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PDCI: legge sloveno, intervento in Aula di Bruna Zorzini

27.09.2007
17:35
(ACON) Trieste, 27 set - COM/AB - Questo l'intervento della consigliera del PDCI Bruna Zorzini in Consiglio regionale sul disegno di legge per la tutela della minoranza slovena:

"Stiamo per approvare la legge sulla minoranza slovena e, tra qualche giorno, quella sul popolo friulano. Personalmente speravo che la coalizione di Intesa Democratica dimostrasse più coraggio, ma è dovuta soccombere alle pressioni e ai ricatti della sua ala destra molto più che all'opposizione di centrodestra. Ci ritroviamo quindi a votare una legge che non porta grandi novità né cambiamenti, ma si limita a normare diritti già acquisiti, a fotografare lo status quo.

Naturalmente ci sono anche articoli positivi.

Fino a oggi la minoranza veniva sostenuta dallo Stato, ora anche la Regione si assume le sue responsabilità. I contributi di tale Fondo saranno più efficaci se lo stesso sarà consistente da subito, in modo da sopperire con tali risorse alle carenze della legge 38. Penso soprattutto alle trasmissioni in lingua slovena e agli edifici per le attività culturali. Sono particolarmente soddisfatta che questa norma porrà definitivamente fine ai problemi finanziari della scuola bilingue di San Pietro al Natisone.

La formulazione dell'articolo che riguarda la lingua è stata particolarmente difficile perchè l'ala destra di Intesa Democratica ha voluto riesumare antiche asce di guerra proprie della destra nazionalista contrapponendo alla lingua slovena la tutela di dialetti e parlate locali. La prova che si tratta di un dialetto sloveno a tutti gli effetti è data dal fatto che quando parlo con gli amici della Valli, io li capisco e questo deve pure voler dire qualcosa. Vuol dire qualcosa se io li capisco anche quando parlano in Resiano - c'è un minimo comun denominatore che ci unisce che è la lingua slovena. Ciò significa che le parlate non devono sparire, ma devono piuttosto arricchire la lingua di riferimento che per noi è lo Sloveno, la stessa lingua parlata anche dai nostri vicini che con la prossima caduta dei confini farà da collante fra di noi - interlocutori privilegiati in un'interazione europea sempre più stretta.

Contrapporre le parlate alla lingua non ha alcun senso. Prova ne è il fatto che i sindaci delle Valli, quasi all'unanimità, incluso il sindaco di Resia Barbarino, hanno convenuto che la parlata della Val Resia è una variante dello Sloveno. Se per qualcuno tutto ciò rimane un problema, è un problema politico, anche in Intesa democratica. Durante il dibattito sul Friulano c'erano colleghi che di punto in bianco difendevano le parlate contro il Friulano, lo stesso fanno ora per lo Sloveno, perchè in realtà ne hanno sempre avversato la tutela, la promozione e si avvalgono anche di questi argomenti per abbassare il livello della discussione, per rallentare l'approvazione della legge. Di questo devono essere consci quelli che in buona fede difendono la loro parlata.

La verità storica vuole che il richiamo ai dialetti e alle parlate siano stati sempre bandiera di chi, in provincia di Udine, si opponeva ai diritti delle minoranze.

Infine, con tutte le riserve e le critiche del caso, voterò a favore di questa legge. Lo farò soprattutto perché è stata condivisa con le organizzazioni di riferimento della comunità slovena e perché, adesso che la legislatura sta finendo, non abbiamo più il tempo per cercare di trovare soluzioni migliorative. Quanto fatto rappresenta solo il primo passo e sarà la pratica futura a dire se dovremo migliorarlo".