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Legge elettorale: capigruppo con Autonomie locali

27.06.2007
16:16
(ACON) Trieste, 27 giu - AB - Trascorsi i tre mesi di attesa per un eventuale referendum confermativo (che non c'è stato), da oggi è in vigore la nuova legge statutaria su forma di governo e sistema elettorale del Friuli Venezia Giulia. E dando seguito a un accordo già preso, i capigruppo consiliari hanno incontrato i rappresentanti delle autonomie locali, che in questo periodo hanno contestato la norma che ha introdotto il regime dell'ineleggibilità alla carica di consigliere regionale per i presidenti delle Province e i sindaci dei Comuni con popolazione superiore ai 3.000 abitanti, alla quale l'interessato potrà porre rimedio solo dimettendosi almeno 3 mesi prima della data delle elezioni regionali.

E' mancato un raccordo tra Consiglio delle autonomie locali e Consiglio regionale, ha esordito il presidente dell'ANCI (Comuni) Gianfranco Pizzolito. E' stato un problema di metodo che non ha tenuto conto del fatto che Regione, Province, Comuni fanno parte di un sistema equiordionato dove è ovvio che ognuno ha competenze ben precise. Avremmo voluto essere coinvolti nella fase di dibattito sulla norma in questione, invece questo dialogo non c'è stato.

Gli hanno fatto eco Maria Teresa Bassa Poropat, presidente dell'UPI (Province) e Marzio Strassoldo, sempre dell'UPI, che si è detto sorpreso di come il Consiglio delle autonomie locali venga coinvolto per ogni questione di dettaglio ma sia stato tagliato fuori da questa importante questione. La norma sull'ineleggibilità è inutile, perché in tre mesi la popolarità di un sindaco non cala, e dannosa, perché si aumenta il rischio di elezioni anticipate con conseguenti costi aggiuntivi della politica.

Sulla mancanza di raccordo, come metodo generale, si sono detti d'accordo praticamente tutti i capigruppo. Mauro Travanut (DS) ha affermato che la norma sull'ineleggibilità va nella strada della trasparenza, perché costringe il candidato a esplicitare la volontà di essere consigliere regionale per 5 anni e non lo mette nella condizione di potersi eventualmente dimettere a elezione avvenuta per tornare a fare l'amministratore locale. E' la scelta per un corretto rapporto con l'elettore.

Per Forza Italia ci sarebbero diversi punti che andrebbero chiariti, ha detto Gaetano Valenti, e questo bisognava farlo in un tavolo che non si è voluto mettere in piedi ma che la sua parte politica aveva proposto.

E' stato un emendamento trasversale, ha ricordato Cristiano Degano (Margh), una scelta già adottata in altre Regioni e che ha il suo fondamento nella chiarezza nel rapporto elettore-candidato. Disponibilità al confronto su soglia del numero di abitanti e tempistica delle dimissioni.

Contro l'ineleggibilità di è espressa Alessandra Battellino (IpR). La norma nasconde la voglia di autotutela del Consiglio regionale, ma non ha senso (e per questo si era attivata per promuovere il referendum raccogliendo oltre 7.000 firme) e andrebbe eliminata nella sua totalità.

Non ci sono le condizioni per cambiare una scelta adottata solo tre mesi fa, ha affermato Roberto Molinaro (UDC), senza contare i rischi tecnici e di tempo che potrebbero esserci intraprendendo il percorso della modifica a una legge statutaria, con scenari oggi indefinibili.

Abbiamo votato quella norma pur non avendola sottoscritta, ha ricordato Igor Kocijancic (PRC-SE) dopo aver fatto una riflessione, ma abbiamo la disponibilità a ragionare sul rapporto con il Consiglio delle autonomie locali.

I Cittadini non hanno voluto né votato quella norma, così Bruno Malattia, ma il rischio è che la correzione sia peggiore di quanto in vigore. Se revisione dev'esserci, sia fatta anche su altre parti controverse della legge.

La legge elettorale non è la migliore ma quella possibile, ha evidenziato Alessandra Guerra (LN), perché frutto di un difficile dialogo tra maggioranza e opposizioni. Riaprire la questione significa ridiscutere tutto daccapo e ciò appare onestamente velleitario.

La necessità di individuare un raccordo non può, a giudizio di Alessandro Metz (Verdi) essere agitata solo per risolvere il problema specifico, deve andare avanti comunque.

Norma sbagliata nel metodo e nei contenuti. Ma se si riapre la discussione su questa disposizione, ha ammonito Luca Ciriani (AN), si scopre il vaso di Pandora e si riapre la discussione su tutto il contenitore, ossia sull'intera legge.

Al termine, le parti hanno concordato di non interrompere il confronto e di proseguirlo sulle basi individuate.

(immagini alle tv)