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UDC: Molinaro, legge friulano a rischio incostituzionalità

07.09.2007
14:51
(ACON) Trieste, 07 set - COM/AB - "Solo con molto equilibrio e realismo e soprattutto con adeguate risorse si possono definire nuove norme regionali per la tutela della lingua friulana, lasciando da parte radicalismi e salti nel buio che taluni auspicano. Non è così nelle norme approvate in Commissione".

Commenta così il capogruppo UDC in Consiglio regionale, Roberto Molinaro, che sarà anche uno dei relatori di minoranza in Aula, il voto di astensione espresso in Commissione, riservandosi un giudizio definitivo dopo l'esame in Consiglio, dati i molti problemi che ancora restano da risolvere in quella sede.

"Le norme ad hoc inserite per consentire di uscire dall'area di tutela ad alcuni comuni del pordenonese - precisa il capogruppo UDC - porteranno all'assurdità di una doppia perimetrazione, una dove si applicano le norme statali e un'altra dove troveranno applicazione le leggi regionali, con le intuibili confusioni e incertezze".

"Si è voluto accrescere notevolmente la fattispecie di uso pubblico della lingua friulana, con notevole gravame economico per i Comuni - precisa ancora l'esponente UDC - senza alcun finanziamento a sostegno di tale azione che l'UDC aveva proposto e che la maggioranza ha bocciato, scaricando ancora una volta sul contribuente le proprie scelte demagogiche".

"Sull'insegnamento del friulano nelle scuole, che è l'azione strategica da perseguire - precisa ulteriormente il capogruppo centrista - si sono definite numerose norme in materia di orario di insegnamento, di formazione delle classi e di aggiornamento e reclutamento del personale docente, addirittura con l'istituzione di un apposito albo in piena violazione della potestà legislativa della Regione e della autonomia delle singole istituzioni scolastiche. Norme a forte rischio di anticostituzionalità. Non si voluto affrontare per la scuola, invece, il nodo vero, ovvero gli incentivi agli insegnanti per le attività di insegnamento del o in friulano, dato il ridotto numero di persone oggi disponibili, che l'UDC aveva proposto invano".

"Da ultimo, nessuna considerazione è stata riservata al finanziamento dei maggiori costi, rispetto ai circa 4,3 milioni di euro all'anno che si spendono attualmente, conseguenti dall'applicazione della legge, rendendo la stessa una mera enunciazione di volontà irrealizzabili". "Dalla soluzione di questi problemi - conclude Molinaro - dipenderà non solo il voto dell'UDC in Aula, ma soprattutto l'efficacia di una normativa che rischia di essere solo uno spot elettorale a carico dei Comuni e delle famiglie".