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CR: mozione cultura, dibattito (3)

24.07.2007
13:11
(ACON) Trieste, 24 lug - DT - Ad aprire il dibattito sulla mozione, Roberto Molinaro, capogruppo dell'UDC. C'è preoccupazione in regione per come viene gestita la politica culturale, che emerge anche dalle fila del centrosinistra. Vogliamo più equilibrio, anche a livello territoriale, e che sia rispettata l'imparzialità. I riparti hanno messo in evidenza esclusioni eccellenti, ma dal 2008, con la nuova legge sulla contabilità regionale, almeno le tabelle ad personam spariranno, apparterranno al passato.

Faccio i complimenti all'assessore Antonaz, ha esordito Alessandra Guerra (LN), è riuscito a fare quello che noi del centrodestra non siamo riusciti a fare: portare verso il suo partito la politica culturale di questa regione, così come il rapporto con la scuola, l'immigrazione. Non può andare avanti così, lo sbilanciamento eccessivo a sinistra penalizzerà lo stesso centrosinistra. Noi, quando governavamo questa Regione, abbiamo fatto vivere tutti. Oggi, invece, lavorano e crescono solo le associazioni culturali che ruotano attorno a Rifondazione. E alla cultura manca una cosa essenziale: il confronto.

Per Paolo Ciani (AN) è evidente che Rifondazione ha tutte le intenzioni di lasciare la propria impronta sulla cultura in Friuli Venezia Giulia, trasportando quella che è la visione ideologica nella realtà di manifestazioni come Mittelfest e il Rototom: 120 mila euro finanziati con, come finale, la conferenza stampa delle forze dell'ordine per denunciare arresti e il sequestro di chili di sostanze stupefacenti. La Regione finanzia manifestazioni che si trasformano in centri dell'illegalità, che danno cattivi esempi ai giovani. Noi diciamo basta, tant'è che organizzeremo delle iniziative per far sapere ai cittadini quale sia davvero la politica culturale di questa Regione.

Massimo Blasoni e Roberto Asquini (entrambi di FI) hanno ripreso la relazione introduttiva del loro capogruppo Isidoro Gottardo. Asquini, da parte sua, ha anche sottolineato la netta contrarietà alla legge sull'insegnamento del friulano a scuola. Il risultato di questa legge, ha fatto notare, è che andrà a svalutare la formazione scolastica e l'istruzione dei giovani, oltre che creare una forte disparità di classe. Le lingue minoritarie si imparano in famiglia, quelle che servono per vivere, come l'inglese, vengono dimenticate da questa Giunta. Così, i ragazzi che potranno andranno a studiare privatamente l'inglese mentre gli altri, i meno fortunati economicamente, verranno esclusi. Così, questa politica culturale è fallimentare e disgregante per il tessuto sociale regionale.

(segue)