FI: Camber, troppa fretta per il trasporto pubblico locale
(ACON) Trieste, 06 lug - COM/AB - E' iniziato in IV Commissione
consiliare il tour de force voluto dall'assessore Sonego sul
disegno di legge n. 259 sul trasporto pubblico locale, una
proposta che vede la Regione affidare a unico gestore il
trasporto su gomma, rotaia e mare.
Un iter velocissimo - sottolinea Piero Camber, consigliere
regionale di Forza Italia. Il 26 giugno viene depositato in
Consiglio regionale, ma l'assessore vuole che venga votato entro
luglio, sottoponendo la Commissione a una serie di audizioni, di
fatto tutte contrarie (per ora da Trenitalia ai sindacati), che
lamentano l'assenza della concertazione. Ma la concertazione non
era una prerogativa del centrosinistra?
Se queste sono le premesse - continua Camber - il futuro si
presenta nero: basti pensare alle aziende di trasporto pubblico
locale (Trieste Trasporti, Saf Udine, Atap Pordenone e Atp
Gorizia) che più volte hanno cercato di rappresentare le loro
opinioni sulla base delle sole dichiarazioni dell'assessore
Sonego. Un inutile parlare al muro. Queste società hanno
dimostrato, in uno studio specifico, che il sistema del trasporto
pubblico del FVG è il primo in Italia per redditività (margine
industriale del 26% rispetto a quello delle altre regioni che
varia dal 6 al 10%) e per costi operativi (2,20 euro rispetto al
dato nazionale di 3,51).
Quali vantaggi potrebbe portare il disegno di legge? L'unico
risparmio - spiega Camber - si dovrebbe ricavare dai costi sul
personale, in particolare dai licenziamenti. Peccato che ben tre
sono i contratti di riferimento (autoferrotranvieri, ferrovieri e
marittimi) e l'unico modo per farli conciliare sarà quello di
portarli tutti a un livello più elevato. Dov'è quindi il
risparmio? Un unico gestore: chi?
Oggi - conclude Camber - l'unica certezza del disegno di legge è
che si prevede una legge nel 2007 per fare una gara nel 2008
(anno delle votazioni regionali e quindi del possibile cambio
assessori) per l'affidamento del servizio a partire dal 2011. I
tempi non tornano e allora, a chi giova?