Margh/DS: Degano e Travanut su legge elettorale
(ACON) Trieste, 26 giu - COM/ET - La nuova legge elettorale
regionale approvata a marzo dal Consiglio sarà pubblicata domani
sul BUR, entrando di fatto in vigore.
È una legge che, secondo il capogruppo della Margherita,
Cristiano Degano, e il capogruppo dei DS, Mauro Travanut,
migliora le modalità di voto con le quali, nel 2003, è stato
eletto l'attuale Consiglio. Le novità più importanti sono
l'abolizione del listino, le misure a favore delle donne, lo
sbarramento del 4%, la norma per favorire la rappresentanza in
Consiglio dei cittadini italiani di lingua e nazionalità slovena,
il limite dei tre mandati per i consiglieri e quello di due
mandati per gli assessori.
La norma che comunque ha fatto più discutere in questi mesi è
quella che prevede l'ineleggibilità al Consiglio regionale per i
presidenti delle Province e per i sindaci dei Comuni sopra i 3
mila abitanti che non rassegnino le dimissioni almeno 90 giorni
prima della fine della legislatura. Una disposizione peraltro già
in vigore, pur con modalità diverse, sia per le elezioni del
Parlamento sia in diverse altre Regioni italiane. A tale
proposito, fanno sapere Degano e Travanut, i capigruppo
consiliari hanno ritenuto opportuno attendere la certezza
dell'entrata in vigore della legge elettorale per raccogliere la
disponibilità ad un incontro, manifestata ancora il 22 marzo
scorso, dai vertici dell'ANCI e dell'UPI al fine di esaminare
proprio le implicazioni di tale provvedimento. L'incontro fra i
capigruppo consiliari e i vertici di ANCI e UPI, rispettivamente
il sindaco Gianfranco Pizzolitto e la presidente Maria Teresa
Bassa Poropat, è fissato per domani (27 giugno), in Consiglio
regionale, alle ore 13.30, al termine della seduta d'Aula della
mattina.
I gruppi di maggioranza sono dunque disposti a discutere sulla
soglia del numero di abitanti dei Comuni interessati e sulla
tempistica delle dimissioni, pur mantenendo la ratio della legge.
Modifiche che, segnalano i capogruppo diellino e dei DS,
potrebbero essere eventualmente introdotte senza dover rimettere
mano alla legge elettorale appena approvata, ma intervenendo
sulla legge 21/2004 sulle ineleggibilità e incompatibilità che
proprio la legge elettorale ha modificato.