Porto Trieste: Tesini a presentazione restauro gru Ursus
(ACON) Trieste, 10 set - AB - E' stato presentato alle autorità
e agli organi di informazione il pontone gru Ursus parzialmente
restaurato, ormeggiato al Molo 1 del Porto Vecchio di Trieste
dopo esser stato trasferito con un rimorchiatore dall'Arsenale
triestino.
Il gigante d'acciaio ha subito un primo, fondamentale intervento
di riqualificazione che ha consentito di mettere in sicurezza la
sua enorme piattaforma galleggiante, che ha una superficie di
oltre mille metri quadri, intervento reso possibile anche da un
finanziamento dell'Amministrazione regionale e promosso dalla
Guardia costiera ausiliaria del Friuli Venezia Giulia (che ne ha
la proprietà) in collaborazione con Assonautica e Camera di
Commercio di Trieste.
Il recupero dell'Ursus è un'idea convincente, bella, attorno alla
quale bisogna lavorare in tanti perché diverse sono le
competenze, ha affermato il presidente del Consiglio regionale
Alessandro Tesini, che ha promosso e fortemente voluto questo
primo evento. Intanto la struttura è stata messa in sicurezza,
adesso ragioniamo su come si potrà ristrutturare, dove potrà
essere collocata, come potrà essere utilizzata. L'Ursus potrà
diventare il simbolo dello sviluppo e del potenziamento di questa
realtà, ha concluso Tesini sottolineando come proprio la
portualità e il suo rilancio siano tra i temi che il presidente
Prodi sta affrontando in queste ore con i vertici istituzionali
della Slovenia.
L'Ursus ha legato la sua vita alla storia della cantieristica e
del porto di Trieste, ha quindi ricordato Roberto De Gioia,
consigliere regionale ma anche presidente della Guardia costiera
ausiliaria e vicepresidente di Assonautica. Costruito sotto
l'Austria nello Stabilimento Tecnico Triestino nel 1914
soprattutto per posizionare i motori e i cannoni sulle navi da
guerra della flotta absburgica - si pensi che la gru, all'epoca,
poteva sollevare a un'altezza di 70 metri un carico di 300
tonnellate - nei decenni successivi, grazie a una serie di
revisioni e di ammodernamenti, fu impiegato per la costruzione di
tutte le più grandi navi che uscirono dall'Arsenale triestino, su
tutte la Raffaello.
L'aggiunta della ralla per la rotazione della gru ha limitato la
portata a 150 tonnellate, ma sono rimaste invariate le sue
impressionanti dimensioni: 1.164 metri quadri la superficie del
pontone galleggiante (con doppio fondo), quasi 54 metri di
lunghezza per 24 di larghezza con un pescaggio minimo di 2,5
metri, stazza di 2.090 tonnellate. L'Ursus è completamente in
acciaio e ha una gru di sollevamento di 71,5 metri d'altezza
servita da un impianto elettrico, mentre l'autonomia del pontone
era resa possibile da due motori e due timoni. Le notevoli
dimensioni e un sistema di contrappesi garantiva la stabilità in
ogni condizione di sollevamento.
Oggi al mondo si conoscono soltanto tre strutture di questi tipo,
in Italia c'è solo l'Ursus, ha evidenziato l'architetto Enzo
Angiolini che ha curato il progetto di recupero dell'Ursus quale
reperto di archeologia industriale. E' inoltre particolare la
metodologia costruttiva, la stessa adottata per la torre Eiffel.
Diverse le possibili applicazioni: si pensa di dotarlo di un
ascensore per sollevare i turisti a 70 metri (pari all'altezza
del piazzale di San Giusto) e far godere loro di una vista
panoramica unica, ma anche realizzare sulla piattaforma una base
logistica per seminari, convegni, conferenze stampa. Piattaforma
che potrebbe ospitare un palcoscenico di notevoli dimensioni per
concerti musicali, mentre la gru sarebbe un eccezionale punto di
osservazione per riprese televisive di grandi eventi. Sotto
coperta potrebbero essere ricavati spazi per mostre ed eventi
culturali e l'Ursus potrebbe, infine, essere impiegato quale
prestigioso veicolo pubblicitario e promozionale in occasione di
manifestazioni di carattere nazionale e internazionale.
Numerose le autorità presenti, tra cui il vicepresidente del
consiglio regionale Carlo Monai e il consigliere regionale
Cristiano Degano.
(foto in e-mail; immagini alle tv)