CR: cementificio Torviscosa, dibattito (5)
(ACON) Trieste, 23 mag - MPB - Qual è il nostro spazio?, si è
chiesto un esponente della Margherita augurandosi che il
Consiglio regionale sui problemi, non sugli uomini, abbia sempre
l'ultima parola ricordando il principio di precauzione messo in
evidenza dal presidente della Regione, il quale presidente - a
detta del consigliere - sulla questione non ha ancora preso una
decisione e perciò non la deve cambiare. Se ci sono ostacoli, la
via più breve tra due punti può essere anche una curva, ha detto
quindi (elencando tre nodi cruciali) citando la delibera 1089 del
29.6.06 relativa alla cava di Caneva in cui si fa riferimento al
cementificio di Torviscosa, il patto territoriale della Bassa che
parla di valorizzare le peculiarità della zona, le dichiarazioni
programmatiche del presidente riferite alla necessità della
regione di uscire dalla spirale delle emergenze ambientali frutto
di interventi errati e di colpevoli distrazioni, dichiarandosi
convinto che questa regione non possa avere colpevoli
distrazioni.
Il consigliere del Partito Pensionati si è dichiarato contrario
al cementificio perché non compatibile con la zona in cui
dovrebbe sorgere, già inquinata: una contrarietà contro l'opera e
non contro la Giunta che credo - ha sottolineato - non abbia
deciso ancora nulla, e i cittadini che scendono in piazza non
sono no global, ma gente che vuole richiamare le istituzioni a
una esigenza reale. Indispensabile il dialogo con i comitati:
tutte le audizioni hanno evidenziato che solo due sindaci sono
favore e tutti gli altri contrari. Convinto che la Giunta saprà
valutare tutti i segnali, ha dichiarato perplessità per le
speculazioni sulla vicenda: un cementificio non è una baracca di
bruscolini, una attività produttiva di questo tipo, con una
ricaduta occupazionale di poche centinaia di posti, quanti ne può
far perdere?
Il problema è essenzialmente politico per un altro esponente
della Lega Nord, che richiamandosi a molti elementi di criticità
sollevati ha evidenziato come da una parte si dica che bisogna
puntare sull'innovazione tecnologica, che si sta passando
dall'era industriale a quella della conoscenza mentre in questo
caso si vada nella direzione opposta, con un insediamento
inquinante su un'area e in un cotesto già degradato e delicato,
compromettendo anche il turismo. Ma l'aspetto più grave è non c'è
rispetto per la voce popolare, dopo che si è già dovuta subire la
legge sul commercio con le aperture domenicali.
Ancora una voce dei DS: la discussione va al di là del caso
cementificio - evidenzia un esponente della maggioranza, dicendo
che si dovrebbe discutere sul modello di sviluppo che non ha il
copyright di nessuno e che ci si misura non solo sulla politica e
la tenuta della maggioranza, ma anche sulla sintesi fatta. Le
questioni sollevate danno l'idea che sia saltato un circuito
democratico nella vita istituzionale, posizione inaccettabile
perché nei fatti l'attività tesa al confronto più ampio è stata
praticata e non solo declinata in termini di programma. Certo si
dovranno rivedere modi, percorso e tempi per rinsaldare un
rapporto stretto tra rappresentati e rappresentanti, ma sulle
vicende attinenti le regole si è sempre discusso insieme.
Esercizio utile a tutti discutere sulle prospettive di sviluppo.
Il cambiamento si indirizza governando quello che al momento c'è,
fermo restando che le regole stanno alla base di ogni decisione.
Utile sarebbe - secondo un esponente di PRC - riconoscere che
questa vicenda del cementificio è il paradigma dei limiti della
democrazia rappresentativa, della distanza che permane tra
rappresentanti e rappresentanti, dei rischi di tenuta di una
maggioranza e di una coalizione che anche se dotata di una
impostazione programmatica condivisa poi su singoli temi a forte
impatto economico e sociale è presa da fibrillazioni. Quanto
emerso nelle audizioni sarebbe già sufficiente per un parere
definitivamente contrario. E spero che una volta derubricata la
vicenda del cementificio si affrontino altri nodi. Oggi si è
abusato del termine di sviluppo sostenibile: tra qualche giorno
ci sarà una decisione politica che la Giunta regionale, e non la
Commissione competente, prenderà in merito alla VIA e questa
decisione andrà chiarita all'interno di Intesa Democratica e in
un contesto più generale.
(segue)