Difensore civico su borse di studio e limiti di reddito
(ACON) Trieste, 13 set - COM/MPB - Il Difensore civico
regionale Caterina Dolcher, con una nota, fa sapere di aver
ricevuto recentemente la segnalazione di una cittadina che le ha
esposto la situazione, per certi versi paradossale, che le è
occorsa per l'assegnazione di una borsa di studio al figlio,
studente universitario. Il figlio, infatti, è già titolare di una
modesta pensione di reversibilità (di circa 150 euro mensili) del
padre deceduto e la madre, dipendente di un ente pubblico, in
seguito alla percezione della borsa di studio ha perso il diritto
alle detrazioni per carichi di famiglia.
Il Difensore civico ha dovuto confermare all'interessata che le
borse di studio costituiscono reddito assimilato al reddito da
lavoro dipendente come, tra l'altro, segnalato da Franco Latti
nella rubrica "Il fisco e i cittadini" pubblicata sul quotidiano
"Il Piccolo" il 26 agosto scorso.
Gli studenti, quando sono desiderosi di contribuire attivamente
al proprio mantenimento, integrano talvolta il reddito familiare
con borse di studio e piccoli lavori, ma questo non consente loro
di conseguire un'autonomia economica.
La Dolcher ha perciò segnalato la questione al Dipartimento delle
Politiche fiscali del ministero dell'Economia e delle Finanze
auspicando una revisione dei limiti di reddito per la detrazione
dei carichi di famiglia.
Il Difensore civico ha poi accolto con soddisfazione la risposta
del ministero che ha condiviso la sua opinione relativa
all'esiguità dell'attuale limite reddituale di 2.840,51 euro,
fissato ancora nel 1995.
Pur dovendosi tener conto delle difficoltà dovute agli
inevitabili effetti sul gettito erariale, la Dolcher ha espresso
l'auspicio che siano assunti provvedimenti, da attuarsi in
relazione alle politiche fiscali generali, volti a riconoscere
alle famiglie un effettivo vantaggio dal contributo lavorativo
dei figli-studenti e dall'assegnazione agli stessi di borse di
studio.