Roma: riforma Statuto, interventi capigruppo (3)
(ACON) Roma, 09 lug - AB - Sono seguiti gli interventi.
Antonio Martini (Margh), presidente della V Commissione, si è
sentito di chiedere al Parlamento uno spazio per la politica
internazionale e per la valorizzazione dell'autonomia del
Consiglio regionale.
Roberto Asquini, vicepresidente dell'Assemblea legislativa
regionale, si è espresso per un federalismo pieno in materia
fiscale ma anche economica e ha chiesto per la Regione strumenti
per riequilibrare i differenziali economici con i Paesi
confinanti, mentre l'altro vicepresidente, Carlo Monai, ha
affermato che il Parlamento dovrebbe focalizzare l'attenzione più
sul dato tecnico dell'assetto istituzionale e delle competenze
regionali, sulle quali la Regione ha già dato prova di
efficienza.
Roberto Molinaro, capogruppo UDC, ha convenuto che il preambolo
non ha natura precettiva, ma è pur sempre vero che le questioni
che vi sono contenute potrebbero essere rese in termini di
principio. Tra le competenze che ritiene irrinunciabili vi è il
potere estero, per la posizione geografica e per l'evoluzione
dell'Est europeo.
Mauro Travanut, capogruppo DAS, ha ricordato il grande lavoro di
ascolto e di confronto che hanno preceduto la stesura dello
Statuto. Sul Consiglio delle autonomie non gli sembra che ci si
sia spinti troppo in avanti.
Alessandra Guerra, capogruppo LN, ha ricordato che la Lega Nord
ha presentato in Parlamento una sua proposta di Statuto frutto
del progetto federalista e il più possibile spinta verso di esso.
Imprescindibili, a suo giudizio, le questioni relative ai
rapporti con i Paesi confinanti, alle lingue minoritarie e al
federalismo fiscale.
Igor Kocijancic, capogruppo PRC, ha chiesto al Parlamento uno
sforzo che possa mettere in sicurezza da interpretazioni distorte
la questione del referendum confermativo/abrogativo e
un'approvazione del testo quanto più fedele a quello proposto dal
Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia.
Per Piero Camber (FI), la nostra Regione ha perso un'occasione
per sviluppare al meglio alcune questioni, tra le quali
particolari forme di autonomia per il Friuli e per Trieste.
Inoltre, in esso vi è un eccessivo, esasperato plurilinguismo.
Troppo debole nel trattare le questioni relative alle pari
opportunità è la critica al nuovo Statuto di Alessandra
Bettellino, capogruppo IpR, che ha chiesto quindi al Parlamento
una maggiore attenzione e sensibilità in materia.
Se vi sono alcune sottolineature, ha detto Alessandro Metz
(Verdi, capogruppo Gruppo Misto) è perché non volevamo uno
Statuto neutro e banalmente burocratico, così abbiamo talvolta
riproposto quanto già scritto nel Titolo V della Costituzione.
Non sono convinto che la riscrittura integrale dello Statuto sia
necessaria, meglio puntare alle modifiche possibili. Il giudizio
è di Luca Ciriani, capogruppo di AN, che ha chiesto una conferma
della specialità su base federale che tenga conto del progresso
economico e sociale che ha contraddistinto la Regione negli
ultimi anni.
La possibile approvazione in prima lettura in autunno, così Bruno
Malattia, capogruppo del Cittadini per il Presidente, si
inserirebbe in un momento di revisione complessiva dell'assetto
istituzionale del Paese. Assume quindi importanza prioritaria la
questione del federalismo con il superamento del sistema dei
decimi e il mantenimento del potere estero.
La proposta di nuovo Statuto, ha ricordato infine Cristiano
Degano, capogruppo DL-Margherita, è uscita dal Consiglio col solo
voto della maggioranza, ma è il frutto del lavoro di tante
componenti della società regionale attraverso la Convenzione, la
stessa che ha scelto la strada della riscrittura integrale. Sul
preambolo rimane il valore politico e il federalismo fiscale è
applicato anche nel rapporto Regione-Enti locali. E poi vi è il
dato innovativo contenuto nell'articolo 35 sull'elezione di un
rappresentante della minoranza slovena. In una revisione
dell'ordinamento costituzionale, ha concluso, sarebbe auspicabile
il superamento delle Province.
(fine)