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CR: legge comunitaria, relatore di maggioranza (2)

29.05.2007
11:51
(ACON) Trieste, 29 mag - RC - Approvata, diventerà la terza legge comunitaria del Friuli Venezia Giulia, ovvero la terza norma predisposta per dare attuazione alle direttive comunitarie nelle materie di competenza legislativa regionale. Inoltre, tale provvedimento mette al riparo la Regione da eventuali interventi sostitutivi dello Stato.

A fare questa riflessine è stato il relatore unico di maggioranza, la diessina Patrizia Della Pietra, illustrando i contenuti del disegno di legge preparato dalla Giunta per far fronte alle infrazioni di cui è stato accusato lo Stato italiano causa la violazione di alcune norme comunitarie da parte della nostra Regione.

Si tratta di disposizioni in materia di tutela e conservazione degli uccelli selvatici, sia sotto il profilo dell'adozione di misure di protezione dell'avifauna nell'ambito delle cosiddette Zone di protezione speciale (ZPS) che le Regioni sono tenute a perimetrare al fine di conservare gli habitat naturali degli uccelli selvatici, sia sotto il profilo delle deroghe ammesse ai divieti previsti dalla direttiva stessa.

Ecco, quindi, che nel disegno si elencano le misure di conservazione per tutte le ZPS individuate sul territorio regionale e l'obbligo di utilizzo di munizioni prive di graniglia di piombo e di acciaio per la caccia nelle zone umide.

Si colma, poi, il vuoto normativo creatosi nel 2006 quanto alle deroghe ai divieti di cattura e uccisione degli uccelli, di raccolta, danneggiamento e distruzione di uova e nidi, nonché alle limitazioni di tempo, luogo, mezzi e metodi di caccia stabiliti dalle normative nazionali e regionali.

Per l'adozione delle deroghe, si include la prevenzione dei danni provocati dagli uccelli alle colture agricole e si prevedono rigidi controlli. A parte i casi in cui le deroghe possono essere decise dall'Amministrazione regionale (in particolare quelle a carattere di eccezionalità, della durata di 12 mesi), saranno le Province, i Parchi naturali e le Riserve naturali a istruire le pratiche e a proporle alla Regione. Le deroghe adottate per "fini ricreativi" non sono applicabili nelle aree destinate alla protezione della fauna ove, peraltro, è già vietata la caccia. Per le attività di cattura e abbattimento delle specie protette, nonché per le attività che richiedono conoscenze tecniche più approfondite per il riconoscimento dei nidi e delle uova o delle tecniche di manipolazione degli stessi, è prevista una specifica abilitazione previa formazione affidata alle Province.

Un'importante novità - ha concluso la Della Pietra - è il non aver previsto che si possa ricorre alla deroga solo per abbattere, in stagione venatoria, quattro specie altrimenti non cacciabili.

Negli ultimi articoli del disegno di legge, vi sono le sanzioni per chi viola i divieti.

(segue)