Corecom: presentati mostra e convegno 30 anni radio private
(ACON) Trieste, 21 giu - DT - Radio Popolare, Radio Radicale, e
poi quella autofinanziata - Radio Aut - di Peppino Impastato,
ucciso dalla mafia nel 1978 perché troppo "libero". Radio libere
appunto, libere anche e soprattutto dall'uniformità e
dall'omologazione di un servizio di informazione-intrattenimento
monopolio assoluto della Rai fino a quel fatidico 28 luglio 1976,
quando una sentenza della Corte Costituzionale liberalizzò
l'etere dando semaforo verde alla nascita - e al boom - delle
radio private, locali e nazionali.
A ricordare quel momento di svolta nella storia della
comunicazione italiana come una sorta di tributo alla memoria di
tre decenni di "antenne libere" (ma con un orecchio teso, è il
caso di dirlo, al futuro), ci hanno pensato il Consiglio
regionale del Friuli Venezia Giulia e il Corecom con due
iniziative: innanzitutto, una mostra, a ingresso libero,
intitolata "Trent'anni di libertà d'antenna Radio Fm 1976-2006".
Ospitata alla stazione Marittima di Trieste dal 23 giugno
(inaugurazione alle 10.30) all'8 luglio, ripercorre gli FM e la
loro storia attraverso fotografie, suoni, immagini, musica,
jingle, sigle di apertura e chiusura dei programmi, filmati,
oggetti, materiali storici, strumentazioni e testimonianze
legate, ovviamente, al mondo radiofonico.
Poi, mercoledì 27 giugno, alle 17.00, il convegno "W le radio
libere, ma libere veramente" alla sala Oceania della Marittima,
sempre a Trieste. Vi parteciperanno il presidente del Consiglio
regionale Alessandro Tesini, il presidente del Corecom Franco Del
Campo, Peppino Ortoleva (docente di Storia dei media
all'Università di Torino) e Fabrizio Berrini, segretario generale
dell'associazione delle imprese radiofoniche e televisive locali
Aeranti.
Seguirà una tavola rotonda con ospiti che la radio, quella più
artigianale degli inizi, l'hanno fatta: Ruggero Po, oggi
vicecaporedattore del Gr1 Rai ma voce storica di
RadioCapodistria, Piero Scaramucci (fondatore di Radio Popolare),
Giovanni Marzini (caporedattore del Tgr del Friuli Venezia Giulia
ed ex collaboratore di Radio Sound di Trieste), Awanagana (il dj
più conosciuto nella storia di Radio Monte Carlo), Mauro Missana
per Radio Onde Furlane, Patrizia Zampi di Radio Gorizia 1 e
Giuseppe Battelli, preside di Scienze della formazione all'ateneo
triestino.
"Con la sentenza della Corte Costituzionale, ha ricordato Del
Campo, germogliarono radio private in tutta Italia, testimoni di
una nuova generazione di dj, giornalisti, tecnici, operatori.
Radio che s'intrecciarono poi con e contro la politica (siamo
anche nei terribili anni Settanta) ma anche, come nel caso del
Friuli Venezia Giulia, radio che per prime seppero raccontare il
territorio con la lingua del territorio (in regione vi sono
emittenti che comunicano in friulano così come in sloveno).
Radio, ha concluso il presidente del Corecom, che in occasione
del terremoto del Friuli del '76 non solo informarono, ma
divennero strumento indispensabile di supporto e assistenza alla
popolazione".
La mostra rimarrà aperta ogni giorno dalle 9.00 alle 19.00.
Saranno presenti anche punti informativi di Telefono Azzurro dove
saranno raccolti fondi per l'associazione che si dedica ai bimbi
maltrattati.
(immagini alle tv)