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FI: reddito cittadinanza anche per coppie omosessuali

12.07.2007
15:49
(ACON) Trieste, 12 lug - COM/AB - "Nel regolamento che istituisce il reddito di cittadinanza, il concetto di famiglia a cui si fa riferimento è quello di famiglia anagrafica e cioè di un insieme di persone legate da vincoli affettivi. Ciò significa che il provvedimento è concesso, ad esempio, anche alle coppie omosessuali. Per questo motivo presenterò un'interrogazione alla Giunta regionale per sapere se la con la locuzione famiglia anagrafica si intendano anche le coppie omosessuali conviventi".

Lo afferma, in una nota, Massimo Blasoni, consigliere regionale di Forza Italia e vicepresidente della III Commissione, argomentando la sua contrarietà al provvedimento presentato dalla Giunta:

"Il concetto di famiglia anagrafica - chiarisce Blasoni - è stato alla base, alcuni mesi fa, dell'istituzione del registro delle coppie conviventi al Comune di Padova. Un'istituzione che aveva destato scalpore proprio perché aveva aperto la strada al riconoscimento di effetti giuridici alle convivenze gay".

"Questo regolamento porta con sé tutta una serie di paradossi - spiega Blasoni. Seguendo le norme presentate in Commissione, infatti, otteniamo che un nucleo familiare di tre persone il cui reddito equivalente sia pari a 9.000 euro avrà diritto, sulla base del modello matematico, a 100 euro mensili. Un'inezia per far fronte al fabbisogno familiare".

"Per converso - prosegue Blasoni - due studenti coabitanti e che si dichiarassero uniti da vincoli affettivi, dunque famiglia anagrafica ai sensi del regolamento, e si dichiarassero anche privi di reddito percepirebbero 654,16 euro mensili. Lo stesso discorso vale, secondo quanto stabilito dal concetto di famiglia anagrafica, per le famiglie omosessuali. Una palese ingiustizia rispetto alla famiglia dell'esempio precedente".

"Oltretutto, il regolamento non prevede, come annunciato a più riprese dalla Giunta, l'obbligo per i beneficiari di accettare un'offerta di lavoro. Il beneficio viene, infatti, revocato solo nel caso in cui il lavoro offerto risponda a determinati requisiti. I requisiti richiamati, però, ci sembrano inaccettabili".

"L'offerta di lavoro - spiega il vicepresidente della III commissione - è ritenuta congrua soltanto quando riferita a una qualifica corrispondente al profilo professionale del soggetto e, nel caso di soggetti disoccupati, la proposta deve altresì prevedere una retribuzione pari almeno al novanta per cento di quella percepita anteriormente all'acquisizione dello stato di disoccupazione. Noi chiediamo che chi percepisce il reddito minimo garantito da questa Regione sia obbligato ad accettare qualsiasi tipo di lavoro, con il solo requisito che sia dignitoso".

"Non è serio che qualcuno possa rifiutare un'occupazione, continuando a percepire denari pubblici, solo perché non corrispondenti al reddito precedentemente percepito. Questo rischia di diventare, come più volte da noi denunciato, una sovvenzione a chi non ha nessuna intenzione di lavorare. Per questo motivo - conclude Blasoni - esprimiamo la nostra assoluta contrarietà a questo tipo di provvedimento".