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CR: legge Tocai, dibattito (8)

25.09.2007
16:38
(ACON) Trieste, 25 set - RC - Per il diessino Mirio Bolzan, il provvedimento può anche essere accolto, ma si augura che ciò aiuti ad uscire dalla situazione, decisamente complicata. Né Tocai né Friulano, per lui, il nome che può essere utilizzato oggi, ma solo incertezza su come poter chiamare il vino in questione. Il problema non è solo amministrativo-giuridico, ma è legato al territorio e l'articolo unico di Malattia doveva passare al vaglio dei produttori in Commissione consiliare, cosa che si è evitata. Ci sono delle diversità politiche locali che impediscono di trovare un accordo: vanno rimosse o ci rimetterà la qualità del vino.

Ha ripreso i temi già sottolineati dal suo capogruppo, Maurizio Paselli dei Cittadini, affermando che quanto si sta facendo è un serio e preciso chiedere di vedersi tuteli i propri diritti, e ha fatto presente i costi di affermare un marchio, oggi, sul mercato. Tutelare il Tocai significa tutelare una storia e una cultura.

Bruno Di Natale ha sostenuto che AN era stata la prima ad affermare che, se la battaglia fosse stata persa, si doveva pensare ad un nome alternativo. Ha quindi sostenuto che il Tocai ungherese è cosa completamente differente da quello friulano; che per certe cose si deve sfidare lo Stato italiano (per il Tocai i tempi c'erano); che si deve salvaguardare la nostra tradizione perché possiamo dimostrare che storicamente il monovitigno del Tocai è friulano.

Per Giorgio Venier Romano (UDC), la soluzione è sempre stata far collaborare i produttori friulani e quelli ungheresi nel promuovere insieme i rispettivi Tocai, vini dal nome simile ma dalle caratteristiche differenti. L'11 novembre '99, a Villa Manin si decise per il nome Tocai Friulano affinché i fruitori si abituassero a veder pian piano scomparire la scritta Tocai per il solo Friulano. La cosa non andò avanti. Oggi, per il consigliere la cosa migliore è mandare la legge alla Commissione di merito e sentire in audizione il mondo vitivinicolo.

(segue)