CR: legge sloveno, dibattito (4)
(ACON) Trieste, 27 set - MPB - Ogni volta che il Consiglio
regionale si occupa di provvedimenti legati alle minoranze
linguistiche l'attenzione si alza indipendentemente dall'essere
pro o contro, afferma Claudio Violino (LN) sottolineando
l'importanza di governare le minoranze esistenti nella regione,
immaginando la regione laboratorio europeo di convivenza,
tolleranza e confronto e invitando a discutere senza
strumentalizzare gli argomenti e a ricordare la caduta del muro
di Berlino e, quindi, a non forzare né sui processi di
slovenizzazione né su battaglie di italianità. Sullo sloveno,
come Lega Nord, l'atteggiamento è di astensione perchè sui temi
inerenti le minoranze linguistiche crediamo
nell'autodeterminazione, per sloveni e friulani. In merito alla
questione del resiano e delle parlate delle Valli del Torre e
Natisone, Violino, pur ritenendo che provengano da un unico ceppo
slavo, ha evidenziato i percorsi diversi che li hanno portati a
essere differenti individualità e che meritano di essere
tutelate.
Nessuno ha la pretesa di definire e rilasciare patenti di
slovenità - ha affermato Igor Kocijancic (PRC-SE) dichiarandosi
favorevole a una verifica a valle delle due norme per sloveno e
friulano, ma anche per le culture germanofone, e invitando a fare
iniziative propositive e non solo di interdizione. Rispetto al
testo uscito dalla Commissione, gli emendamenti che presenteremo
faranno un passo nel riconoscimento delle specificità locali.
Circa le preoccupazioni su chi possa aspirare al titolo di
associazione di riferimento, il concetto di rappresentanza è
legato al numero di affiliati e alla presenza. Anche per i
criteri di composizione della Commissione la norma rappresenta un
miglioramento. Infine, ritengo naturale e per niente scandaloso
che essendo questa una legge regionale, preveda risorse
aggiuntive rispetto a quelle nazionali già esistenti e credo che
le popolazioni di Resia possano sentirsi tranquillizzate, perché
alcuni emendamenti vanno nella direzione delle loro aspirazioni.
Maurizio Salvador (UDC) ha esordito sottolineando la brutta
abitudine della Giunta di depositare i propri emendamenti (9, che
vanno ad aggiungersi ai 15 dei consiglieri di maggioranza)
all'ultimo minuto e ha ricordato il compito da assolvere con
realismo alla minoranza slovena e non alla rappresentazione
interessata che ne viene fatta, soffermandosi sull'aspetto della
delimitazione delle aree interessate che riguardano 32 comuni del
Friuli Venezia Giulia: in questo dibattito si dovrà sollevare
anche per lo sloveno quanto fatto per il friulano, ovvero la
previsione della fuoriuscita. Infine, ha invitato a porre
attenzione particolare sul Fondo regionale poiché non si può
immaginare che questa legge rappresenti scorciatoie per altri
mancati interventi.
Gaetano Valenti (FI), richiamandosi all'esperienza di sindaco di
Gorizia e all'attenzione riservata alla minoranza e al rapporto
sociale esistente, ha ricordato anche le iniziative propositive
avanzate e non ascoltate: queste leggi non ci piacciono (la 38
nazionale e questa) ma cerchiamo di renderle migliori. E quanto
al discorso finanziario abbiamo difficoltà enormi a far andare
avanti i circoli: gli unici che stanno bene sono quelli protetti
da questa legge e dalla 38. Spero che ci sia la volontà di dare
risposta alla diversità di Resia, e - ha concluso - che si
capisca che non ci sono solo due realtà, dalle quali sono
tagliati fuori quelli che non si riconoscono in questi due grandi
gruppi.
(segue)