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Difensore civico su borse di studio e limiti di reddito

13.09.2007
17:06
(ACON) Trieste, 13 set - COM/MPB - Il Difensore civico regionale Caterina Dolcher, con una nota, fa sapere di aver ricevuto recentemente la segnalazione di una cittadina che le ha esposto la situazione, per certi versi paradossale, che le è occorsa per l'assegnazione di una borsa di studio al figlio, studente universitario. Il figlio, infatti, è già titolare di una modesta pensione di reversibilità (di circa 150 euro mensili) del padre deceduto e la madre, dipendente di un ente pubblico, in seguito alla percezione della borsa di studio ha perso il diritto alle detrazioni per carichi di famiglia.

Il Difensore civico ha dovuto confermare all'interessata che le borse di studio costituiscono reddito assimilato al reddito da lavoro dipendente come, tra l'altro, segnalato da Franco Latti nella rubrica "Il fisco e i cittadini" pubblicata sul quotidiano "Il Piccolo" il 26 agosto scorso.

Gli studenti, quando sono desiderosi di contribuire attivamente al proprio mantenimento, integrano talvolta il reddito familiare con borse di studio e piccoli lavori, ma questo non consente loro di conseguire un'autonomia economica.

La Dolcher ha perciò segnalato la questione al Dipartimento delle Politiche fiscali del ministero dell'Economia e delle Finanze auspicando una revisione dei limiti di reddito per la detrazione dei carichi di famiglia.

Il Difensore civico ha poi accolto con soddisfazione la risposta del ministero che ha condiviso la sua opinione relativa all'esiguità dell'attuale limite reddituale di 2.840,51 euro, fissato ancora nel 1995.

Pur dovendosi tener conto delle difficoltà dovute agli inevitabili effetti sul gettito erariale, la Dolcher ha espresso l'auspicio che siano assunti provvedimenti, da attuarsi in relazione alle politiche fiscali generali, volti a riconoscere alle famiglie un effettivo vantaggio dal contributo lavorativo dei figli-studenti e dall'assegnazione agli stessi di borse di studio.