Pens: Ferone, no a chiusura uffici del Tesoro a Gorizia
(ACON) Trieste, 26 lug - COM/DT - Il pericolo di chiusura
degli uffici del Tesoro a Gorizia - ha dichiarato il consigliere
regionale dei Pensionati Luigi Ferone - si somma alla possibile
chiusura del carcere, che si accompagna alla cessazione di tante
altre attività.
Dopo la ventilata e per fortuna scongiurata soppressione di
prefettura, questura e tribunale, ora queste nuove situazioni
pongono chiaramente in evidenza che nei confronti di Gorizia si
sta attuando una sorta di politica del "carciofo", una foglia
alla volta rischia di scomparire l'essenza stessa di Gorizia
capoluogo.
Oltre alla possibile cessazione di importanti presenze dello
Stato come il carcere e gli uffici del Tesoro, con una caduta
verticale dell'immagine della città, vi è - ha fatto notare
Ferone - il problema non certamente secondario del personale, che
con ogni probabilità potrebbe essere trasferito ad altra sede
con, quindi, l'impoverimento ulteriore della città oltre che
ovviamente il materializzarsi di tutta una serie di problemi per
i diretti interessati.
La nuova giunta comunale sta dando segnali indubbiamente positivi
sul fronte delle iniziative e di una maggiore dinamicità
amministrativa, ed è auspicabile che di fronte a un momento così
difficile per la città e per il suo retroterra tutte le forze
politiche e sociali sentano forte il dovere di mettere da parte
ogni distinguo per fare fronte comune e impedire che Gorizia sia
cancellata nella sua funzione di città guida del territorio
isontino.
È indispensabile e urgente - ha quindi proseguito l'esponente dei
Pensionati - un'azione sinergica di Regione, Provincia e Comune
per rilanciare Gorizia, un rilancio che non passa certamente
attraverso i distinguo e le polemiche ma attraverso una forte
valorizzazione dell'esistente e la creazione di condizioni per un
rapido sviluppo socio-economico di Gorizia e della sua provincia.
A nulla servono le recriminazioni, ha concluso Ferone, e a nulla
serve piangersi addosso. Serve reagire uniti per il bene di
Gorizia, della sua provincia e dei suoi abitanti.