CR: legge comunitaria, relatori di minoranza (4)
(ACON) Trieste, 29 mag - DT - Bruno Di Natale (AN), relatore di
minoranza di AN, ha sottolineato come la caccia nelle Zps (sempre
più, per una serie di incroci legislativi e di sentenze
amministrative, assimilate alle aree protette, cioè ai parchi)
non sia affatto obiettata dall'Ue e ha fatto presente come alcuni
divieti del provvedimento siano eccessivi, frutto di scelte
politiche e non di un adeguamento a obblighi comunitari.
Si finisce quindi per ridurre in modo generalizzato tempi e modi
dell'attività venatoria, già in difficoltà per i costi e la
severità delle norme esistenti. Di Natale auspica comunque che la
legge contribuisca a portare qualche elemento di certezza del
diritto per i cacciatori visto che non sanno ancora oggi se sia
legittimo e quali rischi corrano cacciando in zone oggetto di
tutela speciale comunitaria.
Antonio Pedicini (FI), nell'ultima relazione di minoranza,
dichiara una contrarietà sul merito della legge e non certamente
sulla necessità di adottare le direttive comunitarie. In altre
parole, è stata sì recepita la disciplina dell'Unione europea, ma
lo si è fatto senza un'adeguata valutazione.
La Giunta ha introdotto divieti generalizzati e aprioristici
senza tenere in debito conto che la ratio delle norme comunitarie
era quella di indicare gli obiettivi di tutela senza vietare
però, indiscriminatamente, alcuna attività umana (nemmeno
l'attività venatoria) ma lasciando al caso specifico - e quindi
in relazione agli obiettivi di tutela perseguiti da ciascuna Zps
o Zsc, le Zone di speciale conservazione - la valutazione di
compatibilità o di sostenibilità delle attività impattanti.
Il disegno di legge risulta essere inutilmente più restrittivo di
quanto prevede la direttiva comunitaria e troppo penalizzante per
quelle attività praticate in territori ora soggetti a nuovi
vincoli.
(segue)