V Comm: parere sul DPEFR per parte di competenza
(ACON) Trieste, 09 ott - DT - La V Commissione consiliare,
presieduta da Antonio Martini (Margh-PD), ha espresso parere
favorevole a maggioranza, per la parte di competenza (Autonomie
locali) al Documento di programmazione economico finanziaria
2008-2010 illustrato dall'assessore Franco Iacop. A votare contro
l'opposizione, astenuta la capogruppo di IpR Alessandra
Battellino.
Il quadro di riferimento del sistema delle Autonomie locali, ha
ricordato l'assessore, poggia su tre pilastri: trasferimenti
ordinari correnti (con finanziamenti allineati al 2007 e con un
meccanismo di riparto che assicura la crescita di risorse ai
territori più produttivi e un adeguato livello di solidarietà a
quelli più svantaggiati), sviluppo - con possibile incremento
finanziario - delle forme associative (come gli Aster) sia nella
gestione dei servizi sia nella capacità di programmare lo
sviluppo integrato del territorio e, infine, il prosieguo del
processo di devoluzione delle funzioni (risorse agricole,
naturali, forestali e montane nonché del risparmio energetico)
verso gli Enti locali.
Per quanto riguarda poi il patto di stabilità, per il 2008 -
ferma restando la necessaria analisi degli scenari nazionali - si
intende confermare il meccanismo introdotto nel 2007 che prevede
l'assoggettamento obbligatorio al patto degli enti con
popolazione superiore ai 5 mila abitanti e facoltativo per gli
enti al di sotto di questa soglia.
Ma il DPEFR presenta anche alcune novità, come i flussi di cassa
regionali. Oggi la Regione eroga finanziamenti agli Enti locali a
prescindere dal momento di effettivo utilizzo dei fondi da parte
del beneficiario: quel che si vuole avviare è invece un processo
virtuoso di gestione finanziaria. Altro possibile ambito di più
stretta collaborazione tra Regione e Autonomie locali saranno la
gestione attiva del debito e quella delle liquidità disponibili
(qui lo scopo è di promuovere forme di gestione finanziaria più
avanzate tali da generare maggiori ricavi dagli investimenti).
Infine, Iacop ha ricordato come nel 2007 sia stato portato a
termine il percorso del comparto unico sul pubblico impiego.
Cogliamo segnali pericolosi di un nuovo centralismo della Regione
sulla materia delle Autonomie locali, ha dichiarato in apertura
di dibattito Maurizio Salvador (UDC). Si sente parlare tanto di
efficacia ed efficienza, ma restano parole: questa riforma non
sta producendo benefici né ai cittadini né alle imprese. Se poi
ai piccoli Comuni, che si reggono anche sulle giacenze di cassa,
togliamo pure queste, allora vuol dire farli crollare,
economicamente parlando.
Una pura elencazione di cui non si comprendono scelte,
programmazione, obiettivi. A bocciare il DPEFR si è aggiunto
Antonio Pedicini (FI). A cosa serve un documento così dove manca
il rapporto Regione-Enti locali-cittadini? Questo DPEFR non fa
che accentrare il ruolo della Regione.
Per Fulvio Follegot (LN) è vero che nel DPEFR si recepiscono
alcuni principi del federalismo fiscale, ma è poco o nulla.
Quando il presidente Illy chiederà al Governo di gestire in modo
autonomo le risorse prodotte in regione, allora sì se ne potrà
parlare. Ma non c'è questa volontà, quello della Giunta è un
federalismo di facciata. Spesso poi le risorse ridistribuite sul
territorio non vanno a chi ha bisogno (giovani, anziani) mentre
si creano miriadi di enti che si sovrappongono (Aster, Comunità
montane), che costano al cittadino e che non si capisce a cosa
servano. Infine, sul comparto unico: per Follegot il personale va
trasferito ma anche razionalizzato.
Pienamente soddisfatto, invece, Mauro Travanut (DS-PD) che ha
ricordato come sia di tale intensità la modifica al decentramento
tra Regione ed Enti locali che i frutti non possono vedersi
subito. Ma già la Finanziaria 2006 ha segnato una svolta per
quanto riguarda i trasferimenti, ha annotato, e questo viene
confermato pure nel DPEFR 2008-2010.
Difficilmente si riescono a trovare elementi negativi in questo
comparto, ha affermato Franco Brussa (Margh-PD). Tutti i tagli
dei Governi passati hanno trovato la Regione sensibile verso i
bisogni degli Enti locali, che oggi difatti non soffrono affatto.
Il comparto è stato messo in sicurezza e nulla vieta di
intervenire con finanziamenti specifici in Finanziaria.
Paolo Ciani (AN) ha messo in evidenza come federalismo fiscale
non possa far rima con aumento delle tasse locali,
un'interpretazione decisamente troppo liberista. Parte della
compartecipazione fiscale andrebbe distribuita premiando i Comuni
virtuosi. E il federalismo dovrebbe pure dare la possibilità di
diminuire, e non solo di aumentare, le tasse. Così come andrebbe
valorizzato il principio di responsabilità: va incrementata cioè
la compartecipazione dei Comuni più grandi, che non possono
chiedere alla Regione di pagare ogni spesa. Anche perché il
risultato è che la Regione oggi si trova con un debito in
costante aumento (in 4 anni più 128%, come ha ricordato
Follegot).
La Commissione ha inoltre deciso di rinviare a un Comitato
ristretto l'esame di due progetti di legge: sull'ordinamento
della polizia locale e le disposizioni in materia di politiche di
sicurezza (d'iniziativa della Giunta) e sugli interventi per la
sicurezza dei cittadini, dei beni personali e della collettività
e l'istituzione della scuola regionale per la polizia locale
(primo firmatario Piero Camber, FI).