AN: Dressi su Ferriera di Servola
(ACON) Trieste, 06 giu - COM/MPB - "Per la Ferriera di Servola
il Consiglio regionale può fare poco o nulla, tutta la
responsabilità è dell'Esecutivo".
E' quanto scrive in una nota il consigliere Sergio Dressi (AN)
che, con riferimento alle audizioni, stamani, da parte delle
Commissioni consiliari II e IV dei rappresentanti dei "Comitati
dei Cittadini" che da anni si battono per la chiusura dello
Stabilimento Siderurgico di Servola, ha annunciato la
presentazione di una mozione che impegni la Giunta Regionale a
chiudere in tempi certi, con un Accordo di Programma, la
questione, definendo una volta per tutte che la Ferriera deve
essere chiusa entro il 2009.
"Negli ultimi tempi le vicende legate allo stabilimento della
Ferriera di Servola si stanno complicando. A questo punto ha poca
importanza recriminare sulle responsabilità, il gioco dello
scaricabarile non può più essere tollerato né dai lavoratori, che
vedono il loro posto di lavoro a rischio, né dai cittadini di
Servola e di Valmaura, che continuano a sopportare i disagi
recati dall'imbrattamento che i cicli di produzione dello
stabilimento provocano. Il prudente e responsabile atteggiamento
della Magistratura non può essere preso a pretesto per
procrastinare le soluzioni che ancora mancano nonostante gli
insufficienti interventi strutturali effettuati sugli impianti di
lavorazione".
"L'Accordo di Programma è ancora l'unico strumento, a suo tempo
individuato, che può unire l'obiettivo finale della riconversione
industriale dell'area alle responsabilità dei diversi soggetti,
pubblici e privati, coinvolti nell'operazione. A partire dai
ministeri delle Attività Produttive, dell'Ambiente, delle
Infrastrutture e del Lavoro che, più volte chiamati in causa
dall'assessore Bertossi, non si sono mai seduti ad un serio
tavolo di confronto, di discussione, di elaborazione".
"Il lavoro dell'ingegner Gambardella e della sua società Omnia,
ormai da tempo concluso e consegnato alla Regione, probabilmente
è stato chiuso in un cassetto o come credo gettato nel cestino
della carta straccia, posto che non dava alcuna soluzione
percorribile alla prosecuzione dell'attività siderurgica".
"Continua ad essere rifiutato da parte della Regione, di là delle
parole, il pieno coinvolgimento di Sviluppo Italia, società
operativa del ministero delle Attività Produttive, che ha
l'esperienza e le competenze per definire quello che tutti
vogliono: un piano che contenga tempi certi per le fasi della
riconversione, garanzie sull'occupazione presente e futura, e
individuazione di partner finanziari ed operativi di livello
internazionale, che assumano precisi impegni in ordine alle
attività che intendono attivare, su di un area attualmente tanto
degradata quanto ricca di potenzialità una volta riconvertita".
"A questo punto - prosegue Dressi - il pallino è in mano alla
Regione che, dopo aver tentato di scaricare le sue
responsabilità, deve recuperare gli anni persi e utilizzati solo
per demolire il lavoro fatto in precedenza, non rendendosi conto
che quel lavoro non aveva una colorazione politica ma era la
sintesi dei diversi interessi in campo, con un occhio di riguardo
per i temi dell'ambiente, del lavoro e della sicurezza, che erano
i più urgenti, e quelli della reindustrializzazione dell'area
che, appunto nell'Accordo di Programma, dovevano trovare la loro
soluzione".
"E' di questi giorni la notizia che la Severstal ha aumentato la
sua partecipazione nella Lucchini, e ha presentato un piano
industriale che prevede investimenti per oltre 990 milioni di
euro nel triennio 2007 - 2010; nel documento non c'è traccia
alcuna di investimenti previsti nello stabilimento di Servola, e
la Regione, le Organizzazioni Sindacali e le Istituzioni
cittadine stanno ancora aspettando, da settembre dello scorso
anno, di sapere quanto sarà investito a Trieste per migliorare la
sicurezza sul lavoro nello stabilimento ed eliminare, e non solo
attenuare, le emissioni di gas e quelle di polveri sottili
responsabili dell'imbrattamento dei rioni di Servola e Valmaura,
e a quale punto siano le autorizzazioni del V.I.A., e se sia
stato presentato un progetto per aggiornare gli impianti
siderurgici in linea con i principi elencati nelle B.A.T.
(utilizzo della migliore tecnologia applicabile agli impianti
siderurgici)".
"Per essere chiari - puntualizza il consigliere - si tratta di
sapere se la Severstal è disposta a spendere 60 milioni di euro
per realizzare la copertura dei cumuli di carbone, e a spendere
ulteriori 8 milioni di euro per realizzare nuove linee di
caricamento dell'altoforno, tanto per cominciare".
"A fronte dei dichiarati ricavi dell'ordine di 3,3 miliardi di
dollari portati dalla Lucchini a Severstal, è solo la garanzia e
la certezza, oggi, di questi investimenti che può legittimare
Mordashov a pensare di ridiscutere il "Protocollo d'Intesa"
siglato nel 2002 a Roma, e avviato in Regione con l'obbiettivo di
sottoscrivere un "Accordo di Programma" che definisse tempi, modi
e garanzie per i lavoratori rispetto alla chiusura definitiva
della Ferriera di Servola nel 2009".
"Oggi si è riunito a Trieste il Coordinamento nazionale FIOM
della Lucchini-Severstal, vedremo se agli interessi generali del
Gruppo il Sindacato vorrà sacrificare quelli vitali di Trieste" -
conclude Dressi aggiungendo che "se qualcuno si accontenta di
meno di quello che abbiamo detto prima, se qualcuno crede alle
suggestive promesse fatte in comunicati stampa roboanti ma privi
di contenuti concreti, più che un illuso è un irresponsabile, che
rischia di far pagare un prezzo salatissimo, in primis, ai
lavoratori, che nel 2009 si troveranno senza lavoro e senza che,
nel tempo, si siano create garanzie e opportunità per una loro
ricollocazione".