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CR: nuova contabilità, relatore minoranza Asquini (3)

27.06.2007
11:47
(ACON) Trieste, 27 giu - DT - Un dibattito serrato in I Commissione, uno scontro aspro tra maggioranza e opposizione, il voto su appena una decina degli oltre 70 articoli (quindi un non-voto sostanzialmente, senza l'esame di quasi tutta la legge) con l'opposizione che ha ritirato ogni suo emendamento. E ora il passaggio finale in Consiglio, con un dibattito che non si prospetta né breve, né semplice.

Per Roberto Asquini (FI) il disegno di legge della Giunta che rimodella la programmazione della contabilità regionale non può ottenere il sì da parte dell'opposizione. Anzi. Perché queste sono norme create apposta, sostiene il consigliere, per occultare numeri e norme del bilancio, rimandando ogni decisione in merito alla Giunta.

Un giudizio critico e negativo giustificato, secondo Asquini, dal fatto che la legge in discussione - dai forti risvolti a carattere statutario e regolamentare e totalmente inutile vista l'affidabilità tecnica del vecchio bilancio - avrebbe dovuto trovare un consenso, implicito o esplicito, abbastanza ampio. In Commissione così non è stato.

Cosa non va? Innanzitutto, il provvedimento mette in discussione la possibilità dell'Aula di influire significativamente sulla predisposizione del bilancio regionale, mantenendo la possibilità di conoscere, determinare e modificare le strategie della Regione. Inoltre, si pongono dei limiti alla trasparenza e alla possibilità di deliberare sul bilancio stesso.

Sono due i punti su cui non si può derogare: che i limiti - quelli statutariamente consentiti - all'attività dei consiglieri possano essere imposti solo per regolamento da approvarsi con procedura specifica e che la corrispondenza tra bilancio preventivo e consuntivo debba essere reale. In più, il consuntivo deve rimanere com'è, dettagliato, altrimenti sarà impossibile verificare e controllare le spese.

Sono altre ancora le note dolenti di questo provvedimento: ad esempio, proliferano i documenti descrittivi (si aggiunge il DPEFR alla già esistente, ma poco utilizzata, relazione politico-programmatica), che nella stesura iniziale della legge non erano neppure vincolati alla finanziaria. E poi ci sono le unità di spesa, oggi ben poco definite fatta salva l'ipocrita previsione di vietare l'indicazione del reale beneficiario del contributo regionale: in questo modo alle macroaree del tutto generali si accosteranno piccole norme in cui il beneficiario verrà nascosto tra le righe. E non si dica che queste norme serviranno a evitare l'elenco della spesa, perché l'emendamento presentato dall'opposizione con cui si sarebbero evitate le microposte è stato bocciato.

Non solo: la Giunta potrà scomporre a suo piacimento le voci delle unità di bilancio anche se, in seguito alle modifiche introdotte in Commissione, dovrà informarne il Consiglio. In quest'ambito però non sono chiari né quali poteri di indirizzo potrà avere un eventuale parere dell'Aula né gli obblighi di comunicazione della Giunta per successive variazioni al riparto interno alle unità di spesa.

Ecco che una norma così organizzata non potrà avere il voto favorevole di chi ha a cuore la trasparenza dei conti pubblici, ed è evidente che in Aula Forza Italia presenterà quegli emendamenti volti tanto a migliorare quanto a superare questo testo irriguardoso nei confronti del Consiglio e dei cittadini che lo hanno eletto.

(segue)