News


AN: Dressi, soluzioni per la Ferriera di Servola (TS)

31.05.2007
14:55
(ACON) Trieste, 31 mag - COM/AB - Il consigliere regionale di AN Sergio Dressi, assieme all'ex consigliere Paris Lippi, firma la nota che segue sulla Ferriera di Servola (Trieste), nella quale espone i motivi per i quali egli ritiene assolutamente impossibile che lo stabilimento possa continuare a esistere dopo il 2009 senza un piano di investimenti di almeno 60 milioni di euro.

"Negli ultimi tempi le vicende legate allo stabilimento della Ferriera di Servola si stanno complicando. A questo punto ha poca importanza recriminare sulle responsabilità, il gioco dello scaricabarile non può più essere tollerato né dai lavoratori, che vedono il loro posto di lavoro a rischio, né dai cittadini di Servola e di Valmaura, che continuano a sopportare i disagi recati dall'imbrattamento che i cicli di produzione dello stabilimento provocano. Il prudente e responsabile atteggiamento della Magistratura non può essere preso a pretesto per procrastinare le soluzioni che ancora mancano nonostante gli insufficienti interventi strutturali effettuati sugli impianti di lavorazione.

L'Accordo di Programma è ancora l'unico strumento, individuato a suo tempo, che può unire l'obiettivo finale della riconversione industriale dell'area, alle responsabilità dei diversi soggetti, pubblici e privati, coinvolti nell'operazione. A partire dai ministeri delle Attività produttive, dell'Ambiente, delle Infrastrutture e del Lavoro che, per ora più volte chiamati in causa dall'assessore Bertossi, non si sono mai seduti a un serio tavolo di confronto, di discussione di elaborazione.

Il lavoro dell'ingegner Gambardella e della sua società Omnia, ormai da tempo concluso e consegnato alla Regione, potrebbe essere oggetto interessante per il procuratore della Corte dei Conti, De Luca, tenuto conto che è stato chiuso in un cassetto o, come credo, gettato nel cestino della carta straccia.

Continua a essere rifiutato da parte della Regione, di là delle parole, il pieno coinvolgimento di Sviluppo Italia, società operativa del ministero delle Attività produttive, che ha l'esperienza e le competenze per definire quello che tutti vogliono: un piano che contenga tempi certi per le fasi della riconversione, garanzie sull'occupazione presente e futura, e individuazione di partner finanziari e operativi di livello internazionale, che assumano precisi impegni in ordine alle attività che intendono attivare, su di un'area attualmente tanto degradata quanto ricca di potenzialità una volta riconvertita.

A questo punto, piaccia o non piaccia, il pallino è in mano alla Regione che, dopo aver tentato di scaricare le sue responsabilità, deve recuperare gli anni persi e utilizzati solo per demolire il lavoro fatto in precedenza, non rendendosi conto che quel lavoro non aveva una colorazione politica, ma era la sintesi dei diversi interessi in campo, con un occhio di riguardo per i temi dell'ambiente, del lavoro e della sicurezza, che erano i più urgenti, e quelli della reindustrializzazione dell'area che, appunto nell'Accordo di programma, dovevano trovare la loro soluzione.

E' di questi giorni la notizia che la Severstal ha aumentato la sua partecipazione nella Lucchini e ha presentato un piano industriale che prevede investimenti per oltre 990 milioni di euro nel triennio 2007 - 2010: peccato che la Regione, le organizzazioni sindacali e le Istituzioni cittadine stiano ancora aspettando, da settembre dello scorso anno, di sapere quanto sarà investito a Trieste per migliorare la sicurezza sul lavoro nello stabilimento ed eliminare, e non solo attenuare, le emissioni di gas e quelle di polveri sottili responsabili dell'imbrattamento dei rioni di Servola e Valmaura, e a quale punto siano le autorizzazioni di VIA e se sia stato presentato un progetto per aggiornare gli impianti siderurgici in linea con i principi elencati nelle BAT (utilizzo della migliore tecnologia applicabile agli impianti siderurgici).

Per essere chiari, senza giri di parole, si tratta di sapere se la Severstal è disposta a spendere 60 milioni di euro per realizzare la copertura dei cumuli di carbone, e a spendere ulteriori 8 milioni di euro per realizzare nuove linee di caricamento dell'altoforno, tanto per cominciare.

A fronte dei dichiarati ricavi dell'ordine di 3,3 miliardi di dollari portati dalla Lucchini a Severstal è solo la garanzia e la certezza, oggi, di questi investimenti che può legittimare Mordashov a pensare di ridiscutere il Protocollo d'intesa siglato nel 2002 a Roma, e avviato in Regione con l'obbiettivo di sottoscrivere un Accordo di programma che definisse tempi, modi e garanzie per i lavoratori rispetto alla chiusura definitiva della Ferriera di Servola nel 2009.

Oggi si è riunito a Trieste il Coordinamento nazionale FIOM della Lucchini-Severstal, vedremo se agli interessi generali del Gruppo il sindacato vorrà sacrificare quelli vitali di Trieste.

Se qualcuno si accontenta di meno di quello che abbiamo detto prima, se qualcuno crede alle suggestive promesse fatte in comunicati stampa roboanti ma privi di contenuti concreti, più che un illuso è un irresponsabile, che rischia di far pagare un prezzo salatissimo, in primis, ai lavoratori, che nel 2009 si troveranno senza lavoro e senza che, nel tempo, si siano create garanzie e opportunità per una loro ricollocazione".