I Comm: ddl programmazione finanziaria, illustrazione (1)
(ACON) Trieste, 16 mag - DT - Chiarezza e trasparenza,
innanzitutto, per migliorare la comprensione delle voci di
entrata e di uscita della Regione. E per farlo, c'è solo una via:
ristrutturare gli strumenti di programmazione
economico-finanziaria.
E' quanto prevede il piano strategico regionale per gli anni
2005-2008, ed è quanto ha intenzione di fare la Giunta con un
disegno di legge che introduce, ricalibrandole, nuove norme in
materia, appunto, di programmazione finanziaria e di contabilità,
illustrato dall'assessore competente alla I Commissione del
Consiglio regionale.
Una riforma della normativa regionale del 1999 in grado di
migliorare la capacità dei documenti contabili di collegarsi alle
scelte politiche, agli equilibri economici e al sistema della
spesa regionale, e di rappresentare meglio quel rapporto
fiduciario di mandato tra Giunta e Consiglio.
Il percorso individuato dalla Giunta (che intende, tra l'altro,
anche semplificare e accelerare le procedure, controllare
l'efficacia e l'efficienza nell'impiego delle risorse nonché
sottolineare e separare quelle che sono le responsabilità
dell'amministrazione nella gestione delle risorse finanziarie e
patrimoniali) prevede più novità: su tutte, la riorganizzazione
della programmazione finanziaria.
Prima di questo disegno di legge, la programmazione finanziaria
della Regione si materializzava attraverso il Piano regionale di
sviluppo, la Finanziaria, il Bilancio pluriennale e quello
annuale.
Con la nuova normativa, alla luce anche della politica di
contenimento della spesa pubblica intrapresa dal governo
nazionale che porta all'introduzione di strumenti legislativi ed
economici sempre più diretti e selettivi, cancella il Piano di
sviluppo sostituendolo con la Relazione politico-programmatica
regionale (Rppr) e introduce il Documento di programmazione
economica-finanziaria regionale (Dpefr) e le leggi di settore
strumentali alla legge di bilancio, mentre rimangono invariati
Finanziaria e Bilancio annuale e pluriennale.
In pratica, il Dpefr specifica gli indirizzi, le scelte e le
strategie prioritarie di sviluppo della Regione nell'arco del
triennio. Per farlo, prende a riferimento tanto la situazione
finanziaria regionale che il documento di programmazione
economico-finanziaria varato dal governo.
Essendo cronologicamente antecedente alla preparazione dei
documenti di bilancio, fornisce insomma il quadro di riferimento
- la manovra di finanza pubblica per macroaggregati - entro cui
successivamente definire bilancio annuale e pluriennale.
C'è poi la Rppr: definisce obiettivi da raggiungere nell'anno
successivo con proiezione triennale e risorse disponibili.
Contiene quindi l'aggiornamento della situazione e delle tendenze
del sistema economico regionale, la stime delle risorse
disponibili nel triennio, le azioni programmatiche per realizzare
quei determinati obiettivi. Infine, è proprio con questo
documento che vengono individuate tutte quelle attività di enti e
aziende dipendenti - o delegate per qualche funzione - dalla
Regione che porteranno alla concessione dei finanziamenti.
Le leggi di settore strumentali alla legge di bilancio, invece,
permetteranno che la Finanziaria mantenga il solo contenuto
finanziario, riservando la natura normativa a uno strumento
specifico, identificato appunto nelle leggi di settore, con le
quali potranno essere disposte modifiche e integrazioni a
disposizioni legislative che abbiano effetti economici,
finanziari e contabili e che riguardino settori - o comparti, o
categorie - omogenee. E ciò per attuare gli indirizzi contenuti
nella relazione politico-programmatica.
Ora, se il nuovo modello di bilancio dev'essere chiaro,
trasparente e comprensibile, altrettanto facile da leggere e da
interpretare dev'essere il sistema di classificazione delle
spese.
Spese suddivise in finalità (la destinazione delle risorse),
funzioni (i settori di intervento), titoli (le spese per natura:
correnti, di investimento, per rimborso di mutui e prestiti) e
unità di bilancio (il livello elementare della spesa). Via
termini più difficili da digerire (funzioni-obiettivo, programmi,
rubriche, titoli e unità revisionali di base). Non cambia nulla,
invece, per quanto concerne il sistema di classificazione delle
entrate, ad eccezione dell'introduzione delle unità di bilancio -
di entrata e di spesa - distinte in capitoli attraverso il
Programma operativo di gestione (Pog). E' questo il documento che
autorizza la spesa e va comunicato al Consiglio.
Pertanto, se l'attività di indirizzo politico rimane affidata al
bilancio di previsione, quella di gestione viene assegnata al
Pog.
Ma anche il sistema di prelievo di somme dai fondi speciali e di
riserva subirà, con questo disegno di legge, alcune modifiche. Ad
esempio, per la movimentazione di questi fondi sarà sufficiente
una delibera dalla Giunta o un decreto dell'assessore alle
Risorse economiche. Non sarà quindi più necessario ricorrere al
decreto del presidente della Regione.
Un'altra novità riguarda il controllo sulle proposte di delibera
da parte della Giunta relative ad atti di programmazione che
comportano delle spese, direttive per l'indirizzo e lo
svolgimento dell'azione amministrativa, regolamenti, su cui già
oggi vi è il controllo della Corte dei conti. Ciò che risulta
modificato è il momento del controllo: non più dopo, ma in sede
di proposta. A monitorare regolarità contabile e legalità della
spesa o dell'atto sarà la Direzione centrale delle risorse
economiche.
Infine, un'ultima novità: l'introduzione del sistema di controllo
direzionale. Valuterà lo stato di attuazione delle linee
strategiche e degli obiettivi programmati, accerterà e vigilerà
su costi e risorse impiegate per raggiungere quegli stessi
obiettivi. Tra gli strumenti individuati, anche un report
periodico sulla situazione economica e sui risultati ottenuti in
termini di benefici.
(immagini alle tv)
(segue)