News


I Comm: ddl programmazione finanziaria, illustrazione (1)

16.05.2007
14:57
(ACON) Trieste, 16 mag - DT - Chiarezza e trasparenza, innanzitutto, per migliorare la comprensione delle voci di entrata e di uscita della Regione. E per farlo, c'è solo una via: ristrutturare gli strumenti di programmazione economico-finanziaria.

E' quanto prevede il piano strategico regionale per gli anni 2005-2008, ed è quanto ha intenzione di fare la Giunta con un disegno di legge che introduce, ricalibrandole, nuove norme in materia, appunto, di programmazione finanziaria e di contabilità, illustrato dall'assessore competente alla I Commissione del Consiglio regionale.

Una riforma della normativa regionale del 1999 in grado di migliorare la capacità dei documenti contabili di collegarsi alle scelte politiche, agli equilibri economici e al sistema della spesa regionale, e di rappresentare meglio quel rapporto fiduciario di mandato tra Giunta e Consiglio.

Il percorso individuato dalla Giunta (che intende, tra l'altro, anche semplificare e accelerare le procedure, controllare l'efficacia e l'efficienza nell'impiego delle risorse nonché sottolineare e separare quelle che sono le responsabilità dell'amministrazione nella gestione delle risorse finanziarie e patrimoniali) prevede più novità: su tutte, la riorganizzazione della programmazione finanziaria.

Prima di questo disegno di legge, la programmazione finanziaria della Regione si materializzava attraverso il Piano regionale di sviluppo, la Finanziaria, il Bilancio pluriennale e quello annuale.

Con la nuova normativa, alla luce anche della politica di contenimento della spesa pubblica intrapresa dal governo nazionale che porta all'introduzione di strumenti legislativi ed economici sempre più diretti e selettivi, cancella il Piano di sviluppo sostituendolo con la Relazione politico-programmatica regionale (Rppr) e introduce il Documento di programmazione economica-finanziaria regionale (Dpefr) e le leggi di settore strumentali alla legge di bilancio, mentre rimangono invariati Finanziaria e Bilancio annuale e pluriennale.

In pratica, il Dpefr specifica gli indirizzi, le scelte e le strategie prioritarie di sviluppo della Regione nell'arco del triennio. Per farlo, prende a riferimento tanto la situazione finanziaria regionale che il documento di programmazione economico-finanziaria varato dal governo.

Essendo cronologicamente antecedente alla preparazione dei documenti di bilancio, fornisce insomma il quadro di riferimento - la manovra di finanza pubblica per macroaggregati - entro cui successivamente definire bilancio annuale e pluriennale.

C'è poi la Rppr: definisce obiettivi da raggiungere nell'anno successivo con proiezione triennale e risorse disponibili. Contiene quindi l'aggiornamento della situazione e delle tendenze del sistema economico regionale, la stime delle risorse disponibili nel triennio, le azioni programmatiche per realizzare quei determinati obiettivi. Infine, è proprio con questo documento che vengono individuate tutte quelle attività di enti e aziende dipendenti - o delegate per qualche funzione - dalla Regione che porteranno alla concessione dei finanziamenti.

Le leggi di settore strumentali alla legge di bilancio, invece, permetteranno che la Finanziaria mantenga il solo contenuto finanziario, riservando la natura normativa a uno strumento specifico, identificato appunto nelle leggi di settore, con le quali potranno essere disposte modifiche e integrazioni a disposizioni legislative che abbiano effetti economici, finanziari e contabili e che riguardino settori - o comparti, o categorie - omogenee. E ciò per attuare gli indirizzi contenuti nella relazione politico-programmatica.

Ora, se il nuovo modello di bilancio dev'essere chiaro, trasparente e comprensibile, altrettanto facile da leggere e da interpretare dev'essere il sistema di classificazione delle spese.

Spese suddivise in finalità (la destinazione delle risorse), funzioni (i settori di intervento), titoli (le spese per natura: correnti, di investimento, per rimborso di mutui e prestiti) e unità di bilancio (il livello elementare della spesa). Via termini più difficili da digerire (funzioni-obiettivo, programmi, rubriche, titoli e unità revisionali di base). Non cambia nulla, invece, per quanto concerne il sistema di classificazione delle entrate, ad eccezione dell'introduzione delle unità di bilancio - di entrata e di spesa - distinte in capitoli attraverso il Programma operativo di gestione (Pog). E' questo il documento che autorizza la spesa e va comunicato al Consiglio.

Pertanto, se l'attività di indirizzo politico rimane affidata al bilancio di previsione, quella di gestione viene assegnata al Pog.

Ma anche il sistema di prelievo di somme dai fondi speciali e di riserva subirà, con questo disegno di legge, alcune modifiche. Ad esempio, per la movimentazione di questi fondi sarà sufficiente una delibera dalla Giunta o un decreto dell'assessore alle Risorse economiche. Non sarà quindi più necessario ricorrere al decreto del presidente della Regione.

Un'altra novità riguarda il controllo sulle proposte di delibera da parte della Giunta relative ad atti di programmazione che comportano delle spese, direttive per l'indirizzo e lo svolgimento dell'azione amministrativa, regolamenti, su cui già oggi vi è il controllo della Corte dei conti. Ciò che risulta modificato è il momento del controllo: non più dopo, ma in sede di proposta. A monitorare regolarità contabile e legalità della spesa o dell'atto sarà la Direzione centrale delle risorse economiche.

Infine, un'ultima novità: l'introduzione del sistema di controllo direzionale. Valuterà lo stato di attuazione delle linee strategiche e degli obiettivi programmati, accerterà e vigilerà su costi e risorse impiegate per raggiungere quegli stessi obiettivi. Tra gli strumenti individuati, anche un report periodico sulla situazione economica e sui risultati ottenuti in termini di benefici.

(immagini alle tv)

(segue)