importanza, deve trovare autonoma definizione, con una precisazione degli obiettivi e delle principali modalità organizzative. Va assicurata continuità al sostegno delle attività dei centri di aggregazione giovanile e una responsabilizzazione diretta delle Province per gli informagiovani.

Una norma di un qualche significato - è stata la volta del relatore di minoranza di FI - deve attenere ad una sfera più vasta della mera promozione della rappresentanza giovanile e si deve allargare a un ambito più articolato. Partecipazione e aggregazione giovanile, dunque, ma anche sostegno all'accesso al mondo del lavoro e al reperimento dell'abitazione. L'articolato, poi, coglie solo parzialmente l'obiettivo di introdurre i ragazzi alla vita adulta.

Larga parte delle materie disciplinate da norme regionali riguarda anche i giovani: è impensabile estrapolarla e ricondurla a un testo unico. Andrebbero rafforzate le partecipazioni di Province e Comuni per evitare il centralismo regionale; vanno precisati gli ambiti in cui gli Enti locali hanno autonoma capacità di programmazione con riferimento ai rispettivi territori. La famiglia non è considerata nella sua veste di attore protagonista delle politiche giovanili. Allo stato attuale non esiste una legge che disciplini un Informagiovani: gli sportelli operativi sorgono da iniziative volontarie dei singoli Enti locali. Anche riguardo a dove sono collocati e alla formazione degli operatori non vi è alcuna regola; è necessario rafforzare il rapporto con la Scuola e l'Università per garantire che la loro esistenza sia nota.

Bisogna individuare ulteriori strumenti per la nuova imprenditorialità. Si possono sviluppare azioni di contrasto alla disoccupazione giovanile mediante misure che premino le aziende che utilizzano strumenti come la work experience e che, alla fine, garantiscono stabile assunzione, oppure premiare le imprese che attuano programmi di formazione dei propri giovani occupati. Inadeguato risulta il sostegno alla partecipazione dei giovani alla cultura informatica; per la lotta al disagio, non si va al di là della declaratoria di intenti (nulla si fa per bullismo, anoressia, droga); è scarsamente valorizzato il ruolo degli oratori e dei ricreatori (su un totale di 217 centri di aggregazione giovanile, 112 sono oratori e ricreatori parrocchiali, 82 sono centri comunali, 23 sono promossi da associazioni ).

Due proposte di Forza Italia, bocciate in Commissione, sono riproposte in Aula quanto ad accensione di mutui casa da parte delle giovani coppie e alla creazione di un Fondo di rotazione che garantisca l'attivazione di misure concrete e non di progetti inattivabili causa una inadeguata dotazione finanziaria della legge.

(segue)