CR: nuova contabilità, relatore minoranza Asquini (3)
(ACON) Trieste, 27 giu - DT - Un dibattito serrato in I
Commissione, uno scontro aspro tra maggioranza e opposizione, il
voto su appena una decina degli oltre 70 articoli (quindi un
non-voto sostanzialmente, senza l'esame di quasi tutta la legge)
con l'opposizione che ha ritirato ogni suo emendamento. E ora il
passaggio finale in Consiglio, con un dibattito che non si
prospetta né breve, né semplice.
Per Roberto Asquini (FI) il disegno di legge della Giunta che
rimodella la programmazione della contabilità regionale non può
ottenere il sì da parte dell'opposizione. Anzi. Perché queste
sono norme create apposta, sostiene il consigliere, per occultare
numeri e norme del bilancio, rimandando ogni decisione in merito
alla Giunta.
Un giudizio critico e negativo giustificato, secondo Asquini, dal
fatto che la legge in discussione - dai forti risvolti a
carattere statutario e regolamentare e totalmente inutile vista
l'affidabilità tecnica del vecchio bilancio - avrebbe dovuto
trovare un consenso, implicito o esplicito, abbastanza ampio. In
Commissione così non è stato.
Cosa non va? Innanzitutto, il provvedimento mette in discussione
la possibilità dell'Aula di influire significativamente sulla
predisposizione del bilancio regionale, mantenendo la possibilità
di conoscere, determinare e modificare le strategie della
Regione. Inoltre, si pongono dei limiti alla trasparenza e alla
possibilità di deliberare sul bilancio stesso.
Sono due i punti su cui non si può derogare: che i limiti -
quelli statutariamente consentiti - all'attività dei consiglieri
possano essere imposti solo per regolamento da approvarsi con
procedura specifica e che la corrispondenza tra bilancio
preventivo e consuntivo debba essere reale. In più, il consuntivo
deve rimanere com'è, dettagliato, altrimenti sarà impossibile
verificare e controllare le spese.
Sono altre ancora le note dolenti di questo provvedimento: ad
esempio, proliferano i documenti descrittivi (si aggiunge il
DPEFR alla già esistente, ma poco utilizzata, relazione
politico-programmatica), che nella stesura iniziale della legge
non erano neppure vincolati alla finanziaria. E poi ci sono le
unità di spesa, oggi ben poco definite fatta salva l'ipocrita
previsione di vietare l'indicazione del reale beneficiario del
contributo regionale: in questo modo alle macroaree del tutto
generali si accosteranno piccole norme in cui il beneficiario
verrà nascosto tra le righe. E non si dica che queste norme
serviranno a evitare l'elenco della spesa, perché l'emendamento
presentato dall'opposizione con cui si sarebbero evitate le
microposte è stato bocciato.
Non solo: la Giunta potrà scomporre a suo piacimento le voci
delle unità di bilancio anche se, in seguito alle modifiche
introdotte in Commissione, dovrà informarne il Consiglio. In
quest'ambito però non sono chiari né quali poteri di indirizzo
potrà avere un eventuale parere dell'Aula né gli obblighi di
comunicazione della Giunta per successive variazioni al riparto
interno alle unità di spesa.
Ecco che una norma così organizzata non potrà avere il voto
favorevole di chi ha a cuore la trasparenza dei conti pubblici,
ed è evidente che in Aula Forza Italia presenterà quegli
emendamenti volti tanto a migliorare quanto a superare questo
testo irriguardoso nei confronti del Consiglio e dei cittadini
che lo hanno eletto.
(segue)