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CR: legge comunitaria, relatori di minoranza (4)

29.05.2007
12:45
(ACON) Trieste, 29 mag - DT - Bruno Di Natale (AN), relatore di minoranza di AN, ha sottolineato come la caccia nelle Zps (sempre più, per una serie di incroci legislativi e di sentenze amministrative, assimilate alle aree protette, cioè ai parchi) non sia affatto obiettata dall'Ue e ha fatto presente come alcuni divieti del provvedimento siano eccessivi, frutto di scelte politiche e non di un adeguamento a obblighi comunitari.

Si finisce quindi per ridurre in modo generalizzato tempi e modi dell'attività venatoria, già in difficoltà per i costi e la severità delle norme esistenti. Di Natale auspica comunque che la legge contribuisca a portare qualche elemento di certezza del diritto per i cacciatori visto che non sanno ancora oggi se sia legittimo e quali rischi corrano cacciando in zone oggetto di tutela speciale comunitaria.

Antonio Pedicini (FI), nell'ultima relazione di minoranza, dichiara una contrarietà sul merito della legge e non certamente sulla necessità di adottare le direttive comunitarie. In altre parole, è stata sì recepita la disciplina dell'Unione europea, ma lo si è fatto senza un'adeguata valutazione.

La Giunta ha introdotto divieti generalizzati e aprioristici senza tenere in debito conto che la ratio delle norme comunitarie era quella di indicare gli obiettivi di tutela senza vietare però, indiscriminatamente, alcuna attività umana (nemmeno l'attività venatoria) ma lasciando al caso specifico - e quindi in relazione agli obiettivi di tutela perseguiti da ciascuna Zps o Zsc, le Zone di speciale conservazione - la valutazione di compatibilità o di sostenibilità delle attività impattanti.

Il disegno di legge risulta essere inutilmente più restrittivo di quanto prevede la direttiva comunitaria e troppo penalizzante per quelle attività praticate in territori ora soggetti a nuovi vincoli.

(segue)