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CR: no petizione servizio oncologico ospedale di PN (2)

01.10.2007
12:07
(ACON) Trieste, 01 ott - RC - Breve il dibattito sulla petizione per il mantenimento del servizio di oncologia preventiva presso l'ospedale di Pordenone, poi il voto con l'Aula divisa tra i 23 no del centro-sinistra e la non partecipazione del centro-destra.

E' una petizione depositata il 13 dicembre 2005, esaminata dalla Commissione competente solo un anno dopo e in Aula addirittura a fine 2007 - era stato il commento del relatore di opposizione, Antonio Pedicini (FI), che ha poi affermato che il servizio di cui si dibatte ormai non esiste più e quindi è anche priva di senso ogni discussione. Con lui il collega Gaetano Valenti, che aveva fatto presente come la situazione sia tardiva per intervenire anche in merito alla costruzione della nuova chirurgia di Gorizia, da lui contestata.

Il diessino Nevio Alzetta aveva sostenuto che non si può ragionare sulla bontà di un'iniziativa basandosi sul numero dei firmatari (poco meno di 6.000 in questo caso). Con il documento si voleva tornare al passato, alla prevenzione nelle strutture ospedaliere che invece si deve fare sul territorio. Non c'è una chiusura di un servizio, ma solo una nuova programmazione e un modo diverso di affrontare questo tema: attraverso lo screening mammografico, modo giusto di fare prevenzione.

Gina Fasan (UDC) aveva ricordato in cosa consistesse il servizio offerto dall'ospedale di Pordenone, e ha affermato che chi se l'è visto togliere dall'oggi al domani è normale si sia allertato. Ormai la prevenzione oncologica è regolamentata e deve essere integrata da un servizio disciplinare affiancato da professionisti specialistici di vari settori. Sarebbe mala-politica salvare un servizio cavalcando l'onda dell'emotività, cosa che accadrebbe con quello di Pordenone.

La prevenzione non è fare esami sempre e a tutti i costi, ma un esame giusto al momento giusto e con il medico giusto, preferibilmente inserito nel gruppo di medici giusti - aveva sottolineato infine l'assessore alla Salute, Ezio Beltrame. Fare un numero di mammografie ampio non significa farne un numero utile. Da meno di due anni, ovvero con l'avvio dello screening - aveva reso noto - abbiamo coperto il 60% delle donne e sono state operate per tumori asintomatici (quando il paziente non accusa alcun sintomo) 700 donne che non sapevano di essere malate. Il gruppo di radiologi che leggono le lastre (5.000 all'anno) è il migliore d'Italia; le biopsie sono fatte con i criteri migliori. Per la fine dell'anno partiremo con lo screening anche del tumore al colon retto e al collo dell'utero, per la prossima primavera faremo anche la vaccinazione contro il papillomavirus contro il tumore dell'utero.

(immagini alle tv)

(segue)