AN: Dressi, il caso Ferriera di Servola
(ACON) Trieste, 03 ago - COM/RC - Il consigliere regionale di
AN Sergio Dressi interviene con una nota sul caso della Ferriera
di Servola e il comportamento tenuto dalla Regione sulla
questione. Così il suo scritto:
"L'arrivo a Trieste, nei giorni scorsi, dei rappresentanti del
Gruppo Arvedi e dei suoi tecnici ha alimentato illusioni in
alcuni (gli amministratori locali) e speranze in altri (i
lavoratori della Ferriera), ha permesso alla Lucchini-Severstal
di continuare a pieno ritmo la produzione infischiandosene dei
livelli di inquinamento sopra i limiti rilevati quotidianamente
dalle centraline, ha coperto il silenzio ambiguo che continua a
mantenere la Regione sulla questione, e ha solo fatto incavolare
sempre di più i cittadini di Servola e Valmaura che, solo negli
ultimi giorni, hanno chiesto l'intervento dell'ARPA più di 50
volte.
"La strategia della Lucchini-Severstal è molto chiara: dopo aver
presentato il piano industriale del gruppo, dal quale si rileva
che per la Ferriera non ci sono fondi per interventi strutturali,
ha iniziato a contestare i dati rilevati dall'ARPA e dall'Azienda
sanitaria facendo ricorsi in tutte le sedi giurisdizionali
competenti. Si guadagna tempo e si evita che il presidente della
Provincia e il sindaco prendano provvedimenti definitivi, così
come i dati che quotidianamente vengono loro prodotti
prevederebbero.
"Il Gruppo Arvedi deve aver pensato di essere arrivato nel paese
di "bengodi". Abituati come sono alle norme di tutela ambientale
e della salute pubblica adottate in Lombardia, dove hanno i loro
stabilimenti, hanno pensato di essere in un paese dell'Est
Europa, quanto a norme regionali, estremamente permissive, e al
modo di farle rispettare. Per fare un esempio nei loro
stabilimenti in Lombardia, le leggi prevedono che debbano
provvedere al recupero dell'acqua della prima pioggia sui loro
depositi ferrosi trattandola come rifiuto, e anche la seconda
deve essere depurata prima di poter essere scaricata nella
fognatura. Alla Ferriera, tutta l'acqua va direttamente in mare e
porta con sé tutto quello che trova, e non è poco, visto che il
ministero dell'Ambiente ha ordinato la bonifica di tutta l'area
prospiciente la banchina. Ma gli ordini non vengono presi sul
serio e tutto continua come sempre.
"I tecnici dell'Arvedi si saranno detti: ecco la soluzione ai
nostri programmi di sviluppo, che prevedono l'utilizzo della
ghisa per la produzione dell'acciaio a Cremona (fino ad ora
utilizzano solo ferro recuperato), a qualche centinaio di
chilometri dalle nostre acciaierie. E' evidente che se non
succede subito qualche cosa, e mi riferisco o alla chiusura dello
stabilimento o alla demolizione e al completo rifacimento della
kocheria e dei due altoforni, veri e propri cimeli di archeologia
industriale, Arvedi si convincerà che l'acquisto della Ferriera
di Servola è un buon affare, prometterà un piano industriale che
risolverà tutti i problemi ambientali, guadagnerà tempo e
toglierà dagli impicci la Lucchini-Severstal, felice di
andarsene.
"Un'altra battaglia persa. Sul campo resteranno, come sempre, i
cittadini, che continueranno a telefonare tutti i giorni all'ARPA
e all'Azienda sanitaria territoriale, che a loro volta
continueranno a fare rilievi, che invariabilmente saranno oltre i
limiti di legge, la presidente della Provincia temporeggerà, il
sindaco minaccerà e la Regione continuerà a tacere".