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CR: legge Tocai, dibattito (7 )

25.09.2007
16:26
(ACON) Trieste, 25 set - DT - E' stato Antonio Martini ad aprire il dibattito sul pdl dedicato al Tocai e al suo futuro. Per l'esponente della Margherita-PD questo provvedimento comunque è un atto dovuto, un passaggio obbligato. Poi si vedrà come uscire da questa situazione di stallo, ha fatto notare.

Per Claudio Violino (LN) la difesa di un nome come il Tocai è una battaglia di civiltà. E' giusto dimostrare attaccamento a un nome, il Tocai appunto, che non è una semplice etichetta commerciale: è un'identità. Pur comprendendo il momento di difficoltà di chi produce e che dopo 15 anni di lotte, ricorsi e controricorsi preferisce abbandonare il nome storico pur di scrivere la parola fine su questa vicenda, possiamo noi - si chiede Violino - espropriare un territorio del suo diritto naturale di possedere una denominazione, in questo caso enologica? Io sono favorevole al mantenimento del nome Tocai, fosse anche soltanto in Italia.

Salvaguardare un nome che è molto più di un nome è nell'interesse della Regione, gli ha fatto eco Mauro Travanut (DS). Che poi ha aggiunto: "Quando in Aula si discuterà di tutela della lingua slovena e di quella friulana, mi auguro che si espliciti di nuovo questa sensibilità, che deve valere tanto per le cose piccole che per quelle grandi. Quella del Tocai è una battaglia fondamentale, per l'identità culturale ma anche per il mero aspetto economico".

Isidoro Gottardo (FI) ha ricordato come con questo provvedimento si continui a perdere tempo utile. Bisogna guardare in faccia la realtà, ha dichiarato, le possibilità di mantenere in vita il nome Tocai sono minime e peraltro nessuno in questi anni ha fatto nulla per aiutare i produttori della regione. Nemmeno l'allora presidente della Commissione europea Romano Prodi che pure si era impegnato in tal senso con il presidente Illy prima di quel fatidico 1 gennaio 2004, anno in cui l'Ue accolse tra gli Stati membri la stessa Ungheria. E allora, commenta Gottardo, con questa legge si vuol riaccendere una speranza. Invece è solo uno spot elettorale.

(segue)