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CR: cementificio Torviscosa, dibattito (5)

23.05.2007
15:27
(ACON) Trieste, 23 mag - MPB - Qual è il nostro spazio?, si è chiesto un esponente della Margherita augurandosi che il Consiglio regionale sui problemi, non sugli uomini, abbia sempre l'ultima parola ricordando il principio di precauzione messo in evidenza dal presidente della Regione, il quale presidente - a detta del consigliere - sulla questione non ha ancora preso una decisione e perciò non la deve cambiare. Se ci sono ostacoli, la via più breve tra due punti può essere anche una curva, ha detto quindi (elencando tre nodi cruciali) citando la delibera 1089 del 29.6.06 relativa alla cava di Caneva in cui si fa riferimento al cementificio di Torviscosa, il patto territoriale della Bassa che parla di valorizzare le peculiarità della zona, le dichiarazioni programmatiche del presidente riferite alla necessità della regione di uscire dalla spirale delle emergenze ambientali frutto di interventi errati e di colpevoli distrazioni, dichiarandosi convinto che questa regione non possa avere colpevoli distrazioni.

Il consigliere del Partito Pensionati si è dichiarato contrario al cementificio perché non compatibile con la zona in cui dovrebbe sorgere, già inquinata: una contrarietà contro l'opera e non contro la Giunta che credo - ha sottolineato - non abbia deciso ancora nulla, e i cittadini che scendono in piazza non sono no global, ma gente che vuole richiamare le istituzioni a una esigenza reale. Indispensabile il dialogo con i comitati: tutte le audizioni hanno evidenziato che solo due sindaci sono favore e tutti gli altri contrari. Convinto che la Giunta saprà valutare tutti i segnali, ha dichiarato perplessità per le speculazioni sulla vicenda: un cementificio non è una baracca di bruscolini, una attività produttiva di questo tipo, con una ricaduta occupazionale di poche centinaia di posti, quanti ne può far perdere?

Il problema è essenzialmente politico per un altro esponente della Lega Nord, che richiamandosi a molti elementi di criticità sollevati ha evidenziato come da una parte si dica che bisogna puntare sull'innovazione tecnologica, che si sta passando dall'era industriale a quella della conoscenza mentre in questo caso si vada nella direzione opposta, con un insediamento inquinante su un'area e in un cotesto già degradato e delicato, compromettendo anche il turismo. Ma l'aspetto più grave è non c'è rispetto per la voce popolare, dopo che si è già dovuta subire la legge sul commercio con le aperture domenicali.

Ancora una voce dei DS: la discussione va al di là del caso cementificio - evidenzia un esponente della maggioranza, dicendo che si dovrebbe discutere sul modello di sviluppo che non ha il copyright di nessuno e che ci si misura non solo sulla politica e la tenuta della maggioranza, ma anche sulla sintesi fatta. Le questioni sollevate danno l'idea che sia saltato un circuito democratico nella vita istituzionale, posizione inaccettabile perché nei fatti l'attività tesa al confronto più ampio è stata praticata e non solo declinata in termini di programma. Certo si dovranno rivedere modi, percorso e tempi per rinsaldare un rapporto stretto tra rappresentati e rappresentanti, ma sulle vicende attinenti le regole si è sempre discusso insieme. Esercizio utile a tutti discutere sulle prospettive di sviluppo. Il cambiamento si indirizza governando quello che al momento c'è, fermo restando che le regole stanno alla base di ogni decisione.

Utile sarebbe - secondo un esponente di PRC - riconoscere che questa vicenda del cementificio è il paradigma dei limiti della democrazia rappresentativa, della distanza che permane tra rappresentanti e rappresentanti, dei rischi di tenuta di una maggioranza e di una coalizione che anche se dotata di una impostazione programmatica condivisa poi su singoli temi a forte impatto economico e sociale è presa da fibrillazioni. Quanto emerso nelle audizioni sarebbe già sufficiente per un parere definitivamente contrario. E spero che una volta derubricata la vicenda del cementificio si affrontino altri nodi. Oggi si è abusato del termine di sviluppo sostenibile: tra qualche giorno ci sarà una decisione politica che la Giunta regionale, e non la Commissione competente, prenderà in merito alla VIA e questa decisione andrà chiarita all'interno di Intesa Democratica e in un contesto più generale.

(segue)