CR: legge sloveno, dibattito (5)
(ACON) Trieste, 27 set - ET - Facciamo emergere le nostre
ricchezze, che ci tutelano dalla globalizzazione spinta,
discutiamo della norma di tutela muovendo da un principio di
modernità e non da richiami ottocenteschi e risolviamo questioni
importanti per la nostra regione che per troppo tempo hanno
generato divisione. È questa l'appello del consigliere Giancarlo
Tonutti (Margh-PD). Ora, discutendo questo provvedimento, ha
continuato l'esponente diellino, possiamo verificare se siamo
stati in grado di trovare un equilibrio interno in un'ottica che
rimarchi la nostra specialità, ridia dignità alle nostre diverse
culture. Sarà un lavoro complesso, ma non deve essere
ideologicizzato.
Una norma importante, che richiama alla nostra specialità, dovuta
alle diversità che esistono nel Friuli Venezia Giulia. Per
Roberto Asquini (FI) però, bisogna evitare le forzature e la
confusione che si manifestano nella legge in Aula. Le forzature
sono di natura economica, dove i destinatari dei finanziamenti
sono nominati troppo puntualmente; di natura istituzionale, dove
si potrebbe incorrere in problemi interpretativi quando atti
pubblici dovessero essere scritti in più lingue; di natura
territoriale, quando non si tutela la specificità delle parlate
diverse dallo sloveno. Asquini ritiene inoltre inappropriato
assegnare finanziamenti specifici a scuole bilingui in zone dove
mancano fondi per gli insegnanti di sostegno.
Il consigliere della Margherita-PD Antonio Martini si è appellato
soprattutto al buonsenso dell'Aula. La norma di tutela porta
arricchimento, ma è importante anche non travalicare e tenere
bene a mente le situazioni specifiche, come quella della Val
Resia. In quel contesto così particolare, Martini ha auspicato
anche la messa in moto un'azione di tutela più composita, così
com'è stata fatta in altre situazioni simili, prevedendo azioni
di sostegno mirate a far rivivere pienamente la vallata.
(segue)