UDC: Molinaro, legge friulano a rischio incostituzionalità
(ACON) Trieste, 07 set - COM/AB - "Solo con molto equilibrio e
realismo e soprattutto con adeguate risorse si possono definire
nuove norme regionali per la tutela della lingua friulana,
lasciando da parte radicalismi e salti nel buio che taluni
auspicano. Non è così nelle norme approvate in Commissione".
Commenta così il capogruppo UDC in Consiglio regionale, Roberto
Molinaro, che sarà anche uno dei relatori di minoranza in Aula,
il voto di astensione espresso in Commissione, riservandosi un
giudizio definitivo dopo l'esame in Consiglio, dati i molti
problemi che ancora restano da risolvere in quella sede.
"Le norme ad hoc inserite per consentire di uscire dall'area di
tutela ad alcuni comuni del pordenonese - precisa il capogruppo
UDC - porteranno all'assurdità di una doppia perimetrazione, una
dove si applicano le norme statali e un'altra dove troveranno
applicazione le leggi regionali, con le intuibili confusioni e
incertezze".
"Si è voluto accrescere notevolmente la fattispecie di uso
pubblico della lingua friulana, con notevole gravame economico
per i Comuni - precisa ancora l'esponente UDC - senza alcun
finanziamento a sostegno di tale azione che l'UDC aveva proposto
e che la maggioranza ha bocciato, scaricando ancora una volta sul
contribuente le proprie scelte demagogiche".
"Sull'insegnamento del friulano nelle scuole, che è l'azione
strategica da perseguire - precisa ulteriormente il capogruppo
centrista - si sono definite numerose norme in materia di orario
di insegnamento, di formazione delle classi e di aggiornamento e
reclutamento del personale docente, addirittura con l'istituzione
di un apposito albo in piena violazione della potestà legislativa
della Regione e della autonomia delle singole istituzioni
scolastiche. Norme a forte rischio di anticostituzionalità. Non
si voluto affrontare per la scuola, invece, il nodo vero, ovvero
gli incentivi agli insegnanti per le attività di insegnamento del
o in friulano, dato il ridotto numero di persone oggi
disponibili, che l'UDC aveva proposto invano".
"Da ultimo, nessuna considerazione è stata riservata al
finanziamento dei maggiori costi, rispetto ai circa 4,3 milioni
di euro all'anno che si spendono attualmente, conseguenti
dall'applicazione della legge, rendendo la stessa una mera
enunciazione di volontà irrealizzabili".
"Dalla soluzione di questi problemi - conclude Molinaro -
dipenderà non solo il voto dell'UDC in Aula, ma soprattutto
l'efficacia di una normativa che rischia di essere solo uno spot
elettorale a carico dei Comuni e delle famiglie".