FI: reddito cittadinanza anche per coppie omosessuali
(ACON) Trieste, 12 lug - COM/AB - "Nel regolamento che
istituisce il reddito di cittadinanza, il concetto di famiglia a
cui si fa riferimento è quello di famiglia anagrafica e cioè di
un insieme di persone legate da vincoli affettivi. Ciò significa
che il provvedimento è concesso, ad esempio, anche alle coppie
omosessuali. Per questo motivo presenterò un'interrogazione alla
Giunta regionale per sapere se la con la locuzione famiglia
anagrafica si intendano anche le coppie omosessuali conviventi".
Lo afferma, in una nota, Massimo Blasoni, consigliere regionale
di Forza Italia e vicepresidente della III Commissione,
argomentando la sua contrarietà al provvedimento presentato dalla
Giunta:
"Il concetto di famiglia anagrafica - chiarisce Blasoni - è stato
alla base, alcuni mesi fa, dell'istituzione del registro delle
coppie conviventi al Comune di Padova. Un'istituzione che aveva
destato scalpore proprio perché aveva aperto la strada al
riconoscimento di effetti giuridici alle convivenze gay".
"Questo regolamento porta con sé tutta una serie di paradossi -
spiega Blasoni. Seguendo le norme presentate in Commissione,
infatti, otteniamo che un nucleo familiare di tre persone il cui
reddito equivalente sia pari a 9.000 euro avrà diritto, sulla
base del modello matematico, a 100 euro mensili. Un'inezia per
far fronte al fabbisogno familiare".
"Per converso - prosegue Blasoni - due studenti coabitanti e che
si dichiarassero uniti da vincoli affettivi, dunque famiglia
anagrafica ai sensi del regolamento, e si dichiarassero anche
privi di reddito percepirebbero 654,16 euro mensili. Lo stesso
discorso vale, secondo quanto stabilito dal concetto di famiglia
anagrafica, per le famiglie omosessuali. Una palese ingiustizia
rispetto alla famiglia dell'esempio precedente".
"Oltretutto, il regolamento non prevede, come annunciato a più
riprese dalla Giunta, l'obbligo per i beneficiari di accettare
un'offerta di lavoro. Il beneficio viene, infatti, revocato solo
nel caso in cui il lavoro offerto risponda a determinati
requisiti. I requisiti richiamati, però, ci sembrano
inaccettabili".
"L'offerta di lavoro - spiega il vicepresidente della III
commissione - è ritenuta congrua soltanto quando riferita a una
qualifica corrispondente al profilo professionale del soggetto e,
nel caso di soggetti disoccupati, la proposta deve altresì
prevedere una retribuzione pari almeno al novanta per cento di
quella percepita anteriormente all'acquisizione dello stato di
disoccupazione. Noi chiediamo che chi percepisce il reddito
minimo garantito da questa Regione sia obbligato ad accettare
qualsiasi tipo di lavoro, con il solo requisito che sia
dignitoso".
"Non è serio che qualcuno possa rifiutare un'occupazione,
continuando a percepire denari pubblici, solo perché non
corrispondenti al reddito precedentemente percepito. Questo
rischia di diventare, come più volte da noi denunciato, una
sovvenzione a chi non ha nessuna intenzione di lavorare. Per
questo motivo - conclude Blasoni - esprimiamo la nostra assoluta
contrarietà a questo tipo di provvedimento".