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CR: nuova contabilità, relatore minoranza Ciriani (5)

27.06.2007
12:19
(ACON) Trieste, 27 giu - DT - Il provvedimento rappresenta il punto più alto del disegno politico di progressivo svuotamento e marginalizzazione del ruolo e dei poteri del Consiglio regionale.

Luca Ciriani (AN) boccia così il disegno di legge della Giunta che interviene a limitare, in maniera pesante e ingiustificata la possibilità per il Consiglio di conoscere e modificare le singole poste di bilancio.

In nome della trasparenza, afferma Ciriani, vengono attuate limitazioni e sottrazioni inaccettabili con il risultato che il bilancio non sarà più trasparente, sarà semplicemente oscurato nei suoi aspetti non macroscopici. Quello che si potrà giudicare sarà un quadro generico delle decisioni politiche di spesa e di investimento: la Giunta, insomma, rimarrà l'unico attore assoluto nelle scelte vere, politiche, territoriali, discrezionali e sostanziali del bilancio.

Eppure la Regione, prosegue Ciriani, non ha mai avuto particolari problemi né tecnici né politici a garantire l'approvazione nei tempi previsti dei documenti e delle norme di bilancio e finanziarie. Pertanto non si comprende quale sia la reale necessità per l'Esecutivo di un testo del genere se non quella di costringere il Consiglio - o meglio la propria maggioranza - ad approvare un testo immodificabile.

Una riflessione va fatta poi sulla legge collegata: anche se l'articolato dovrebbe di fatto escludere la presenza di norme a carattere ordinamentale, si teme che essa diventi il grimaldello per incursioni legislative di natura non finanziaria.

Da segnalare pure l'inutilità e la debolezza del nuovo DPEFR, uno strumento di buone intenzioni, un semplice atto di indirizzo non vincolante che in fase di approvazione della finanziaria e del bilancio potrebbe essere modificato se non stravolto.

Rimangono infine i dubbi di natura costituzionale del provvedimento, il potere reale o fittizio degli ordini del giorno di orientare le scelte della Giunta in sede di riparto delle risorse e, infine, il necessario coordinamento della norma con le modifiche al regolamento del Consiglio (senza il quale la legge non potrebbe mai diventare efficace).

(segue)